Martedì 25 ottobre ore 13.30, a Firenze, vicino piazza della Signoria, una famiglia in visita passeggia osservando le vetrine.
Ad un certo punto la mamma, allarmatissima, dopo aver urlato, corre velocemente verso degli agenti di polizia presenti nei pressi avvertendoli di fermare due donne, rom ree di aver tentato di rapire la figliola strappandola dal passeggino.
Immediatamente le due donne vengono fermate ed arrestate.
La notizia viene ripresa tempestivamente dagli organi di stampa, con la conseguente ondata di indignazione generale contro chi, si sa, ruba i bambini.
Le reti televisive aprono i loro tg con la notizia: le due donne circondate di agenti vengono riprese dalle telecamere e poste alla pubblica gogna, al contempo si plaude all?intervento immediato delle forze di pubblica sicurezza.
Osservando il tutto, un duplice sentimento mi assale: il primo è di sgomento per i nomadi che ancora esercitano queste barbarie, il secondo è di sconcerto perché mi sembra assurdo tentare il rapimento di un bambino nel centro di una strada affollata di Firenze, con i genitori vicini.
Ma sentendo la mamma intervistata ogni dubbio mi viene fugato, la figlia aveva certamente subìto un tentativo di rapimento.
Naturalmente tutto bene quel che finisce bene, i mostri in carcere e noi con maggiore ostilità verso chi, si sa, ruba i bambini.
All?improvviso però il tutto riesplode, infatti il giudice titolare del caso scarcera una delle nomadi per carenza di gravi indizi. Pare ci sia stato un testimone oculare che abbia dichiarato che la nomade scarcerata non si sia nemmeno piegata sul passeggino, mentre l?altra avrebbe toccato un piede del bambino ma più che altro con una carezza.
Conseguentemente altra bufera mediatica e stavolta entrano in campo i nostri magnifici governanti con il Ministro della Giustizia Castelli, ripeto Ministro della Giustizia, che afferma con decisione: ?chi giudica deve tenere presente anche il comune senso di giustizia avvertito dal popolo?.
Naturalmente parte da un deputato di Alleanza Nazionale anche un?interrogazione parlamentare per mandare un?ispezione alla procura di Firenze.
Appena letto il tutto mi sento ancora più di prima sorpreso e sgomento.
Sorpreso, ma non troppo, perché i miei dubbi erano fondati nel ritenere improbabile un rapimento in quella situazione.
Sgomento per le dichiarazioni del Ministro della Giustizia.
Di solito si insegna che un fatto è un fatto, ora se si dimostra che il fatto non sussiste non è perseguibile, quindi se si vuole condannare una persona perché appartenente ad un?etnia sgradita, lo si faccia, purché si cambi il sistema giudiziario portando come centro decisionale la piazza.
Purtroppo Ministro il comune sentire popolare rimane per legge e per fortuna, dico io, fuori dal contesto di valutazione dei fatti ed inoltre bisognerebbe, proprio per la delicatezza del compito, lasciare sereno chi deve con rigore accertare e giudicare i fatti senza che interferenze esterne possano turbare la coscienza di chi è preposto alla decisione.
È possibile poi che bisogna sempre rendere l?opinione pubblica protagonista e giudice di tutto, per poi strumentalizzarla a fini politico-elettorali?
Insomma caro Ministro, nonostante lei pensi il contrario, non crederò mai che un giudice – per quanto comunista – abbia potuto scarcerare una ladra di bambini.