Due mesi di formazione professionale intensiva, tra laboratorio e azienda. E poi subito a lavoro.
È questa la formula vincente con cui, in meno di 10 anni, Il Faro di Susanna Agnelli ha restituito un futuro a più di 2.500 giovani in difficoltà – italiani e stranieri provenienti da condizioni di disagio socio-economico – di cui più della metà ha trovato lavoro entro pochi mesi dalla conclusione dei corsi formativi.
Ogni anno la Fondazione di Susanna Agnelli insegna un mestiere a più di 250 ragazzi. Un risultato importante, che il Faro ha festeggiato giovedì insieme ai 60 allievi che hanno ricevuto l’attestato di fine corso durante la cerimonia conclusiva della prima sessione didattica del 2015. Pronti per confrontarsi con un mercato del lavoro sempre più esigente, i nuovi artigiani formati dalla Fondazione di Susanna Agnelli questa volta sono pizzaioli, aiuto cuochi, parrucchieri e baristi-gastronomi.
La cerimonia è stata seguita dall’interesse dei media, che hanno posto in evidenza come la formazione realmente finalizzata al lavoro sia la strada maestra per infondere nuove energie nel Paese. Tra le numerose testate che hannodato spazio all’impegno del Faro, Agenzia DIRE con il direttore Nico Perrone, Il Sole 24 ORE, Avvenire.
Durante la cerimonia è stato presentato in anteprima il video, realizzato da Artigiani Digitali, sul nuovo percorso di formazione del Faro per giovani donne rifugiate. Una iniziativa che ha incluso un’attività di laboratorio teatrale tenuto dalla regista Nube Sandoval, culminata nello spettacolo “Il banchetto di Babele”.
“Con maggiori risorse potremmo fare di più, la nostra struttura ce lo permetterebbe. E i ragazzi ce lo chiedono sempre con maggiore forza” ha commentato Gianni Del Bufalo, direttore generale del Faro. “Quando apriamo le selezioni per i nostri corsi, in meno di 10 minuti riceviamo oltre 500 domande di partecipazione. Mentre i posti disponibili sono al massimo 60 per sessione didattica”.
Nel corso degli anni il numero degli allievi stranieri e di quelli italiani è cambiato, per effetto anche della crisi: attualmente il rapporto è 50 per cento italiani e 50 stranieri. Fino al 2013 gli stranieri rappresentavano il 70 per cento del totale.
Gli allievi della sessione appena conclusa provengono da più di 20 diversi paesi: tra questi Senegal, Repubblica Democratica del Congo, Mali, Eritrea, Gambia, Nigeria, Costa d’Avorio, Guinea, Camerun, Etiopia, Mauritania, Afghanistan, Romania, Ucraina, Italia, Moldavia, Bangladesh, Filippine, Venezuela, Perù.