Premessa
“La nostra città soffre oggi, come il Paese, di una mancanza di progettualità in ambito produttivo e culturale, versante quest’ultimo in cui si ravvisa anche una decisa carenza nelle elaborazioni di contenuti.”
Punto uno
In controtendenza il mondo anglosassone, in particolare asiatico, denota il pregio inverso, essendo protagonista della capacità di generazione di ricchezza grazie ad una grande “Visione” quasi in tutti i campi. Il nostro Paese dispone di tante eccellenze ma non ha una “VISIONE PAESE” sul ruolo dell’Italia nel mondo e di conseguenza in Patria. Invece l’Asia – Pacifico genera attualmente il 48% della ricchezza mondiale (Giappone escluso o il 54% Giappone incluso).
Punto due
India, Cina Popolare, Corea del Sud, Malaysia, Singapore, Vietnam, Emirati Arabi Uniti sono gli Stati più importanti che hanno dato una “Visione Paese “ almeno ventennale a loro stessi negli Anni ’90 e continuano a perseguire i loro obiettivi di sviluppo sostenuti dalle rispettive popolazioni che sanno dove la loro Nazione indirizza il “timone della barca”.
Tutti questi Stati navigano coesi perché in Patria ed all’estero sanno dove vanno e come vanno per tipo di pianificazione modalità, tempi, strategie e tattica in quanto l’apparato nazionale è sincrono nel supportare il sistema Paese Nazionale a tutti i livelli.
Punto tre
In pratica hanno “cavalcato la globalizzazione” piegandola alle loro necessità interne di sviluppo e crescita basandole sul triangolo “Educazione, Ricerca e Sviluppo, Formazione”, cioè il triangolo della conoscenza declinato e coniugato in tutte le materie tradizionali fino a quelle delle aree di frontiera più avanzate:dal sociale allo spaziale come apportatore di ricadute dallo spazio sulla terra a vantaggio della popolazione in termini di applicazioni e servizi di pronto e corrente utilizzo.
Punto quattro
Paradossalmente siamo noi occidentali ad aver finanziato i Paesi succitati, ricavando solo vantaggi di breve termine senza visione per il lungo termine. Purtroppo c’è stato un solo, grande ed unico visionario in Occidente, precursore nell’ideare e cavalcare la globalizzazione generando ricchezza in Patria e capace di internazionalizzare il suo popolo portandolo verso la generazione di ricchezza in Asia ed a Roma anche sotto forma di attrazione degli investimenti: “Augusto”. Tra l’altro nelle “Res gestae”(31,1) cita testualmente: “Spesso mi furono mandate dai Re dell’India ambascerie, mai viste prima di allora presso alcun condottiero romano”.
Punto cinque
Fu Augusto che aprì la via delle due sponde del Mar Rosso con il cabotaggio per l’India e dalla India, lungo tutta la costa ovest ed est, ampliando i commerci di Roma in 17 attuali Stati Asiatici, arrivando fino in Cina a raggiungere il terminale di Loyang (Sinae Metropolis). Costruì una flotta di 120 navi onerarie in 4 mesi nei cantieri di Myoshormos nell’alto Egitto, aprendo così concretamente la Via delle Spezie, la Via dell’Incenso e la Via della seta via mare verso e dall’India. In India furono frequentati ben 23 Empori, terminali di scambio per 50 milioni di sesterzi rispetto ai 100 milioni di sesterzi con l’intera Asia. Tali scambi durarono fino al 621 d.C. per continuare ulteriormente con l’Impero Romano d’Oriente.
Punto sei (“Decalogo del Rinascimento”)
Cosa si può fare ora metodologicamente? Roma, in quanto ormai Roma Capitale, dovrebbe fare quanto segue:
1) Elaborare una Visione Nazionale al 2030 ed al 2050 per posizionare il lancio dell’Italia nel mondo.
2) Elaborare una Visione in quanto Roma Capitale esaltando il suo respiro internazionale euro-asiatico.
3) Definire nel dettaglio, iniziando dal sociale, il “modello di intervento organizzativo e di business, per filiere.
4) Definire nel dettaglio le caratteristiche dell’approccio a “RETE ESTESA NAZIONALE ED ESTERA”.
5) Definire le ECCELLENZE DI SETTORE sulle quali ricercare PARAMETRI DI ECCELLENZA inconfutabili.
6) Definire come intervenire per prassi migliori “sui mali di qualsiasi tipologia” sanità, arti/mestieri,capitale internazionale.
7) Definire come fare leva sull’ICT,la banda larga, l’evoluzione digitale, l’apporto spaziale in applicazioni/servizi.
8) Definire come comunicare permanentemente alla popolazione, imprese, Associazioni, Istituzioni, Governo.
9) Definire come non dipendere dall’influenza di nessuno politicamente e partiticamente per dare più valore.
10)Definire come allearsi con un partner mondiale come l’India per valorizzare l’Alleanza Strategica in essere.
Punto sette
Impostare ogni iniziativa sulla modalità e mentalità anglosassone fino a quella della “Summa” Indiana:
-Visione –Missione –Strumenti –Valori –Obiettivi finali (Goal).
Punto otto
Cosa dobbiamo aspettarci e chiedere alle Università, Business School, Corporate University, Centri di Eccellenza Indiani apolitici e apartitici, ai 3.600 Centri di Ricerca e Sviluppo della Unione Indiana a livello pubblico, parapubblico e privato, al mondo industriale, tecnologico, scientifico e culturale inteso come l’intero Heritage (Patrimonio Culturale)? Cosa dobbiamo chiedere alla Unione Europea ed al Commonwealth ed Organizzazioni terze.
Punto nove
Come dobbiamo presentare Roma a noi stessi, agli altri ed agli indiani. Al di fuori degli stereotipi, Roma Capitale è molto, molto di più di quanto noi conosciamo e pensiamo in ogni senso in Italia ed all’estero.
Cogliere al volo l’opportunità Indiana del traino, dell’ICT, della conoscenza, del capitale umano ed intellettuale, dei talenti indiani, della forza morale e democratica, della forza creditizia e finanziaria dei 28 Stati e 7 Territori è un nostro interesse Paese per attrarre investimenti ed occupazione (ma ci dobbiamo preparare) per non precipitare al 16-18° posto nel mondo come attualmente previsto nel 2030.
Basti pensare che in India pensano già a noi per quella data citata prima. Infatti stanno già preparando, anche linguisticamente, il personale medico e paramedico per mandarlo in Italia perché noi avremo buchi di organico colossali. Noi saremo sempre più vecchi loro saranno sempre più giovani, superando nel 2050 addirittura i “vecchi cinesi” di quel tempo. Attualmente in India il 64% della popolazione è sotto i 25 anni
Punto dieci
Noi (Indo Italian Institute for Trade and Technology e Indian Knowledge City) abbiamo nitido il percorso da sviluppare con New Delhi come nuova Capitale della Conoscenza e ci possiamo confrontare perché già stiamo operando (da oltre 25 anni) in quanto, nel 1985, ci ha promosso il Governo Indiano con 7 Organizzazioni dello Stato Indiano più l’Ambasciata Indiana a Roma.
Ora l’opportunità ulteriore è identificare le aree di trattazione e formulare il percorso. L’India è stato dichiarato, il 31gennaio scorso Paese strategico dall’Italia, e questo è stato ufficializzato come “2011 Anno dell’India”
Ritengo che questa circostanza rappresenti una ottima opportunità per lanciare l’iniziativa del Laboratorio in questione.
NOTE:
Richiamo la vostra attenzione sulla vita e la credibilità del Laboratorio. Essa si confronta sulla sua sostenibilità ed autorevolezza ed anche nell’operatività dove occorre dare l’esempio in maniera pratica di modelli formativi destinati ai giovani neodiplomati, neo universitari, neo laureati. Nella nostra riunione, facevo l’esempio che in Italia le aziende operanti con l’estero sono esattamente 189.912 al 2 di gennaio 2010 e solo il 16% dispongono di personale specializzato per l’export import e la internazionalizzazione. Ciò comporta che, occupandosi di questo settore, ci si confronti con una attività di formazione operativa diretta che possa rappresentare la contribuzione alla vita del Laboratorio e segno di concretezza poiché si unisce alla teoria dell’osservazione la concretezza della applicazione, dando vita a persone munite di una articolata e graduale specializzazione e competenza del settore che si prende in considerazione.
Informo che, per quanto riguarda Roma e il territorio del Lazio, abbiamo reso operativi con l’Ambasciata Indiana ed il Ministero dello Sviluppo Economico le seguenti iniziative permanenti:
-Polo di Roma Indo – Italiano per la Economia della Conoscenza e della Cultura;
-Polo Regionale del Lazio per la Economia della Conoscenza e della Cultura;
-Indo Italian Archaeological Corporate University, Indo Italian Space Corporate University, Indo Italian Fashion Corporate University.
L’analisi di Maurizio Miranda nasce come contributo per il primo incontro del “Laboratorio su Lavoro e Multimedialità a Roma”, che si è tenuto a Roma lo scorso 9 febbraio.