Se la Signora Kyenge non fosse di colore e se non avesse parlato dello ius soli, nessuno si occuperebbe di lei.
Personalmente non trovo grandi differenze tra gli essere umani forse perché, io nella mia non-diversità di bianca, non vedo differenze, non attribuisco alla Ministra meriti o diversità, né di razza, né di genere. Insomma, per me come per molti altri, tra lei e un’altra ministra o un ministro non ci sono differenze. E poi perché dovrei guardarla con occhi diversi?
Quello che mi interessa veramente è la sua esperienza, il fatto che sia cresciuta da genitori stranieri in un paese che nel tempo è stata in grado di far divenir suo e dal quale ha avuto ed ha saputo dare. Mi interessano la sua tenacia e i contenuti che sarà in grado di porre in essere.
Penso che bisogna fare molto e di più per l’integrazione in questo paese ma penso allo stesso tempo che lo ius soli non sia una priorità soprattutto perché temo che il governo rischi di fare la seconda delle coppie di fatto; cioè incartarsi su una questione certo importante ma purtroppo non prioritaria e di cui molti potrebbero approfittare per far cadere il governo.
Secondo me, il fatto che Enrico Letta abbia deciso di nominarla non può neanche essere considerato un merito se non vogliamo entrare in una certa retorica da cui è bene star lontani.
Auguri sinceri e tripli alla Signora Kyenge il cui lavoro si profila più arduo perché i riflettori su di lei saranno più forti, sempre accesi e quindi al minimo sbatter d’ali, qualcuno, sparerà.
Anche io sono nera come la Signora Kyenge. Spero che lo siate anche voi ma senza la retorica buonista della solidarietà politically correct.