E insomma non bastano l’afa ed il termometro bollente di questi giorni. A scaldare le discussioni politiche ci si mette anche il genovese nazionale.

Sembra ormai sicuro che questa benedetta tessera del PD l’abbia presa, ad Avellino, ma il diktat del top management del Partito Democratico resta pesante: niet!
E meno male che si chiama ?partito democratico?: chissà mai se tornerà, questo democratico; da come è iniziato questo gossip estivo, sembra di no, ma è un pezzo che non mi meraviglio più delle capacità di camaleontismo e dei record di giramento di frittata che i nostri stimati politici sanno compiere. Sta a vedere che per le primarie sono di nuovo grandi amiconi.

Ma perché tutto questo clamore, mi sono chiesto. Se decidessi di prenderla io, la tessera del PD, mi si spalancherebbero le porte, se decide di prenderla un’altra persona, che si chiama Beppe Grillo, non se ne fa nulla.

Leggendo sommariamente i giornali italiani (quelli stranieri accennano o tacciono proprio la questione, e a ben ragione), sembra che le motivazioni siano dell’ordine: il PD non è un mezzo di trasporto, il PD è una cosa seria, non si entra nei circoli che fino a poco prima si è denigrato. Vediamo un po’ meglio.

Che il PD non sia un mezzo di trasporto fisico, ci può pure stare, ma non cambia di una virgola la questione: non lo è nessun partito o pseudo partito politico, quindi come affermazione per negare una tessera, non ha senso. Che sia un mezzo di trasporto figurato per salire al potere, entrare in politica e fare i propri comodi, lo sanno tutti e tutti lo fanno, PD compreso, quindi anche in questo senso la risposta è quanto meno falsa.
Dice che il PD è serio. Di solito, per giudicare la serietà di una persona o di un progetto qualsiasi, si valuta la bontà, i vantaggi, il comportamento, e poi si traggono delle conclusioni. Ora, un partito che negli ultimi anni è stato solo capace di dividere e dividersi al suo interno, che non è stato in grado di sciogliere i grandi problemi dello status politico italiano (conflitto di interessi in primis), che non ha proposto alle recenti elezioni uno straccio di programma ?di sinistra? a lungo termine (ma nemmeno proposte concrete), nè in ambito amministrativo nè europeo anche contro questa crisi economica, che manca totalmente di contatto con la base elettorale e non riesce a vedere più in là del proprio naso, o meglio, del proprio fondoschiena e della poltrona su cui accovacciarlo, io personalmente stento parecchio a definirlo ?serio?. A prima vista mi sembra molto più serio il programma di un comico, il che è tutto dire.
Non si accettano, infine, persone poco gradite che fino a poco prima schernivano il direttivo e adesso chiedono la tessera. Vogliamo cominciare a fare la lunga lista delle personalità politiche che hanno attraversato il parlamento a 360°, a forza di girare in un senso e nell’altro, e sempre bene accolte perché portatrici di qualche manciata di voti? Ma non si parlava di serietà? Io qui ci aggiungo che manca anche l’onestà ed un pizzico bello grande di umiltà.

Sempre per come la vedo io, normalissimo cittadino italiano ed elettore, si intende.
Insomma, al di là dei codicilli, come nelle migliori tradizioni di azzeccagarbugli italiane, non vedo uno straccio di motivazione vera, questa volta sì, seria, per non dare a Grillo una tessera.

L’unica motivazione che vedo, si riassume in due parole: ?fifa blu?. Il PD ha una paura matta che la presenza di Grillo cambi veramente qualcosa nel delicato equilibrio degli inciuci e del potere costituito, fra Destra (esiste ancora?) e Sinistra (non esiste più!). La sensazione che se non tutto, almeno una buona parte del programma di Beppe, possa effettivamente realizzarsi, è percepita come un pericolo mortale per lo status quo, ergo, questo tesseramento non s’ha da fare. E meno male che stiamo parlando di un Partito Democratico, che non mi sembra un campione di vittorie elettorali, e che quindi dovrebbe cominciare a cambiare qualcosa, sul serio, dall’interno.
Ma è veramente difficile, diciamolo pure, impossibile, cambiare le regole burocratiche e di casta verticale del PD, i cui esponenti non si sanno guardare attorno, per capire che la società piramidale che ha funzionato per millenni, oggi si sta sgretolando, e, soprattutto fra i giovani, avanza inarrestabile il concetto di società orizzontale, per dirla alla moderna, ?peer to peer?, di parità; ed è proprio parità che molti iscritti al PD vanno chiedendo al vertice, il quale, sordo, nega e si impone con l’unica modalità che gli è rimasta: il cavillo burocratico. Ah, bei tempi i vecchi tempi, quando bastava una nota del Partito e tutti chinavano il capo!

Ignazio Marino sembra essere l’unico a voler accettare la novità, sostenendo che in fondo, se le proposte sono valide, meritano di essere quanto meno ascoltate. Beata ingenuità?

Ma sono l’unico (domanda pleonastica) a capire che Grillo non sarà mai segretario del PD, semplicemente perché lui di professione fa altro? Sono l’unico ad essere contento nel vedere (condivisibili o meno, ma almeno c’è qualcosa di concreto su cui ragionare) un programma con idee chiare, definite, senza giri di parole, che mira ad obiettivi pratici (e quasi tutti attesi da anni, ma ovviamente inattuabili, vedi ad esempio il ?parlamento pulito?), a mio modesto avviso pure di sinistra? Ma è così assurdo pensare che una volta che Beppe scuota l’elettorato, riportandolo a votare verso un gruppo politico unico, grazie alla sua innegabile capacità mediatica, poi dovrà per forza lasciare gli spazi decisionali ad altri, non essendo lui un politico (e secondo me non lo vuole nemmeno fare)? Certo, gli ?altri? non saranno ?questi?, ma stiamo parlando di un cambiamento sociale delle politica italiana per il bene del Paese (mi viene da ridere a scrivere assieme queste parole così inflazionate!), oppure no? Ma perché non si capisce che bisogna cambiare si, ma guardando un po’ più in là, sapendo trarre tutti i vantaggi possibili da questa nuova situazione, senza arroccarsi nelle proprie posizioni? Sarebbero questi i grandi statisti che ci devono far uscire dallo stato di polizia e di dittatura in cui stiamo precipitando? Ci sono arrivato io che non sono nessuno, non ci arriva nessuna testa fina del PD?

Non ci credo, non è possibile.
La spiegazione deve essere diversa.
E quindi: Beppe Grillo è una mina vagante, è pericoloso perché dice cose ?populiste? (che siano quanto meno analizzabili e che abbiano un seguito fra la gente, non ha nessuna importanza), è troppo destabilizzante per il sistema, e quindi va rifiutato con i codicilli. Dimenticando che un altro primato dell’italico popolo è l’applicazione della massima ?fatta la legge, trovato l’inganno?.

E con queste premesse democratiche, io dovrei votare PD?

Carlo


Caro Carlo,
Ho trovato il titolo per il tuo stimolante intervento che,
democraticamente, pubblicheremo: GRILLO, SANTO SUBITO !

Vedi, caro Carlo, io sono convinto, sempre più, che lo sviluppo,
l’innovazione vera e durevole, non siano frutto di un evento ma bensì
sono il prodotto di un processo. Ed è su questo che ha fallito
Veltroni.
Per questo non mi entusiasmano le primarie e tantomeno mi
appassiona Grillo. Ma ritengo che anche queste siano occasioni per
inserire un tassello al duro percorso del rinnovamento della politica
in Italia.

Se Grillo risveglia la ‘rabbia politica’ del mio amico Carlo: Grillo, santo subito!
Da qui ripartiamo.

Ciao
Amedeo