Ieri sera, di ritorno dal mare, mi sono fermato per una breve sosta in un Autogrill sulla Civitavecchia-Roma. Alla cassa ho chiesto un biglietto gratta e vinci da 3 euro. Abbiamo solo il Forza Italia mi risponde linserviente. Non so perché, forse stanco della lunga fila in autostrada, ma questa frase ha scatenato in me una reazione scomposta. Vorrà dire Forza Azzurri! replico. E poi continuo a commentare gli farei causa ma le sembra corretto che noi italiani non possiamo più neanche incitare i nostri calciatori ai mondiali nella maniera che per decenni è stata la più usata e naturale?… E le sembra normale che i Monopoli di Stato siano obbligati a stampare i nuovi gratta e vinci con su scritto Forza Azzurri piuttosto che Forza Italia, come sarebbe più esplicito, chiaro ed anche bello, da quando questo slogan è stato scippato dai furbi comunicatori del nostro Premier?
Eppure ricordo di aver letto da qualche parte che parole di uso comune e frasi popolari, non potevano, almeno fino a qualche tempo fa, diventare proprietà di nessuno e sussisteva il divieto di utilizzarle in campagne commerciali. Mi sarebbe sembrato normale anche limitarne luso per il nome di un partito.
Cè una latente scorrettezza, un po come se in atletica leggera qualcuno partisse già qualche metro più avanti al via, una neanche troppo nascosta volontà di trasformare un pubblico dominio in proprietà privata. E tutto questo lascia un sapore amaro in bocca.
Certo, diranno i più, ci sono cose ben più gravi e urgenti da trattare e poi, ormai Forza Italia è confluita nel PDL. È vero, concordo, ma se ancora oggi e combinazione proprio in queste giornate calcistico mondiali – il nostro Presidente del Consiglio lancia videomessaggi alla nazione utilizzando ancora il sito forzaitalia.it (chiaramente segnalato con dovizia di particolari da quasi tutti i telegiornali nazionali) significa che luso improprio di questa magica frase è ancora attivo e vantaggioso.
Sono passati tanti anni, da quando cioè anche il grido Forza Italiaè diventato identificativo di unarea politica, ma forse cè ancora tempo e modo per indignarsi. Forza!