Questa terminologia d?altri tempi ci riporta ad un?alternativa più vicina ai tempi nostri: i grandi partiti a vocazione maggioritaria debbono essere partiti plurali o pluralisti?
Cioè, questa nostra società politica riuscirà a liberarsi del modulo berlusconiano (sono un presidente operaio, attore, massaia, pensionato, imprenditore, fachiro ecc.) o del comportamento veltroniano (del tipo: ?Normale il caffè?? ?Si, grazie, ma anche macchiato?)?
Non si tratta di mandare in giro le camionette della celere o riempire le piazze di gente. Questi sono prodotti che abbiamo già gustato abbastanza da destra e da sinistra. Ci vuole un?altra vita. E chi vorrebbe o dovrebbe avere forza e idee per darcela deve tornare ineluttabilmente a quella domanda. Perché la politica è la natura. E alla natura non si sfugge a lungo. Allora, PD partito di massa o delle masse? Partito plurale o pluralista?
In una riflessione di breve respiro, utile soprattutto a lanciare l?interrogativo intorno al quale tutti dovremo crescere e far crescere la vita e l?azione del PD direi, solo accennando, di guardare alla fine che sta facendo l?ottica del profitto all?interno della società occidentale e occidentalizzata. Abbiamo portato l?intero mondo sull?orlo della catastrofe, dico ?abbiamo? come puro atto di solidarietà, convogliando ricchezza su chi garantiva e accumulava profitto. Finché una persona piena di saggezza come Carlo Petrini ci ha rammentato che il mondo viaggia su tre binari: il profitto, la sussistenza e la solidarietà. Queste tre grandi forze, aggiungo umilmente, sono in competizione pressoché perenne tra di loro. Rappresentano, attualmente, modelli di vita quasi sempre in contrasto. Essi sono il terreno su cui la politica deve giocare, dovunque nel mondo, la propria partita. E chi arriverà prima e meglio degli altri a darne la sintesi, economica, sociale e culturale, utile al progresso avrà vinto la sfida. Torno a Carlo Petrini per dire che chi ha inventato ?Slow Food?, con passo lento ma deciso, sta proponendo qua e là nel mondo un modello più ampio e completo: la ?Slow Live?. Per quello che se ne può capire la cosa interessante di questa proposta sarebbe il dover far scendere l?essere umano dalla ruota del criceto e dotarlo invece di un?esistenza a propria misura. Provo ad immaginare una vita che preveda maggior produzione di ambiente conforme alla natura, maggior distribuzione di ?salute?, maggior vicinanza agli affetti e agli interessi morali o intellettuali. Provo anche ad arrischiare un pronostico: o nel breve ? medio termine l?occidente abbraccerà questo modello, ne farà cioè un comportamento di massa, oppure il mondo andrà incontro alla terza catastrofe bellica. Per terminare, quando l?ottica del profitto cade come modello universale, è inutile contro ? proporre il modello delle masse proletarie organizzate. C?è, invece, a mio giudizio una massa considerevole di persone che non vuole essere massificata dal comportamento plurale della politica (o ?pseudopolitica?). Un insieme di persone distanti o, purtroppo, distanziabili dai circuiti di distribuzione del benessere per come questi sono attualmente strutturati. Un vastissimo numero di persone che però è cosciente e capace di recepire dalla politica soluzioni ben distinguibili dal ciarpame e che vadano verso la ?Slow Live?. Nell?abbozzare questo inizio di discussione ritengo che il PD, se vuole vincere la propria partita, deve scegliere nettamente questa direzione. E? la sola che può dare una soluzione pluralista al conflitto tra le tre forze che si contendono campo nell?economia e nella società. E il dare una soluzione culturale e politica di alto profilo a questo conflitto, lo ripeto, ci aiuterà a sostenere la crisi, a superarla e ad evitare altri guai, Dio ci liberi, ancora peggiori.