L?uomo respira per vivere, ma non vive per inspirare ed aspirare aria; il profitto è sicuramente l??aria? delle aziende, ma non può essere visto come il loro scopo ultimo. Il Principe di Machiavelli non può più regnare sull?impresa e tutto ciò va ben oltre il semplice rispetto di norme di salvaguardia ambientale e tutela del consumatore: e? ormai chiaro che l?impresa va inserita appieno nel circuito sociale, tra istituzioni e società civile, partecipando in positivo. Inoltre, in un contesto globalizzato, le aziende sono chiamate ad essere parte integrante dell?equilibrio mondiale. Nel contempo sono sempre più diffuse ISO 9000, certificazione della qualità dei processi produttivi, e SO 8000, di più recente istituzione, che certifica la qualità etica dell?azienda; l?Italia è quasi in testa ad una classifica positiva, essendo seconda solo alla Cina per il numero di aziende certificate SO8000 (22, contro le 3 della Gran Bretagna e della Francia). In tutto il mondo la tendenza è quella di sottoporsi sempre più a verifiche di questo tipo, mentre varie ricerche dimostrano l?interesse del consumatore verso i temi della responsabilità sociale. In Italia, la ricerca 2003 Ipsos/Explorer condotta in collaborazione con Sodalitas mostra che il 77% degli italiani è favorevole alla partecipazione delle imprese alla risoluzione di problemi sociali. Il 17% tuttavia si pone interrogativi sulle effettive motivazioni dell?azienda nell?abbracciare problemi sociali e c?è chi (8%) dubita anche dell?effettiva destinazione delle risorse stanziate per fini sociali, testimoniando una forte esigenza di trasparenza nella gestione dei bilanci. Quali sono, intanto, le attività ?socialmente responsabili ?che l?impresa può svolgere e sostenere? Si va dalla sanità (aiuto alla ricerca medico-scientifica, costruzione di impianti ospedalieri, prevenzione delle malattie) all?assistenza alle frange di popolazione in difficoltà (assistenza agli anziani ed agli emarginati, costruzione di strutture per bambini, aiuti e economici ed in natura) alla formazione professionale, fino al sostegno allo sviluppo mondiale e al rispetto dei diritti umani. Da notare comunque che il 35% degli italiani intervistati nell?ambito della ricerca Ipsos pensa che l?impresa italiana dovrebbe impegnarsi socialmente solo in Italia, contro un 43% che vuole ci si rivolga anche all?estero (il 22% addirittura vorrebbe un impegno limitato alla comunità locale). L?idea che l?impresa debba essere socialmente impegnata non si sposa perciò necessariamente con l?idea del sostegno ad ?altri? ma rimane spesso circoscritta nello spazio, all?ambiente nel quale essa opera maggiormente e in cui produce (e spesso, inquina). Sodalitas, Associazione per lo Sviluppo dell?Imprenditoria nel Sociale, promossa da Assolombarda e da 33 aziende e con sede a Milano, è impegnata a favorire il processo di responsabilizzazione delle imprese nella sfera sociale, e opera attraverso l?attività di professionisti volontari. Oltre al sostegno alle organizzazioni no-profit Sodalitas mira a svolgere un preciso ruolo di ponte tra profit e no profit, sviluppando l?impegno sociale delle imprese. Per iniziativa dell?Unione Europea e di CSR Europe (Business Network for Corporate Social Responsibility, la rete europea di imprese impegnata a diffondere cultura e pratiche della responsabilità sociale) è stata lanciata nel 2000 una campagna che sta toccando 15 paesi attraverso una vera e propria ?Maratona?. Dopo l?Olanda, è stato il turno dell?Italia in questa maratona ideale, e Sodalitas ha organizzato la tappa italiana della ?European Business Campain on Corporate Social Responsibility?, insieme ad Impronta Etica ed Isvi. La tappa italiana della Maratona si è snodata attraverso una serie di eventi locali, e il 10 febbraio dell?anno corso si è conclusa all?Auditorium Assolombarda di Milano, con una Conferenza Nazionale (Responsabilità Sociale e l?impresa per il futuro). In quell? occasione, a cui faceva seguito il passaggio del testimone all?Irlanda, cittadini, imprese ed istituzioni italiane ed europee avevano avuto occasione di confrontarsi sul ruolo che le imprese sono chiamate ad assumere, con l?obiettivo di spiegare come un?impresa socialmente responsabile sia più apprezzata da dipendenti, clienti, investitori, mondo della comunicazione. Durante la Conferenza, inoltre, si erano svolti vari approfondimenti tematici su alcuni strumenti che l?impresa può utilizzare concretamente (marketing sociale, finanza socialmente responsabile etc.) ed era stato assegnato il Solidalitas Social Award, premio che vuole dare visibilità ad iniziative di responsabilità sociale realizzate in Italia. Il premio, che è stato istituzionalizzato, viene assegnato per varie categorie (Processi interni, Marketing sociale, Partnership nella comunità, Finanza socialmente responsabile) ed è in svolgimento la sua seconda edizione, recentemente presentata in conferenza stampa a Milano. Ernesto Illy, industriale del caffè e presidente di Centromarca (Centro di Coordinamento dell?Industria di Marca), è stato moderatore di molti incontri sui temi dell?etica d?impresa e membro del Comitato d?onore durante la Conferenza nazionale di Milano. ?Ci sforziamo di comunicare ai manager che guidano aziende di marca che i risultati a lungo termine- ha detto Illy- sono, per noi, di gran lunga preferibili ai profitti immediati?. Insomma, alle stesse aziende conviene rispettare il prossimo, e possibilmente aiutarlo. Ne va della credibilità, e in generale dei profitti di lungo periodo. I consumatori hanno imparato a distinguere (secondo un sondaggio commissionato a Eurisko da Centromarca, il 60% dei consumatori ha preso in considerazione l?idea di boicottare i prodotti di una società non eticamente valida, e il 27% dichiara di essere passato dalle parole ai fatti). Questa ?preoccupazione? può essere il primo motore verso l?azione etica delle imprese, ma portatrice di effetti positivi che vanno ben oltre la loro crescita.
Il fine non giustifica i mezzi: eventi, premi e ricerche dimostrano il crescente bisogno di imprese ?socialmente responsabili?