“E’ colpa dell’Europa se abbiamo troppi clandestini” ha urlato Maroni, dopo la sentenza della corte di giustizia dell’Unione Europea (28 aprile 2011) che impone all’Italia di rispettare la direttiva europea in merito alle procedure da adottare per i rimpatri degli immigrati irregolari.
In Italia infatti, con inefficace e demagogica crudeltà, si era legiferato per risolvere il problema “in maniera radicale”: mettendo tutti in carcere.
Come poi fosse possibile gestire nella realtà questa norma non è dato sapere. Elettoralmente parlando però era molto efficace.
La corte europea non ha annullato il diritto dei singoli paesi di darsi delle regole per l’ammissione degli stranieri nei propri territori: la clandestinità resta un reato. Come resta indiscusso il dovere di darsi delle regole per governare civilmente il fenomeno “epocale” dell’immigrazione. Politiche per la sicurezza, per l’accoglienza, per i rapporti con gli stati, per la cooperazione allo sviluppo.
Ma questo è troppo complesso per il nostro governo. Meglio puntare tutto sulle sterili “grida manzoniane”, che almeno hanno il pregio di alimentare nel cittadino frastornato fastidio e paura.
Nel frattempo il Mediterraneo è in guerra. I dati dell’ UNHCR parlano di ben 686mila persone scappate dalla Libia e riversate nei paesi confinanti. In particolare, 327mila sono giunte in Tunisia, 256mila in Egitto, 60mila in Niger, 20mila in Ciad, 14mila in Algeria ecc. Sono circa 10mila le persone che hanno preso le carrette del mare verso il nostro Paese. Sempre secondo le ricerche UNHCR, si stima che su ogni cinque immigrati che attraversano il Mediterraneo, uno finisce nel fondo marino…
E in Italia, 65 milioni di abitanti, è nato il panico per queste 10 mila persone.
Caro Ministro Maroni, non è colpa dell’Europa se viviamo nel tanto vituperato “caos immigrazione”. La responsabilità è tutta nostra, della nostra incapacità di analisi, di elaborare proposte, strategie politiche.
Ma forse è proprio questo che si vuole. Il “Facite ammuina” ordinato nel 1841 nella Real Marina del Regno delle Due Sicilie, sembra essersi tradotto in “facciamo casino” in occasione degli arrivi dei profughi a Lampedusa. Certo non si risolvono i problemi, ma forse si raccolgono voti.
Sarà poi vero?
I NOSTRI INCONTRI…
Save the Date: sabato 21 maggio, ore 15, ACCOGLIERE IL FUTURO, La Casa della Mamma, 40 anni di esperienza. Con PRAXIS, 3 temi guida, 5 minuti di tempo per intervenire: volontariato, maternità, futuro…
Fondazione Il Faro, via Virginia Agnelli 21, Roma.
Il rinfresco con gelato, piccola pasticceria e pizza calda è a cura degli allievi della Fondazione Il Faro. È prevista animazione per i più piccoli.
SEGNALIAMO…
Sabato 14 maggio dalle 16 alle 18, MEDITERRANEO IN GUERRA. Libertà – Rivolte – Repressioni – Fughe – Migrazioni – Speranze.
Appuntamento con NOBorders, Sala Centofiori, via Goito, 35/B – Roma.
Intervengono Sibi Mani Kumaramangalam – Coordinatore Circolo No Borders, Pia Eliza Angeles Gonzalez – Consigliere Aggiunto Municipio XVI Roma, Nabil Hassan – Comitato Immigrati in Italia, Ahamed Mohamed – Imam Moschea Centocelle, Lul Mohamed Osman – Presidente Associazione Donne Somale, Samia Oursana – Radio Popolare. Modera Fabrizia Bagozzi – Quotidiano Europa
Buona settimana.
Amedeo Piva