Una nuova Giornata del Rifugiato. Speravamo di celebrarla nel 2007 alla luce di cambiamenti sostanziali, ispirati a una reale tutela dei diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati. E invece, ancora una volta, non sarà così. Le possibilità di approvazione di una legge organica sono molto fragili e le stesse novità proposte in materia dal Governo si stanno limitando a provvedimenti minori, insufficienti a modificare le chiusure e gli ostacoli introdotti dalla Bossi Fini anche per i richiedenti asilo.
L?incapacità del Governo di varare provvedimenti che pure sarebbero urgenti (l?Italia continua a vantare il triste primato di unico paese europeo a non avere una legge sull?asilo) è certamente collegata alla scarsa presa di coscienza che si ha del tema dei rifugiati e delle migrazioni forzate nel nostro paese. Gli stessi mass media spesso parlano di rifugiati o più genericamente di profughi come di un?emergenza da affrontare e risolvere, dando così una visione approssimativa e mendace di un fenomeno ben più complesso che oltre a presentare aspetti di problematicità, offre molteplici possibilità di crescita e arricchimento per il nostro paese. I più indifesi fruitori di un?informazione di questo tipo spesso sono i giovani, i veri protagonisti di una società che cambia, si trasforma e cresce grazie anche alla presenza sempre più significativa di persone straniere.
Lo slogan ?Ritorniamo all?asilo?, scelto dal Centro Astalli per la Giornata 2007, vuole puntare i riflettori sul ruolo svolto dalla scuola italiana. È il luogo deputato alla formazione culturale delle nuove generazioni e per questo non può non investire risorse nel diffondere una cultura dell?accoglienza e del rispetto dei diritti umani.
L´educazione ai diritti umani e alla convivenza interculturale non compare ancora in maniera strutturata nei programmi scolastici, ma negli ultimi anni sono state molte le iniziative autonome ed originali da parte di singole scuole e del mondo associativo per cercare di diffondere tra gli studenti una coscienza civica nel rispetto dei diritti umani.
In tal senso la testimonianza dei rifugiati nelle scuole, che ormai da sei anni è prevista dai progetti per studenti proposti dal Centro Astalli, è un contributo prezioso che ci viene offerto da chi troppo spesso si ritiene non abbia nulla da dare. Conoscere i rifugiati e ascoltarne le storie vuol dire restituire loro la dignità che meritano e offrire a noi stessi la possibilità di capire che il rispetto universale dei diritti umani inizia da azioni semplici e concrete, come far sentire a casa anche chi arriva da lontano. Un compito e un impegno per tutti, ma a cui molti si sottraggono, a partire dalle aule del Parlamento.