Sembra ormai imminente la nascita del «Partito del Sud». Un partito del Sud fondato da Raffaele Lombardo, Presidente della Regione Sicilia, Antonio Martino, uno dei fondatori di Forza Italia, Gianfranco Miccichè Sottosegretario alla Presidenza con delega al Cipe,e da Marcello Dell?Utri uno dei fondatori di Forza Italia (condannato in primo grado a 9 anni per associazione mafiosa).
Un nuovo partito che nasce con l?ambizione di estendersi dalla Sicilia alla Campania, Calabria e Puglia per farsi portavoce delle istanze del Meridione.
Questo nuovo partito, che nasce in Sicilia, che è stata spesso laboratorio per la sperimentazione di nuove formule nazionali, sarà, secondo molti osservatori, favorito dall?inizio della crisi del berlusconismo che dal 1994 è stato il collante che ha consentito l?aggregazione del centro destra e del centro sinistra .

La crisi di Berlusconi, e la non improbabile implosione del PD, per le correnti interne che sembrano incapaci di trovare un momento di sintesi , potrebbero portare ad una frammentazione del quadro politico con conseguente accelerazione dei tempi per la costituzione del partito del Sud. Questo nuovo partito dovrebbe essere operativo, secondo il progetto dei fondatori, per l?appuntamento delle regionali del 2010 e per l?eventuale scioglimento anticipato delle Camere.
Forse ai promotori di questa nuova forza politica andrebbero ricordati alcuni dati, recenti e meno recenti, che testimoniano il fallimento di una intera classe politica e dirigente locale che ha sempre fatto della corruzione il metodo normale di governo e che ha trasformato il decentramento e le autonomie locali in moltiplicatori di malgoverno. La prima calamità del Mezzogiorno è stata la sua classe politica e dirigente, che con l?aiuto delle organizzazioni criminali e delle mafie di ogni genere, ha devastato il territorio e la cultura del Sud saccheggiando e rendendo infruttuoso l?immenso trasferimento di risorse finanziarie che dal dopoguerra ad oggi (si parla di almeno 200 miliardi di euro) sono state erogate dallo Stato e dalla Comunità Europea.
Secondo il dossier di IPI e Confindustria, l?intreccio fra problemi strutturali irrisolti e nuove minacce globali ha reso nell?ultimo decennio l?economia meridionale fragile ed esposta e non più al riparo dagli eventi negativi esterni.

La propensione media all?export del Sud Italia nel periodo 2001-2006, infatti, è stata sensibilmente inferiore a quella nazionale (9,5% rispetto al 21,1%).
Dal confronto internazionale emerge che la propensione all?export del Mezzogiorno risulta inoltre largamente inferiore anche a quella dei Paesi di nuova adesione alla Comunità Europea. Quanto agli investimenti diretti provenienti dall?estero il Mezzogiorno presenta un?attrattività non solo limitata, ma anche decrescente nel periodo considerato. Nei due anni 2004 e 2006 i flussi di IDE in entrata sono stati pari allo 0,1% del Pil, nel primo anno, e negativi per un eguale importo nel 2006. Ancora più gravi i dati che registrano l?emorragia di risorse umane: circa 700mila persone, che in undici anni (1997 -2008) hanno abbandonato il Mezzogiorno in cerca di lavoro. In questo periodo si è aggravata anche la fuga dei cervelli: nel 2004 partiva il 25% dei laureati meridionali con il massimo dei voti; tre anni più tardi la percentuale è balzata a quasi il 38%.

E? in costante aumento l?esercito degli “scoraggiati”, coloro che ormai un?occupazione non la cercano più. Questa la condizione del Sud Italia, così come è descritta dal Rapporto Svimez sull?economia del Mezzogiorno presentato in questo periodo.
La classe politica e dirigente meridionale esce sconfitta da queste drammatiche cifre ma potrebbe forse, purtroppo, trovare una occasione di sopravvivenza rinnovando patti scellerati con le mafie vincenti.

Ho riletto in questi giorni un?inchiesta di Gianni Barbacetto che risale a un nostro recente e drammatico passato e ho trovato una serie di riscontri, che saranno casuali, ma hanno risvolti a dir poco inquietanti che riguardano il progetto di costituzione del partito del Sud.
Fra il 1991 e il 1994, Cosa Nostra si era contrapposta frontalmente alla politica ritenendosi tradita dalla conferma delle condanne al maxi processo istruito da Falcone e Borsellino. Saranno perciò organizzate l’uccisione di Salvo Lima, le stragi di Capaci e via D’Amelio.

Il 4 dicembre 1992, dopo le uccisioni di Falcone e Borsellino, il pentito Leonardo Messina, nel corso di un interrogatorio davanti alla commissione antimafia, rilevò: «Cosa Nostra sta rinnovando il sogno di diventare indipendente, di diventare padrona di un’ala dell’Italia, uno Stato loro, nostro… In tutto questo Cosa Nostra non è sola è aiutata dalla massoneria…Ci sono forze alle quali si stanno rivolgendo». «Quali?» chiese il presidente della commissione. E Messina: «Sono formazioni nuove…e non vengono dalla Sicilia». Ma perché la massoneria? «Molti degli uomini d’onore appartengono alla massoneria… – prosegue Messina – è nella massoneria che si possono avere i contatti con gli imprenditori, con le istituzioni… ». E ancora: «Loro appoggeranno una forza politica a distanza di qualche anno che partirà dal Sud… ».
Nel corso di un interrogatorio il 23 luglio 1997 Tullio Cannella, altro pentito, disse ai magistrati «Sin dal 1990-1991 c’era interesse di Cosa Nostra a creare movimenti separatisti. Questi movimenti avevano una contrapposizione “di facciata” con la Lega nord, ma nella sostanza ne condividevano gli obbiettivi.
Successivamente, sorgono a Catania “Sicilia libera” e in altri luoghi del sud movimenti analoghi. Tutte queste iniziative nascevano dalla volontà di Cosa Nostra di punire i politici una volta amici, preparando il terreno a movimenti che prevedessero il coinvolgimento diretto di uomini della criminalità o legati alla criminalità ma “presentabili”».

Altrettanto inquietante risulta la rilettura di un?intervista a Gianfranco Miglio, vero artefice della Lega nord al Giornale (20 marzo 1999): «Sono per il mantenimento anche della mafia e della ‘ndrangheta. Il Sud deve darsi uno statuto poggiante sulla personalità del comando. Che cos’è la mafia? Potere personale spinto fino al delitto. Io non voglio ridurre il Meridione al modello europeo, sarebbe un’assurdità. C’è anche un clientelismo buono che determina crescita economica. Insomma, bisogna partire dal concetto che alcune manifestazioni tipiche del Sud hanno bisogno di essere costituzionalizzate».

Vorrei riportare infine queste due notizie come elemento ulteriore di valutazione dei livelli che caratterizzano l?attuale classe politica meridionale (ma anche nazionale) e la sua vocazione a costruire, forse a beneficio degli amici degli amici costose cattedrali nel deserto (vedi ponte sullo stretto di Messina). Sul sito dell?Anas ho letto qualche tempo fa che l?Anas stava già lavorando al tratto successivo dell’Agrigento-Caltanissetta, lungo 28,2 km, che avrebbe richiesto un investimento complessivo di 990 milioni di euro.

In questi giorni il CIPE ha approvato gli interventi per l’asse stradale Agrigento-Caltanissetta per 990 milioni di euro e per il completamento dell’ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria per un importo di 130 milioni di euro.

Confesso di non essere un esperto del settore ma 990 milioni di euro per un tratto lungo 28,2 km ,e con un traffico presumibilmente non particolarmente elevato mi sembrano veramente tantissimi.