Il mio impegno politico ha avuto inizio con una fuga. Nel 1977, a conclusione di un periodo giovanile alla guida tra i gruppi delle Acli e sindacali di Pordenone, di fronte alla prospettiva ormai inevitabile di un passaggio verso una militanza di partito, preferii sparigliare e trovare rifugio nei movimenti della teologia della liberazione a Quito, in Ecuador, dove rimasi quattro anni.
Già qualche anno prima, nel 1972, al tempo del mio primo voto politico, ero “fuggito”, approdando nel Movimento Politico dei Lavoratori. Il MPL era un piccolo partito fondato dal presidente delle ACLI, Livio Labor, per liberare il mondo cattolico dal giogo della Democrazia Cristiana. Raggiungemmo alle elezioni di quell’anno solo lo 0,36 per cento dei voti e naturalmente nessun seggio. Si disse allora che Labor e il suo vice, Gennaro Acquaviva, fossero approdati subito dopo nel PSI perché Craxi avrebbe saldato i debiti contratti per la campagna elettorale.
Nel ‘92 ho assistito a un’altra fuga quando, in un’affollata e triste assemblea, la DC decise di fuggire da se stessa. Partecipai infatti, da invitato esterno ma con diritto di voto (ero presidente della FOCSIV), alla decisione di porre fine alla DC e costituire il Partito Popolare Italiano.
Lo stesso rito si ripeté nel 2002 quando il PPI, in difficoltà, scappò nella Margherita e successivamente, nel 2007, quando quest’ultima fece una fuga in avanti (?) creando il PD. Allora cercai di manifestare, discretamente, il mio dissenso: “se mi date due uova riesco a farvi una frittata ma se mi date una frittata non mi riesce di farvi due uova! Dunque, attenti alle frittate, perché sono… irreversibili!” (LINK). Ma tant’è che il PD è nato: fatica, ma con alterna fortuna va avanti.
Ora sento nuovamente tanti inviti alla fuga. Anche verso la società civile, che in ognuna delle tappe descritte ha raccolto profughi: “Di lì rinascerà il nostro splendente futuro politico!”, si dice.
Ma siamo sicuri che, ancora una volta, si debba fuggire? Siamo davvero certi che la “società civile” sappia esprimere liste elettorali trasparenti, senza i Marrazzo e i Lusi che proprio della società civile erano genuina espressione?
Io non vorrei più fuggire. Ricordo ancora lo sguardo severo e accigliato di Rosy Bindi quando nel ‘92, dopo essermi astenuto nel voto assembleare, le confessai che avrei abbandonato quell’ambiente. “ E pensi di far bene? – mi rimproverò – Noi restiamo soli.”
Aveva ragione lei. Solo con meno fughe e più coraggio potremo costruire dei partiti diversi e una politica migliore per l’Italia.
(Ho scritto queste note dopo aver letto le tante risposte alla precedente News. Per continuare il dialogo pubblicheremo tutte le lettere nel sito. Salvo che qualcuno ci chieda riservatezza. Grazie a tutti).
SEGNALIAMO
Scuole di politica in quaresima
Che due parrocchie romane abbiano organizzato dei corsi di formazione socio politica è senz’altro il segno di un rinnovato impegno ecclesiale. Tutte e due le parrocchie hanno organizzato i corsi espressamente nel periodo quaresimale. Sarà un buon augurio? Dopo la quaresima c’è la resurrezione!
Parrocchia Santa Maria della Speranza – Via Cocco Ortu, 19
Scuola di Formazione Sociopolitica (2): “Buoni cristiani e onesti cittadini” http://speranza.donbosco.it/images/sociopolitica/sociopolitica.pdf
Prossimo incontro: Venerdì 9 Marzo, ore 20.
Dove vanno le tasse dei cittadini (on. Pierpaolo Baretta –PD, on. Gabriele Toccafondi –PDL)
Parrocchia San Frumenzio – “Casa di accoglienza Mamre”, Via Cavriglia 8b.
Incontri di quaresima 2012: “Cittadini attivi, un popolo sovrano”
(La politica è uno schifo. Sono tutti uguali. Non ne voglio sapere.)
http://www.sanfrumenzio.it/news.asp#120222-3ù
Prossimo incontro: Mercoledì 7 Marzo, ore 21
Le parole della politica:vogliamo capire – Piccolo dizionario italiano-politichese / politichese-italiano. (Domenico Rosati, politico e giornalista)
Buona settimana.
Amedeo Piva