Berlusconi da anni costruisce il suo discorso politico come la narrazione di una storia che si basa sempre sugli stessi luoghi comuni : i comunisti, la magistratura rossa, la libertà d’impresa e individuale . La sua fiction politica viene sapientemente miscelata con il linguaggio dell’odio per fare apparire gli avversari non come interlocutori di un confronto democratico ma nemici da abbattere. Berlusconi si concentra nel veicolare l’idea di bene (Pdl) e di male (gli altri competitors politici).

Berlusconi,e il suo team di esperti di comunicazione, hanno da anni capito benissimo che la capacità di comunicare è una delle qualità che qualsiasi leader politico deve avere, ma hanno anche capito che è necessario pianificare quando, come e a chi si comunica. Come dire la stessa cosa con linguaggi diversi. Il pubblico è diverso, per età, cultura, situazione sociale, capacità di relazionarsi con gli altri, con il mondo esterno ( internet ) Queste cose Berlusconi le conosce e le ha capite , mentre si ha l’impressione che l’opposizione stia facendo comunicazione politica con linguaggi spesso obsoleti presentandosi frequentemente all’opinione pubblica in ordine sparso e con elevato tasso di conflittualità , per cui anche contenuti di spessore alla fine sembrano privi di appeal.

A mio parere le cause che hanno determinato l’attuale situazione di quasi monopolio mediatico da parte di Berlusconi vanno ricercati in un passato non recente e purtroppo scarsamente presente nella memoria delle nuove generazioni .Cercherò in estrema sintesi di elencare alcuni dei passaggi più importanti.

Il declino morale dell’Italia con le conseguenze che ne sono derivate,sul piano politico,istituzionale ed economico è probabilmente iniziato con l’assassinio di Aldo Moro e la scomparsa ,a pochi anni della sua morte, di Enrico Berlinguer.

Moro quando all’inizio degli anni ’70 aveva iniziato a parlare di convergenze parallele si era reso conto che la DC era già intaccata da una grave crisi morale che le impediva di operare per il bene comune ( nel 1983 un sondaggio commissionato dalla segreteria politica della DC di allora aveva evidenziato che 1/3 dei suoi elettori considerava il partito legato ad organizzazioni mafiose).

Convergenze parallele voleva dire “valorizziamo con l’altro grande partito popolare, il PCI , quello che ci accomuna e lavoriamo insieme per il bene del Paese”.Il disegno di Moro era quello di portare al governo il PCI(che aveva attraverso la questione morale puntato il dito contro il cattivo uso e spesso l’abuso della cosa pubblica).e di avviare, attraverso la collaborazione con questo grande partito popolare, il processo di rigenerazione della DC .Ovviamente questo disegno si era scontrato con gli interessi sia di parte americana che sovietica legati agli equilibri di Yalta e aveva determinato la condanna a morte di Moro. Con Moro vivo, forse , la Storia italiana avrebbe preso un’altra piega.
Ben altre sono state le convergenze parallele che hanno consentito la scalata al potere a partire dal 1980 , di Berlusconi.

Gruppi massonici internazionali legati alla destra americana, e con fedeli esecutori in Italia (a livello politico,economico e istituzionale), avevano intuito che agendo attraverso il maglio di un modello iperconsumistico veicolato dalla televisione commerciale di Berlusconi, sarebbe stato possibile sterilizzare i contenuti valoriali veicolati sia dalla DC che dal PCI e dare vita ad una nuova formazione politica.

Va ricordato che per circa 10 anni dal 1980 al 1990 Craxi aveva impedito il varo di una legge di regolamentazione televisiva per consentire a Berlusconi di raggiungere una posizione di primaria importanza nel panorama mediatico italiano.

Grazie ad una abilissima campagna acquisti in Rai Berlusconi era riuscito ad acquisire per il suo gruppo, la Fininvest ,non solo personaggi dello star system come Mike Buongiorno ma anche il manager che all’epoca, per conto della Rai aveva i contatti con i grandi produttori americani di films e serials prodotti questi che erano considerati ,con i quiz e i talk show, la materia prima per i pubblicitari.

Non è un caso che grazie al know how di questo manager in poco tempo grandi aziende editoriali come Mondadori ,che all’epoca possedeva Rete 4, e Rusconi, che possedeva Italia 1, erano state costrette,dopo alcuni bagni finanziari colossali, a ritirarsi dalle aste per l’acquisizione dei diritti dei film e telefilm ed erano state acquistate da Berlusconi insieme a TV Sorrisi e Canzoni.

Per inciso questo manager dopo qualche anno era rientrato in Rai raggiungendo posizione di vertice.

La potenza mediatica di Berlusconi,che da sempre si è avvalso per la comunicazione politica dei migliori cervelli offerti dal mercato internazionale, è testimoniata dal successo di Forza Italia nelle elezioni del marzo 1994.

Nell’autunno del 1993 erano apparse in tutte le città italiane una serie di affissioni stradali che raffiguravano un bambino sorridente su sfondo azzurro e lo slogan Forza Italia.

Nel gennaio 1994 era partita una campagna di spot basati sul simbolo forza Italia e un gingle che rieccheggiava attraverso un sapiente mix elettronico le musiche degli spot di Coca Cola, TV Sorrisi e Canzoni e Mulino Bianco.

Questi spot erano andati in onda su Canale 5 (target famiglie),Rete 4(target casalinghe) Italia1(target giovani) e su una miriade di TV e radio locali controllate da Fininvest in termini di pubblicità.

Da un sondaggio riservato realizzato all’inizio della campagna di lancio di questi spot,cioè a gennaio, Forza Italia era accreditato come partito,nelle intenzioni di voto, al 3%.

Una serie di focus group condotti contemporaneamente accreditava l’immagine di Berlusconi come quella di un cavaliere senza macchia e senza paura che lottava duramente per scacciare i ladri e i delinquenti dal castello (per inciso nessuno degli intervistati associava Berlusconi a Craxi pesantemente coinvolto in mani pulite e di cui era stato uno dei più stretti collaboratori ).

Dopo un mese ,al termine di questa massiccia e illegale campagna , cioè prima dell’inizio della campagna ufficiale il 24 febbraio , Forza Italia era salita al 18% .

Alle elezioni politiche che si tennero il 27 -28 Marzo Forza Italia raccolse alla Camera dei deputati il 21,0 % delle preferenze posizionandosi al primo posto.

“Berlusconi ci ha cambiato le menti venti anni fa con i suoi giornali e con le sue televisioni non in questi cinque anni che è stato al Governo” (Nanni Moretti ne “Il Caimano”, 2006).

Moretti ha ragione molti dei programmi di Mediaset,a cui da anni la Rai si è largamente adeguata grazie ad una attenta regia esterna, hanno risposto in questi anni ad una precisa strategia di comunicazione orientata a distogliere soprattutto i giovani dai problemi seri, privandoli del loro passato,ammorbidendo la tensione ideale che da sempre ha spinto le giovani generazioni su posizioni anticonformiste.

La crisi economica che sta esplodendo a livello mondiale e che nel nostro paese a causa della sua fragilità strutturale avrà pesantissime conseguenze sul piano sociale , potrebbe essere il detonatore per fare esplodere la rabbia dei giovani e delle famiglie e portare finalmente ad una rigenerazione della politica.