Nel frattempo a Burgos, il giovane Alsidi aveva sorriso al racconto dei giovani pellegrini che, diretti a Santiago de Campostela, lo avevano cercato. Nulla di nuovo. Le notizie dei vari paesi dell’Europa gli giungevano direttamente da quella rete di amici che avevano in comune un grande progetto: integrare la vecchia Europa con il nuovo mondo. E ‘nuovo mondo’ non era certo la vecchia America (nonostante il liftin tentato da Obama).
Alsidi era un pro, pro, pro …nipote di Rodrigo Diaz de Vivar. Aveva preferito esser chiamato dagli amici con nome originale che i mori avevano dato al suo avo ‘al Sidi’ (il signore) piuttosto che accettarne la storpiatura spagnoleggiante ‘el Cid’. Lui era dubbioso perfino se essere orgoglioso o meno della cacciata dei mori. Ma non aveva la pretesa di giudicare la storia.
Lui aveva semplicemente accolto l’invito di alcuni giovani sparsi per l’Europa.
Kevin Kumaramangalam (Kappakappa per gli amici) figlio di Sibi, nipote di un fedele discepolo del Mahatma Ghandi, viveva a Roma.
Anche Karim viveva a Roma e senz’altro aveva un nonno importante ma non si fidava delle descrizioni che gli trasmetteva il padre Aziz, marocchino. E poi c’era quello che era nipote, o pro nipote, o pro-pro nipote del filippino, dell’ecuadoriano, del cinese, del ruandese… Tra gli amici c’era anche Reza, intelligente e furbo; aveva origini Iraniane o Persiane a seconda della convenienza.
Tutti erano anche italiani. Orgogliosamente italiani. Ma l’Italia spezzettata gli andava stretta. E navigando ( come erano bravi e veloci nel web!) incontrarono altri giovani nelle loro condizioni. E trovarono un leader proprio a Burgos.
Per la verità lui non lo incontrarono in internet ma nel cammino di Santiago.
Sembrerà strano ma c’erano sempre più pellegrini che facevano quel percorso. Usavano internet ma solo per programmarlo, poi lo facevano a piedi!
Il giovane Alsidi sorrise alle conclusioni della recente riunione romana presieduta dal giovane Giuseppe Mazzini. Certo che non era tempo per rifare la Vecchia Italia. ‘E se gli italiani vogliono giocare a nascondino nei natii borghi selvaggi (era di Leopardi, non è vero?) Lasciamoli giocare in pace.?
Noi costruiamo il futuro insieme.
Pensate che anche qui a Burgos, cittadina di Chiese, Monasteri e Conventi, nella calda estate del 2009 un presidente del consiglio (mi pare si chiamasse Zapatillo) dette l’ordine di togliere i crocifissi.
Ebbene, guardatevi intorno. Le nostre radici culturali sono il nostro orgoglio.
Poi il giovane Alsidi concluse, sempre sorridendo: ‘il futuro siamo noi, nuovi cittadini di un’Europa che può dialogare con il mondo.’. Non fece riferimento nè al Cid Campeador che cacciò i mori nè al giovane Mazzini che sperava di rifare gli italiani. Ma forse pensava a tutti e due.
La calda estate del 2023 sembrava fresca.
(AP)