?Road show Comunicazione Interculturale? è il tema dell?incontro organizzato da UNICOM, FERPI ed Etnica, presso la Sala Pegaso della Stazione Termini a Roma. L?iniziativa, che ha attraversato l?Italia facendo tappa a Torino, Padova, Napoli e Roma, ha portato sé il messaggio positivo dell?inclusione sociale e culturale attraverso la comunicazione. Come è stato sottolineato dagli organizzatori, non a caso il luogo scelto per la giornata di Roma è la stato Stazione. La Stazione è luogo di passaggio, d?incontro, luogo di vita dove la mobilità crea comunicazione tra culture. ?Trasporti e comunicazione viaggiano insieme? dice Caterina Isabella di FERPI, la Federazione Italiana Esperti di Relazioni Pubbliche. L?immagine, oltre ad essere molto veritiera, ci piace molto così come ci colpisce il filmato che Amedeo Piva, responsabile del dipartimento Politiche Sociali delle Ferrovie dello Stato, ci mostra per farci cogliere l?aspetto meno noto della Stazione Termini, quello dell?accoglienza e del dialogo, grazie all?Help Center dove lavorano i tanti volontari che entrano a contatto con ?gli invisibili? della stazione. Si susseguono gli interventi e gli input sono tanti nel corso dei lavori: una ricerca presentata dall?ASSIRM ci fa addentrare nella realtà della percezione che i migranti hanno dell?Italia e degli italiani, ma soprattutto mette in luce il conflitto insito nella condizione di migrante, quel rapporto tra continuità identitaria e integrazione che, in genere, nessun paese d?accoglienza facilita molto, e nemmeno l?Italia anche se nel suo complesso ? ci dice Carlo Santucci – i dati sono positivi: ?i delusi? tra i migranti del campione scelto sono il 20% mentre il 76% si dice ?soddisfatto delle amicizie?, sembra un dato che dice già molto. In ogni caso, ed arriviamo al cuore del discorso sul marketing culturale introdotto da Enzo Napolitano, di Etnica, scuola per l?economia interculturale, il mercato in Italia si sta accorgendo di avere un target diverso da quello puramente italiano, un target specifico: le persone immigrate. Ma questo target in realtà non esiste in quanto tale, perché è soggetto a diverse varianti. Quindi, anche soltanto pure e semplici esigenze di mercato, ci dicono che dobbiamo conoscere di più le persone immigrate che sono ormai parte della nostra società: non inventarci i loro bisogni ma valorizzare le loro esperienze e la loro creatività, ascoltare e dialogare. In contrapposizione al marketing multiculturale che si sta diffondendo attualmente, che adatta risposte differenti a domande differenti cioè offre servizi specializzati che rafforzano le identità a livello di diversità creando paradossalmente delle realtà riservate ai non italiani come in una sorta di ?ghetto economico?, Etnica propone un modello innovativo di marketing: il Welcome marketing. Il concetto è davvero interessante e, nella sua definizione, sembra fare eco ai principi della tanto agognata ?altra economia?, sembra parlare di Rispetto dell?altro, pur rimanendo nelle logiche di mercato. Si tratta cioè di ?offerta di servizi ad immigrati per favorirne l?integrazione economica e sociale?, e l?offerta si basa su esigenze reali emerse attraverso il coinvolgimento diretto di associazioni di migranti e categorie interessate, in pratica un marketing politico e, soprattutto un marketing ravvicinato, da persona a persona. Infine approdiamo al concetto di Marketing interculturale che di fatto acquisisce come dato certo la presenza di più dimensioni culturali nell?ambito di riferimento e opera il superamento dei valori precedenti, abbandona l?idea che concetti di riferimento siano validi in ogni contesto e compie una ?trasduzione?, evocando semplicemente concetti come in una neutralità culturale rispettosa delle differenze.
In linea con questi processi, matura la comunicazione : Rossella Sobrero, vice presidente di UNICOM, l?Unione Nazionale delle Imprese di Comunicazione, ci accompagna in un tour attraverso alcune campagne di comunicazione, ci racconta come gli spot pubblicitari e persino le sit-com si siano ?adeguati? ad un linguaggio più ?globale? ma ci dice anche che in fondo non c?è ancora pluralismo culturale nei media, non ci sono spazi nei media per i migranti e le altre culture. L?esperienza del road show ?Comunicazione Interculturale? ha voluto aprire una strada da percorrere nella direzione di una nuova cultura della valorizzazione, della tutela e del rispetto delle identità altre, per colmare quel vuoto comunicativo che esiste: la sua carovana di testimonianze ha saputo promuovere ed evidenziare le esperienze positive più significative e i percorsi di integrazione in atto perché l’immigrazione è, tra le altre cose, una grande opportunità per le relazioni umane.
Valorizzazione e rispetto delle identità culturali dei migranti nel linguaggio dei media e nelle strategie aziendali