Hackability è un’associazione no-profit, nata nel 2016, che coniuga le competenze di designer, maker, artigiani digitali, con i bisogni e la creatività delle persone con disabilità, attraverso una specifica metodologia di co-progettazione.
Per fare cosa? Attraverso l’uso di nuove tecnologie, come le stampanti 3D e le schede open source, si realizzano soluzioni personalizzate, in grado di rispondere alle esigenze specifiche di chi ha limitazioni nella propria autonomia per motivi di salute: oggetti d’uso comune e presidi sanitari, più o meno complessi, ma sempre su misura, a basso costo e soprattutto scalabili.
Telecomandi universali, bracci meccanici, forchette, plance ergonomiche, bastoni da passeggio personalizzabili, alcuni esempi delle soluzioni trovate, sempre a costi accessibili per tutte/i.
La progettazione, attraverso il Co-Design e l’Open Innovation, sviluppa inclusione sociale, da una parte, e genera ricerca, conoscenza e know how sulle modalità per superare le problematiche quotidiane legate all’accessibilità, dall’altra.
Una piccola, grande, rivoluzione pratica dove l’impegno civile, attraverso la tecnologia e la co-progettazione, porta a soluzioni sia individualizzate, sia utili, in realtà, per tutti: la condizione per collaborare con hackability, infatti, è che i progetti generati attraverso questa metodologia di lavoro siano open source e modificabili per essere riprodotti e personalizzati nuovamente, semplicemente modificando il file del progetto, reso facilmente reperibile, sotto licenza Creative Commons-BY-SA-NC, sulla piattaforma stessa dell’associazione, www.hackability.it.
Questo ha portato fin da subito ad abbattere i tradizionali costi del lavoro ‘artigianale’, inevitabilmente alti perché legati alla necessità di realizzare pezzi ‘unici’, su misura, grazie alla possibilità di condividere i progetti realizzati attraverso file digitali facilmente editabili e immediatamente riproducibili, grazie alla tecnologia della stampante 3D. Le persone con disabilità, attraverso questa metodologia, hanno un ruolo attivo e si sperimentano come designer (e, a volte, hacker) nell’attività di immaginare nuovi oggetti per i loro obiettivi pratici, o di piegare quelli esistenti alle proprie esigenze specifiche. Non persone da assistere, ma co-costruttori di soluzioni per sé e per gli altri.
Un pò di storia
L’idea alla base di Hackability nasce dopo una ricerca nel 2011 del CNA torinese, in cui il coordinatore, Carlo Boccazzi Varotto, ricercatore, attivista digitale, project manager, e futuro fondatore di Hackability, ha la possibilità di intervistare più di 90 persone con disabilità, per lo più nell’area motoria, sulle esigenze specifiche nel campo della domotica. Dalla ricerca, diviene evidente l’importanza di oggetti d’uso quotidiano adattati alle loro necessità e di come questo adattamento sia possibile attraverso l’impegno di artigiani capaci di personalizzare questi oggetti comuni per tutti/e. Da questa esperienza, nasce la consapevolezza dell’impatto sociale della stampante in 3D in quest’ambito.
Individuato l’obiettivo, nasce il metodo, sperimentato per la prima volta nel 2015 in collaborazione con l’Università di Torino, basato sulla co-progettazione, anch’esso open source, ossia disponibile per chi volesse replicarlo.
Nel 2016, nasce l’associazione: molte le realtà ed i brand che hanno chiesto, in questi anni, la consulenza di HACKABILITY: nel 2017, l’European Social Innovation Competition, ha individuato questa metodologia di lavoro come una delle 30 azioni in grado di diffondere in Europa i vantaggi del cambiamento tecnologico. L’anno successivo, il gruppo Barilla l’ha voluta al suo fianco per sviluppare soluzioni che facilitino l’autonomia in cucina e, in quello stesso anno, ha conquistato il premio “Io Lavoro” della Regione Piemonte. Nel 2019 è stata chiamata dalla Juventus a co-progettare soluzioni finalizzate ad una piena e soddisfacente fruizione del suo stadio da parte delle persone con disabilità. In quello stesso anno la metodologia della non profit è entrata ufficialmente nell’ADI Design Index, selezione che ogni anno raccoglie il miglior design italiano. In breve, HACKABILITY si è ritrovata oltralpe, a Parigi, presso Harrys e Wasa, che hanno chiesto la sua consulenza per progettare nuovi prodotti da forno. Nel 2020, Toyota Motor Italia e Arriva Sadem l’hanno scelta per ragionare di accessibilità e mobilità, sia personale che collettiva. Infine, non possono essere citate le collaborazioni con diverse ASL Piemontesi, che ha reso possibile l’obiettivo di personalizzare presidi e strumenti utili per le persone in carico presso l’Unità Spinale (strutture dedicate alla presa in carico di persone con lesione midollare).
Il presente e il futuro
Attualmente Hackability sta affrontando la sfida della distribuzione e disseminazione dei propri risultati in due direzioni: costruire e consolidare una rete di laboratori territoriali di produzione artigianale tramite la stampante 3D; formare all’uso autonomo delle tecnologie digitali le persone con disabilità stesse e i loro caregiver, affrontando al contempo la sfida di rendere le stesse stampanti 3D accessibili per tutte/i. Contatti La sede principale di Hackability si trova a Torino in via Bezzecca 11,10131. Per contatti telefonici comporre il 97813240013, oppure utilizzare i social ( twitter, istagram e facebook dal quale si può risalire a watsapp).