Ho provato un forte senso di fastidio nel leggere questo titolo “I partiti sono i veri nemici di Monti”  che riassume la posizione dell’economista e giornalista Ernesto Auci su firstonline  http://www.firstonline.info/a/2012/04/11/i-partiti-sono-i-veri-nemici-di-monti/b0d6b51f-d8e8-4a5f-9d30-3aebc0756672 .

Auci muove da constatazioni  e considerazioni piuttosto diffuse, per offrire la sua ricetta, non certo originale, su come far ripartire l’economia. La ripresa dell’Italia dovrebbe trovare avvio in un robusto taglio della spesa pubblica che potrebbe, nel breve tempo, dare le risorse necessarie per abbassare le tasse su redditi, lavoro e imprese e rimettere in moto, quindi, consumi ed investimenti.

L’autore condisce questa sua analisi con un’invettiva pericolosa e demagogica (va molto di moda, ora!), rivolta indiscriminatamente a tutti i partiti che andrebbero “alla ricerca di una facile popolarità con proposte demagogiche ed irrealistiche che, spacciate come eque e compassionevoli nei confronti dei sacrifici dei cittadini, finiscono in realtà per acuire i malanni del Paese condannandolo ad una lunga depressione.”

E poi “Il Governo Monti deve guardarsi dall’abbraccio dei partiti che formalmente lo sostengono, ma che in realtà sono solo alla ricerca di formule miracolose per continuare a fare quello che hanno sempre fatto e cioè distribuire soldi e posti alle proprie clientele”.

Mi ha infastidito questa filippica dell’economista perché consolida, ingiustamente, un modo di pensare che si sta diffondendo e cioè che si salverà l’Italia demonizzando i partiti. E proprio nel momento in cui sarebbe indispensabile entrare nel merito e riconoscere il grande lavoro di ricucitura che, sia pure con limiti-errori-ambiguità, stanno realizzando insieme Alfano, Casini e Bersani. 

Provasse il Governo Monti a guidare il Paese senza queste difficili mediazioni e in un baleno gli sconvolgimenti della (piccola) Grecia travolgerebbero l’Italia e non lascerebbero tranquilla l’Europa!

L’economista Auci ritiene anche che la riduzione della spesa pubblica sarebbe “uno scherzo per qualsiasi buon manager chiamato a risanare un’impresa in difficoltà”.  Non ne sarei così sicuro.  Qualcun altro, in un recente passato, ha creduto di poter gestire un Paese come fosse una grande azienda ed esportare in ambito politico i suoi successi imprenditoriali. In tanti ci hanno creduto, cedendo a un’illusione le cui conseguenze ci stanno costando un carissimo prezzo.

Sull’abilità e capacità dei “salvifici” manager – rispondendo a demagogia con demagogia – basterebbe ricordare che una delle tappe di questa crisi ha avuto come protagonisti i prodotti finanziari inquinati messi sul mercato non dai politici ma dai banchieri, che hanno rubato i risparmi e avvelenato il mercato.

Ma forse vale di più un invito a riflettere con maggior pacatezza, non fare di ogni erba un fascio, non cedere né alla demagogia anti-partitica, né all’arroccamento acritico su posizioni di strenua difesa dello status quo. Vale molto di più condividere le responsabilità e rimboccarsi le maniche  (sì, proprio rimboccarsi le maniche, come fanno Bersani  ed  Enrico Letta).

 SEGNALIAMO…

A LEZIONE DI FUTURO  (LINK) Immigrati e rifugiati: risorse per una nuova Italia  a cura di Centro Astalli

Buona settimana.

Amedeo Piva