Pare che gli allievi di una scuola elementare di Napoli quest’anno dovranno svolgere dei compiti piuttosto originali per le ormai imminenti vacanze estive. Si tratterebbe di un’esercitazione di “educazione civica applicata” dai risvolti davvero interessanti. No, niente docenti incrudeliti che obbligano i poveri pargoli a memorizzare i principi fondamentali della Costituzione (eppure non sarebbe così sbagliato: fortifichi la memoria, impari un bell’italiano e capisci cosa ci vuole davvero per stare al mondo e per bene).

No, questi bimbi napoletani, inconsapevoli fiamme gialle in miniatura, dovranno segnare sui loro blocnotes i nomi dei titolari degli esercizi commerciali che non rilasceranno loro regolare scontrino o fattura fiscale. Per poi, una volta tornati sui banchi a settembre, presentare il risultato delle loro indagini alla presenza di alcuni funzionari della Agenzia delle Entrate.

A parte la nota di colore divertente e se non si tratta di una trovata giornalistica, sembra il solito modo – molto italiano – di affrontare con mezzi inadeguati i grandi problemi di difficile soluzione. Il parlamento non riesce a legiferare sulla fecondazione assistita? Ebbene, rovesciamo sui cittadini la responsabilità di scegliere tra quesiti non sempre di intuitiva comprensione. E poi si salvi chi può.

Così adesso sembra che tocchi ai bambini, novelli ispettori della Agenzia delle Entrate.

Sorge però un dubbio. E se uno scolaro denunciasse il padre commerciante di un suo compagno di classe solo perché quest’ultimo gli sta sulle scatole? Si sa, da bimbi si arriva perfino a tirarsi le toppe di terra in faccia, solo per giocare. Figuriamoci se ci si fa scrupolo a trattare con leggerezza – da bambini! –  un argomento (quello dell’evasione fiscale) decisamente da adulti.

Altra cosa sarebbe invece proporre in classe delle iniziative per sensibilizzare i più giovani, spiegando loro come non emettere uno scontrino e quindi non pagare le tasse sia davvero un reato grave, che danneggia tutti. Si porrebbe magari ricorrere a delle simulazioni o organizzare degli incontri con educatori o con altre figure di addetti.

In questo modo invece rischiamo di avere forse una segnalazione in più per le fiamme gialle. E molta pace in meno tra le file dei banchi. Ne vale la pena?