All?inizio del 2007 è stato rilasciato il nuovo sistema operativo targato Microsoft, chiamato Vista. Il battage pubblicitario, manco a dirlo, ha investito tutti i media possibili, sprecando i proverbiali fiumi di parole digitali che decantano le qualità e gli intrinseci vantaggi di questo prodotto, realizzato con il lavoro di più di ottomila addetti e con un investimento di 6 miliardi di dollari. Non mancano ovviamente le critiche ed i pareri discordi, oltre a tanta disinformazione. Cerchiamo di mettere un po? d?ordine e di vedere il punto di vista dell?uomo della strada che vive nella Società dell?Informazione.
Il principale punto di attenzione viene solitamente evidenziato nella dotazione hardware necessaria, che definire ?generosa? è un eufemismo, soprattutto considerata la potenza delle macchine che mediamente sono già presenti nelle nostre case e gli usi effettivi che abitualmente facciamo dei computer. Volendo andare sul sicuro la maggioranza di noi dovrebbe provvedere ad un notevole aumento della memoria RAM, della capienza dell?hard disk e molto probabilmente a cambiare processore e scheda grafica, ossia tutti componenti che fino a qualche mese fa ci sono stati propinati come l?ultimo grido tecnologico. In una parola, farsi un PC nuovo. Si può rinunciare a questi aggiornamenti a patto di non cedere alle tentazioni della nuova e luccicante interfaccia grafica e ad altre piccole e grandi prestazioni dichiarate come vanto dalla società di Redmond. Ma allora, se devo usare un sistema operativo ridotto al minimo, non posso tenermi quello che già ho?
Quasi tutti gli esperti ed il ministero dell?Educazione inglese dicono di si, Microsoft dice ni. La stessa casa produttrice ha in verità messo a disposizione dei test e dei programmi gratuiti affinché ciascuno possa verificare le risorse hardware necessarie, ma sembra che anche macchine recentissime non siano proprio ottimizzate per ottenere il meglio da Vista. Per non parlare delle implicazioni ambientali ed economiche, abilmente trasformate in vantaggi economici dalla pubblicità. Microsoft spera di veder installato il sistema operativo entro la fine del 2008 su più di 200 milioni di macchine, il che significa 40 milioni di tonnellate di combustibile, 4.400.000 tonnellate di sostanze chimiche pericolose impiegate e 300 milioni di metri cubi di acqua potabile sprecati (secondo i calcoli dell?Università dell?ONU), senza vantaggi per l’utente e senza contare lo smaltimento delle macchine attuali.
Si, perché alla fin fine, la domanda che ognuno di noi deve porsi di fronte alla necessità, vera o presunta, di cambiare computer resta sempre la solita: ma cosa ci devo fare con il PC? Al di là di quello che la pubblicità dice, l?uso quotidiano e casalingo si accontenta di poche risorse e velocità di calcolo, che richiedono sistemi operativi anche un po? datati, ma conosciuti. Dovremmo forse quindi ringraziare una multinazionale americana perché ci fa spendere tanti soldi in una cosa che adesso ai più non serve, mascherandola come sviluppo economico (però non sostenibile)?

Un secondo cruciale punto consiste nei lucchetti digitali di cui il sistema è infarcito. Strano ma vero: se a Vista non si abbinano le periferiche (monitor, stampanti, scanner, ecc.) che sono stati espressamente autorizzati dai grandi consorzi della produzione, non sarà possibile godere dei film, giochi o della musica legittimamente acquistata. Certo, i DVD si vedranno lo stesso, ma con un visibilissimo peggioramento della qualità, nel caso, non proprio remoto, che le case di produzione di cinema istruiscano il computer per non fidarsi dei vostri prodotti di intrattenimento, basandosi sui sistemi anticopia inseriti nei supporti. Questo è il punto più controverso del concetto di Trusted Computing, su cui comunque ritorneremo: nelle intenzioni dei ?grandi? dovrebbe essere sinonimo di informatica di cui ci si può fidare, ma in verità si tratta di informatica che non si fida dell?utente, nonostante quest?ultimo abbia pagato caro hardware, software e contenuti multimediali.
Non ci sono troppe limitazioni per i video e gli audio realizzati in proprio, così come per la musica ed i film piratati, che per definizione sono privi di sistemi anticopia. Ed ecco qui la dimostrazione palese dell?assurdo: l?utente onesto viene punito se il nuovo schermo piatto non è compatibile con i dettami delle grandi case, anche se non c?è alcuna ragione tecnologica perché non lo possa essere. Si tratta solo di una questione di software, che come tutti sanno, basta aspettare un po? e si trova il modo di aggirarlo.
Ma vedere i film scaricati o copiati è molto più semplice e sicuro, per l?utente medio, che vede nella pirateria la soluzione veloce per godere di film e musica senza troppe preoccupazioni di compatibilità, marchi, diritti e quanto altro.

Questa è solo la proverbiale punta dell?iceberg. Altri spunti di riflessione ed eventuali consigli per evitare la fine del Titanic al prossimo articolo.