Il governo si appresta a presentare in Parlamento una proposta di riforma della Bossi-Fini, attraverso lo strumento di un disegno di legge delega, per la modifica della disciplina dell?immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero. La riforma ruota essenzialmente intorno a tre punti: il primo prevede una semplificazione degli ingressi in Italia, attraverso un ampliamento delle quote (che finalmente diventano triennali), l?introduzione dello sponsor, la possibilità di un?autosponsorizzazione. Il secondo aspetto è una maggiore facilitazione delle procedure burocratiche, realizzata soprattutto attraverso la concessione di permessi di soggiorno più lunghi: una misura che da un lato risulta più adeguata alle esigenze del mondo del lavoro e dall?altro rende più semplici i rinnovi, sia per l?Amministrazione che per l?immigrato. Il terzo punto è quello di un rafforzamento dei diritti degli stranieri: è previsto l?elettorato attivo e passivo alle elezioni amministrative per i soggiornanti di lungo periodo e l?equiparazione ai cittadini dell?Unione europea per l?accesso al lavoro nella pubblica amministrazione.
Al di là delle modifiche specifiche, l?impianto delle nuove norme sembra tornare a considerare lo straniero come una risorsa per il paese che lo accoglie e non semplicemente una ?forza-lavoro?, da far rimanere in Italia solo fino a quando serve, come aveva teorizzato la Bossi-Fini.
Non vi è ancora chiarezza invece in merito al destino dei Centri di permanenza temporanea (cpt), anche dopo la chiusura dei lavori della Commissione presieduta dall?ambasciatore Staffan de Mistura, che ha indagato sulle condizioni di sicurezza e vivibilità di tali strutture. I lavori della Commissione hanno sostanzialmente confermato l?inefficacia di tale sistema, che alla fine riesce a far ritornare nei paesi di origine una percentuale molto bassa di coloro che vi transitano. La Commissione ha elaborato un pacchetto di proposte che ora toccherà al governo concretizzare. Su un punto sembrano essere tutti d?accordo: un progressivo svuotamento dei cpt di quelle categorie per le quali non vi è bisogno di trattenimento, quali ex detenuti, vittime di tratta, colf e assistenti familiari con permessi scaduti.
Nella legge delega di riforma non vi è invece traccia di modifiche in tema di asilo. La scelta del governo sembra essere quella di modificare la procedura attuale attraverso il recepimento delle direttive europee in materia. Tale indirizzo è molto discutibile, sia perché in Italia da tempo immemore si attende una legge organica, capace di regolare tutti gli aspetti di una effettiva accoglienza, protezione e integrazione dei rifugiati, sia perché le direttive europee sono molto vaghe, di basso profilo, e andrebbero molto migliorate all?atto della loro discussione in Parlamento. Proprio il passaggio parlamentare sarà il momento decisivo: per le note ragioni di margini di maggioranza esigui, vi è il concreto rischio che le norme che verranno presentate, sia in materia di immigrazione che di asilo, siano ulteriormente peggiorate, per mere ragioni di calcolo politico. Eppure si tratta di leggi che incideranno profondamente nella vita di milioni di persone, quella stessa vita di cui tanto si parla in quei numerosi dibattiti dove si fa a gara ad assegnarsi patenti di fedeltà ai valori cristiani. Forse gli stranieri sono vite di serie b?
C'è vita e vita