Ebbene sì, era prevedibile. Nel mondo dell?informatica si dice spesso che l?unico computer sicuro è (forse) quello spento, poiché in casa Microsoft e dei suoi collaboratori i PC lavorano notte e giorno, era solo una questione di tempo. Ma andiamo con ordine. Giorni fa è apparsa la notizia che alcune parti del codice sorgente dei sistemi operativi di Microsoft è sfuggito al controllo ed è ora in giro per Internet. Il codice sorgente consiste in tutte quelle istruzioni, difficilmente comprensibili all?occhio umano, che permettono il funzionamento del programma. Accedere al sorgente significa capire riga per riga cosa fa quel programma, ed eventualmente cambiarlo o sfruttarlo, nel bene e nel male. I sistemi operativi interessati sono Windows NT4, Windows 2000 e in parte l?ultimo arrivato XP. In effetti, poiché in Microsoft si tende spesso a riutilizzare porzioni di uno stesso codice in diversi programmi, si viene a creare una stratificazione a furia di ?copia & incolla? che spesso crea più confusione che altro. Le conseguenze sono evidenti: nel giro di pochi giorni è stata aggiornata la già lunga lista delle falle in Internet Explorer versione 5 proprio grazie allo studio del codice trafugato. Da qui a creare l?ennesimo virus informatico, ci vuole veramente poco.
La casa di Redmond non ci fa una bella figura, per una serie di motivi. Innanzitutto il concetto di sicurezza per gli utenti tanto sbandierato si è rivelato fallace una volta di più, e Microsoft non riesce a garantirla non solo per i propri clienti, ma nemmeno per i suoi segreti più preziosi: i sorgenti. Inoltre crolla il dogma secondo cui ?è sicuro perché è segreto?, e non perché è conosciuto ed affidabile. In ultimo, grazie ai commenti vicino al codice sorgente, ci si rende conto che gli stessi programmatori non sanno come funziona interamente il codice, cosa fa, e soprattutto perché non funziona. E se non lo sanno loro? La prossima volta che vi si bloccherà Windows facendovi perdere il documento importante a cui stavate lavorando, sapete a chi rivolgere le giuste lamentele.
A questo punto inseriamo nel discorso una giovane variabile ma che si fa sempre più strada nella Società dell?Informazione e che sarà sicuramente al centro di altri articoli futuri: Linux. Detto brevemente, si tratta di un altro sistema operativo, di gran lunga superiore a qualsiasi Windows. La grossa differenza fra i due sistemi è la filosofia alla base: Linux è Open Source, Windows è Closed Source. Stringendo all?osso, significa che il codice sorgente (source) di Linux è libero, gratuito, disponibile a tutti, quello di Windows è chiuso, protetto, dovrebbe restare nascosto. La domanda sorge spontanea: se il codice di Windows è segreto ed è comunque pieno di problemi, come è possibile che quello di Linux sia accessibile e allo stesso tempo possa fornire prestazioni in ambito di sicurezza, stabilità e affidabilità di gran lunga superiori? Semplicemente, se il codice in partenza è scritto bene, allora è facile leggerlo, correggerlo e mantenerlo aggiornato, ma se è un fritto misto di istruzioni copiate di qua e di là, inevitabilmente qualcosa sfugge, il baco è in agguato e i pirati informatici ne approfittano. Chi ci va di mezzo, sono solo i clienti Microsoft, ossia chi ha pagato per non avere la sicurezza dei propri sistemi.
Sono state formulate anche alcune teorie di complotto, ossia che la società americana abbia volutamente rilasciato parte del codice, facendo finta che sia stato trafugato da una società (la Mainsoft) che collabora allo sviluppo dei programmi per conto di Microsoft. Ma forse questa volta non serve spingersi così lontano.
In definitiva, noi uomini della strada digitale di questa nuova Società, cosa possiamo imparare da questo avvenimento? Innanzitutto che i sistemi operativi Microsoft non sono gli unici che permettono di far funzionare un computer. Secondo poi che è bene per lo meno diffidare dei comunicati commerciali in fatto di sicurezza di tali prodotti. Che esiste una filosofia diversa e opposta a quella del copyright a tutti i costi. Una filosofia, ecco il tema fondamentale che riprenderemo prossimamente, che non solo mette a disposizione di tutti le fatiche del proprio lavoro, ma che di questo ne fa un vanto e un grandissimo punto di forza, in barba all?allungamento dei diritti sul copyright e alla protezione assoluta e totale del prodotto umano; segretezza che, come abbiamo visto, non è possibile mantenere ad libitum, e che ci spinge a porgi un?ultima domanda: io, che ho pagato fior di quattrini la licenza per usare un programma sul mio computer, cosa ho comprato?
Apparenze e conseguenze di un fatto prevedibile.