Caro Amedeo,

una volta ogni tanto mi viene voglia di risponderti.

Anche questa volta concordo con te, ma non su tutto. A proposito della decadenza di Berlusconi da senatore, tu scrivi: “Ora è stato rimandato a casa con gli strumenti della democrazia, senza lacerazioni e violenze” (LINK). Permettimi di puntualizzare: per rimandarlo a casa con gli strumenti della democrazia il PD avrebbe dovuto batterlo nell’urna in maniera significativa. Cosa che non è stata.

In Italia, con una costituzione scritta dopo le ferite della guerra, la democrazia tiene. La democrazia è un grande e importante contenitore. Ma un contenitore di cosa? Durante questi ultimi venti anni il contenitore si è svuotato dei contenuti e di (quasi) tutti valori condivisi: è questa la fragilità del nostro paese”. È vero, la nostra democrazia tiene, ma proprio l’avvento di Berlusconi l’ha svuotata dei valori. Ma il Pd non ha saputo contrastare la deriva culturale e morale. Lo ha fatto la magistratura. il Pd si è limitato in 20 anni a demonizzare il nemico , non riuscendo a sottrargli un voto. 

Scrivi: “Non basta certo ritoccare il contenitore (nuova legge elettorale, riforma della magistratura, …) per cambiare senso alla marcia. Pensiamo solo alla legge elettorale: sembra che basti scegliere direttamente i candidati alla camera per guarire magicamente la politica. Ma siamo sicuri che si sia scelto il meglio nella votazione per i consiglieri comunali, regionali o parlamentari europei, quando si è avuto la possibilità di esprimere le preferenze?”.

Hai ragione . Le inchieste sui consigli regionali sono la conferma , se ce ne era bisogno, di quello che scrivi. Ma non ti pare che in questo momento occorra un segno di discontinuità? Un qualcosa che dimostri che la casta non è attaccata alla poltrona. Inoltre mi pare che ti stia dimenticando la insostenibilità del bicameralismo perfetto: oggi occorre un parlamento che decida in tempi brevi ed un governo che governi. 

“Per rimettere in sesto il Paese il percorso è senz’altro più lungo è faticoso: ricostruire le coscienze”. Sono d’accordo con te. Ma la ricostruzione deve coinvolgere in primo luogo il mondo politico. Si annida nei partiti quel malcostume che ha pervaso il Paese e che è diventato il metro di tutte le cose. Erano gli anni settanta quando, giovane giornalista, mi sono sentito dire da una importante struttura pubblica che i fondi per uno studio/ricerca c’erano, ma dovevo impegnarmi a “restituire” il 30%. Poi all’inizio degli anni novanta l’addetto stampa di un notissimo politico romano mi consigliò di non agitarmi perché alla TGR Lazio comandavano loro e decidevano loro chi avrebbe fatto carriera. E sai quanti altri fatti di vita vissuta potrei testimoniare di questo genere. Nel 93, mentre imperava la bufera di mani pulite, si sosteneva la necessità che qualcuno più compromesso facesse un passo indietro. Al massimo è stato fatto un passo di lato, quel qualcuno ha cambiato casacca. Ed è stato puntualmente rieletto. 

La colpa è di tutti noi se non è cambiato niente. Abbiamo continuato a votare sempre gli stessi, per non perdere privilegi e raccomandazioni. Perché cambiare ora? Perché o cambiamo noi o saremo travolti dall’onda lunga della contestazione , che al momento si chiama : Cinque Stelle ed astensione. In Basilicata ha votato meno del 50% degli aventi diritto. È normale , succede in tutte le democrazie.

Consoliamoci con queste giustificazioni, facciamo finta che tutto vada bene.