Al di la di qualche piccolo intoppo, inevitabile visti i numeri dei partecipanti – hanno votato più di 3 milioni di persone – la giornata dedicata all’Italia, Bene Comune, come recita lo slogan delle Primarie di coalizione 2012, è stata un successo.
Qualcuno, come il bravo Matteo Renzi, avrà dovuto pure aspettare in fila nel suo seggio a Firenze per due ore e quaranta (con tanto di aggiornamenti in tempo reale su twitter), ma per tanti altri cittadini il passaggio alle urne del centrosinistra è diventato perfino un’occasione piacevole per ritrovarsi. E condividere qualche battuta sui “magnifici cinque” e i loro programmi, magari davanti a una bella immagine di Aldo Moro o di Berlinguer, per poi uscire e fare una passeggiata, visto anche il giorno pieno sole che ieri ci ha regalato la Capitale.
Come quel padre accompagnato dal figlio ventenne, in fila prima di me al seggio, che ha scelto per votare l’“orario intelligente” – verso l’una e mezzo – momento a dir poco sacro la domenica per tantissimi romani (rigorosamente seduti a tavola, con il piatto fumante di pasta).
E anche “i casi più difficili” (una coppia di amici con passeggino al seguito e duplice cambio di residenza, preiscritti, ma di cui non risultava la registrazione nel database) sono stati pazientemente guidati verso il seggio giusto dai volontari che seguivano le operazioni di voto.
Al di là dei bofonchii dei predicatori virtuali – il solito Grillo con le sue invettive apocalittiche – insomma, una bella prova di maturità.
Perché siamo stati chiamati senza possibilità di equivoco a conoscere, condividere i programmi di chi voteremo, prima di sceglierne il nome. E perché con la giornata di ieri il centro sinistra ha dimostrato che la democrazia è un processo davvero percorribile. E anche piacevole, come incontrarsi tra amici una domenica mattina.
Certo, restano le incognite. Da oggi per Bersani in vantaggio (44,9%) e Renzi non di molto indietro (35,5%) – entrambi lanciati verso il secondo turno del 2 dicembre – si profila all’orizzonte l’incognita Vendola (al 15,6%). Che già da tempo insiste a chiedere un’agenda anti Monti.
Mentre quest’ultimo, premier professore e non politico, dimostra di averla appresa bene, la lezione della politica. E quindi ci tiene a ribadirsi un tecnico al servizio del Paese (“il mio impegno è fino al 2013”), ma va da Fazio in tv a “Che tempo che fa” per dichiarare – la sera stessa delle primarie – che sta riflettendo “su tutte le possibilità, nessuna esclusa, in cui eventualmente io ritenga di poter dare il mio contributo al miglior interesse dell’Italia europea”.
Intanto Berlusconi lancia le sue inquietanti prospettive di un “Forza Italia 2.0” (stantio, perfino nella scelta del nome), mentre Angelino Alfano spara date per improbabili primarie Pdl su modello Usa, sempre più solo e inascoltato.
Il prossimo appuntamento? Mercoledì alle 21, per il confronto televisivo tra Bersani e il sindaco di Firenze. La partita si giocherà anche lì (con il convitato di pietra a Terlizzi (LINK)?