Che la rete, Internet, abbia cambiato la nostra società ed il nostro mondo personale e professionale è un fatto ormai evidente anche per i più scettici ma si è investigato poco sul contributo che la  rete ha dato alla crescita globale, alla produttività ed all’occupazione. McKinsey Global Institute (MGI) attraverso un suo studio “Internet matters: The Net’s sweeping impact on growth, jobs, and prosperity” (www.mckinsey.com/features/sizing_the_internet_economy.aspx ) ha esaminato le Internet economies di 13 paesi, le nazioni del G8 (Canada, Francia, Germania, Italia,Giappone, Russia, Regno Unito e Stati Uniti) insieme a Brasile, Cina, India, Sud Corea e Svezia (queste ultime due scelte per il loro elevato tasso di penetrazione di Internet).

Da questa analisi emergono alcune informazioni importanti:

  1. Nei 13 paesi analizzati Internet ha contribuito mediamente al 3.4% del PIL per arrivare a punte del 6 %, più dell’agricoltura, dell’energia e di altre industrie  consolidate.
  2. Il contributo di Internet alla crescita del PIL nei paesi maturi è cresciuto del 20% negli ultimi 5 anni raddoppiando rispetto ai tassi degli ultimi 15 anni.
  3. A livello occupazionale per ogni posto di lavoro distrutto Internet ha creato 2.4 posti di lavoro che, nelle 4,800 PMI investigate, raggiunge un tasso del 2.6.
  4. Le PMI che usano Internet in maniera intensiva crescono ed esportano ad un tasso doppio rispetto alle altre.
  5. Le persone collegate in Internet sono 2 Miliardi con un tasso di crescita di 200 ML all’anno (Cina e Brasile crescono al 20%).
  6. I benefici di questo valore economico ricadono al di fuori del mondo ICT e per il 75%  su industrie tradizionali.

Il posizionamento dell’Italia in questo contesto è piuttosto avvilente ma non è una sorpresa  visto che nell’ultima classifica del 2011 per la penetrazione e l’utilizzo di Internet siamo al 53.mo posto con il nostro modestissimo tasso del 51,70% della popolazione (dietro potenze mondiali come Malesia, il Liechtenstein, il Tokelau e il Qatar).

Da questo quadro  piuttosto allarmante un gruppo di lavoro del PD romano ha deciso di verificare sul campo questa distanza e mettere a confronto le realizzazioni di due siti istituzionali, il sito del Comune di Roma  www.comune.roma.it )e d il sito del Comune di Londra, (www.london.gov.uk)  per raccogliere degli spunti di riflessione concreti.

Prima però una piccola premessa: il Web 2.0 è un termine coniato nel 2004 ed utilizzato per indicare uno stato dell’evoluzione di Internet  rispetto alla  condizione precedente. Si tende a indicare come Web 2.0 l’insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di  interazione tra il sito e l’utente (blog, forum, chat, sistemi quali Wikipedia, Youtube, Facebook, Myspace, Twitter, Gmail, WordPress, Trip  advisor ecc.).

La locuzione pone l’accento sulle differenze rispetto al cosiddetto Web 1.0, diffuso fino agli anni novanta, e composto prevalentemente da siti web statici, senza alcuna possibilità di interazione con l’utente eccetto la normale navigazione tra le pagine, l’uso delle e-mail e dei motori di ricerca.

“Il Web 2.0 costituisce anzitutto un approccio filosofico alla rete che ne connota la dimensione sociale, della condivisione, dell’autorialità rispetto alla mera fruizione: sebbene dal punto di vista tecnologico molti strumenti della rete possano apparire invariati (come forum, chat e blog, che “preesistevano” già nel web 1.0) è proprio la modalità di utilizzo della rete ad aprire nuovi scenari fondati sulla compresenza nell’utente della possibilità di fruire e di creare/modificare i contenuti multimediali”(Wikipedia).

Fatta questa premessa, è importante sottolineare come tra i due portali,comune di Roma e comune di Londra esistono  differenze fondamentali, quelle di tipo progettuale e quelle di tipo realizzativo.

Differenze progettuali:

–        Comune di Roma: il sito è evidentemente stato concepito come un sito Web 1.0, ovvero un sito “vetrina” stile anni ‘90, molto statico, con una scarsa interazione del cittadino, nessuna possibilità di creare contenuti, caricarli, o interagire in alcun modo. Il cittadino può navigare varie sezioni eventualmente scaricare dei contenuti ma è di fatto una navigazione totalmente “passiva”.

–        Comune di Londra: il sito è stato concepito in una logica moderna, da sito Web 2.0; molto più dinamico ed orientato ad una partecipazione attiva; il sito è pieno di link a servizi esterni di social networking (Facebook, twitter etc..) e il messaggio dominante è “GET INVOLVED”! (“Partecipa!” “Fatti coinvolgere!”). Il tutto integrato in un contesto perfettamente armonizzato che permette agli utenti di caricare foto, mandare messaggi, email: insomma un’interazione totale del portale con il navigatore. I contenuti multimediali sono presenti in tutte le sezioni: si va dai file, alle immagini, ai video, ai webcast (presentazioni video con scopi didattici o di comunicazione) .      

 

Differenze realizzative:

Grafica

–        Comune di Roma: il sito presenta una grafica confusa, in cui si mescolano contenuti e sezioni informative senza una strategia di comunicazione articolata e precisa; alcune immagini sono mal fatte, mescolate e sparpagliate senza una logica coerente. Il testo è presente in maniera abnorme e quasi soffocante, per cui un utente si perde già nella homepage. La navigazione è complessa e senza criteri comprensibili.

–        Comune di Londra: il sito presenta una grafica più dinamica, semplice, poche sezioni e molto immediate; la comunicazione è stata studiata per dare un forte impatto anche personale (capeggiano foto del sindaco, inviti a “Scrivi a Boris” , Boris Johnson è il sindaco, segui i twitter di Boris, etc..). Il tutto rende la navigazione più intuitiva ed anche più essenziale, nonostante il sito sia “elefantiaco” come quello del Comune di Roma.

 

Contenuti

–        Comune di Roma: La sezione dedicata ai servizi per i cittadini fa pensare alla peggiore burocrazia resa digitale, con l’aggravante che le procedure di accesso e di autenticazione dei cittadini, anche quelle di base, necessarie per usufruire dei servizi digitali (sezione “Entra nell’area riservata”)  NON FUNZIONANO! Sono assenti alcune grandi tematiche, significativamente presenti e con un approccio di informazione/formazione in altri siti di capitali europei (ambiente, trasporti, settore educativo, lavoro, giovani). I siti dei municipi presentano gli stessi gravi difetti d’impostazione e di carenza di contenuti del sito del Comune di Roma. Ne risulta un sito confuso e che, paradossalmente, non è nè funzionale nè funzionante.

–        Comune di Londra: Esistono una serie di sezioni informative sulle attività della giunta, impostate in maniera classica (documenti, pdf da scaricare, doc, immagini ed altro); queste sezioni però risultano aggiornate e contemplano le politiche di intervento  sulle grandi aree tematiche (ambiente , trasporti, lavoro, salute, sicurezza, economia, istruzione, etc.). Vi è poi spazio per sondaggi periodici e iscrizioni a mailing list,. Sono inoltre previsti download di documenti, mappe interattive, report on line generati dai cittadini per denunciare eventi che riguardano il degrado delle strade, la sicurezza, l’inquinamento. La sezione del volontariato (http://www.london.gov.uk/teamlondon/volunteers) è un esempio veramente interessante di perfetta integrazione di servizi Web2.0. Ne risulta un sito semplice, funzionale e molto moderno.

  

Conclusioni : purtroppo la distanza che c’è tra l’Italia ed i paesi industrializzati come l’Inghilterra, anche da questo piccolo studio,  risulta  piuttosto evidente; non è un caso che il peso dell’Internet economy in Inghilterra sia pari quasi al 6% del PIL, mentre in Italia ci si attesta ad un modesto 2%.   

La politica non deve più ignorare un dato di questo tipo e non deve sottovalutare le conseguenze del fatto che l’Italia continui a rimanere indietro rispetto al resto del mondo.