Il mio nome è Sibi Mani KUMARAMANGALAM. Si, proprio così: KUMARAMANGALAM.
Lo so, cari amici e compagni, forse pensate che il mio sia un nome difficile. Può darsi. Ma rassegnatevi, dovete impararlo perché da 185 giorni, KUMARAMANGALAM è un cognome di un italiano. Kevin KUMARAMANGALAM è il nome di mio figlio, italiano.
Dopo 19 anni di permanenza in Italia e lunghe pratiche burocratiche sono ora orgogliosamente cittadino Italiano. Così come porto in me l?orgoglio di essere indiano, figlio del paese dove esiste e governa la più grande democrazia del mondo.
E così come in India ho dato il mio contributo al partito del congresso ora il mio impegno è rivolto al Partito Democratico, ed in particolare al Circolo PD No Borders del quale sono il coordinatore.

In questo mio intervento non voglio riproporre un?analisi sulla difficile, a volte tragica, situazione di tanti immigrati in Italia. Tutti noi la conosciamo bene e ne soffriamo.

Voglio invece rivolgere un appello: cerchiamo di non legare il tema dell?immigrato al suo disagio ed alla necessità, pertanto, di una risposta solidale.
Cari amici e compagni, in un paese in difficoltà, preoccupato per la crisi economica, per la carenza di lavoro, per l?insicurezza, parlare di solidarietà verso gli immigrati è sì doveroso ma non è efficace.

Dobbiamo parlare di immigrati quando parliamo dello sviluppo dell?Italia,
Dobbiamo parlare di immigrati quando parliamo di internazionalizzazione dell?Italia
( e la cultura internazionale nasce a scuola insieme tra i nostri figli),
Dobbiamo parlare di immigrati quando parliamo di ruolo delle donne in Italia
(e gli immigrati che si occupano della cura della casa e delle persone ?bambini e anziani- permettono alle donne di ricoprire nuovi ruoli nella società),

Dobbiamo parlare di immigrati quando parliamo di gestione del territorio e di sicurezza dell?Italia.

La sicurezza la costruiamo insieme : non con le ronde miste (ci farebbero solo sorridere se non trasmettessero un grave messaggio di intolleranza) ma con una cittadinanza attiva presente sul territorio. E la cittadinanza deve essere amplia, estesa a tutti coloro che vivono, lavorano, mandano a scuola i figli, pagano le tasse. Deve includere e dare un ruolo anche agli immigrati. In questo modo ci sarà una corresponsabilità più chiare e condivisa, cittadini italiani e cittadini immigrati, per la sicurezza e lo sviluppo dell? Italia.

E in questa linea ripropongo qui le proposte che, su invito dei Giovani Democratici , sabato scorso abbiamo annunciato proprio da Lampedusa , all?inizio del viaggio che abbiamo iniziato con Fausto Raciti, Fernanda Contri ex presidente della corte costituzionale, Laura Boldrini ACNUR, Khalid Chauoki resp. immigrazione PD giovani, Darif Aziz presidente della consulta cittadina Comune di Roma, Meryem e Tasmin della GMI(giovani musulmani d?Italia),Giulia Koickal una studentessa di 19 anni.

Queste le nostre 7 proposte

– Una riforma del diritto di cittadinanza, che renda possibile a tutti coloro che nascono o che crescono nel nostro paese di ottenere il passaporto italiano. Questo non assicura automaticamente la piena inclusione, come è possibile vedere anche in altri contesti geografici, ma fissa le condizioni per le quali italiani ed immigrati possano sfuggire meno facilmente alle proprie responsabilità; ( Noi siamo contenti che l?on. Fini con impegno porti avanti questa proposta. Non dimentichiamo però quanto odio ha creato verso gli immigrati la Bossi-Fini)

– La cancellazione del reato di clandestinità
, perché è impossibile essere accusati per ciò che si è piuttosto che per ciò che si fa;

– Una legge quadro sul diritto d’asilo
che da troppo tempo è assente in Italia, una mancanza colpevolmente usata come alibi;

– Il diritto di voto per gli immigrati per le elezioni amministrative
, come strumento forte di integrazione degli immigrati all’interno dei contesti locali; (il diritto di voto amministrativo per condividere maggiormente diritti e doveri, per corresponsabilizzarci insieme alla gestione del territorio);

– La creazione di un fondo speciale per le scuole elementari
ad alto tasso di presenza di bambini di origine straniera, da finanziare con le entrate della sanatoria corrente, perché è dalla scuola che inizia l’integrazione degli immigrati;

– Una nuova legge sulla libertà religiosa
, perché la presenza di culti e tradizioni differenti rende necessaria una riflessione nuova sul rapporto tra società e sensibilità religiose, che diventano sempre più presenza pubblica nel nostro paese.

– Sensibilizzare l?Unione Europea perché si faccia carico della questione immigrazione
in maniera più diretta affinché non siano i singoli Stati a legiferare sulla condizione di permanenza in Europa del cittadino straniero ma attraverso l?operato del Parlamento e della Commissione si emanino regolamenti e direttive atte a uniformare e migliorare le varie politiche migratorie .

Caro Alessandro, noi immigrati vorremmo approfondire con te il motivo per cui la significativa esperienza dei consiglieri aggiunti nel comune di Roma, con l?attuale amministrazione stia scemando, perché ci siano tante difficoltà nel dar peso alle consulte, perché ci siano tante disattenzioni e disparità di trattamento nei centri di accoglienza, perché si devono mettere in campo vere politiche d?integrazione locali. Troveremo il modo di esserti a fianco nella sfida che hai accettato di correre per la guida del PD del Lazio.

Caro on. Bersani già nelle scorse primarie del Pd gli immigrati hanno avuto un ruolo significativo. Noi ora a suo fianco vorremmo essere significativi nel partito non solo durante le primarie. Siamo sicuri che al fianco del segretario Bersani gli immigrati potranno dare un importante contributo alla costruzione del PD ed allo sviluppo dell?Italia.