La recente isteria sugli immigrati rumeni dice molto sull’Italia e sul fragile stato della sua politica.
I leader politici italiani non godono in genere di grande stima al di fuori (e nemmeno all?interno) del loro paese. Ne ha mostrato il perché il modo in cui hanno affrontato la prima grande crisi nelle relazioni razziali. Tra gli aggettivi per descriverlo, vengono alla mente opportunistico, istrionico, irresponsabile e forse insensibile.

Il problema è iniziato il 30 Ottobre, quando Giovanna Reggiani, la moglie 47enne di un ufficiale navale, mentre tornava a casa sola in una strada deserta di Roma, è stata brutalmente aggredita. Le prime voci riportavano che la donna era stata torturata, violentata, rapinata e colpita ferocemente ? nonostante, effettivamente, lei non fosse stata né torturata, né violentata. Potrebbe anche darsi che l?uomo l?abbia aggredita brutalmente dopo il tentativo della donna di difendersi dalla violenza sessuale.
Si è trattato di un crimine orribile, per il quale Giovanna Reggiani è morta due giorni dopo.
L’uomo accusato di averla uccisa è Nicolae Mailat, un rumeno rom (zingaro) che vive in una delle baracche che si trovano nel boschetto lì vicino. Mailat nega di aver ucciso la Reggiani, ammettendo solo di averle scippato la borsetta. Secondo alcuni che abitano nelle stesse baracche, Mailat soffre di disturbi mentali.
Niente di tutto questo è stato preso in considerazione nelle polemiche che sono scaturite dall?accaduto.

Mailat è uno dei centinaia di migliaia di romeni, molti dei quali zingari, che hanno affollato l’Italia negli ultimi anni e che sono ad oggi diventati la più numerosa minoranza etnica. Senza dubbio hanno portato dei problemi, in particolare a Roma, dove un numero sproporzionato di Rom vive in condizioni pessime, sotto i ponti, nei boschi o in edifici in disuso. Questo ha fatto sì che alcune zone della città si sentano decisamente insicure.
Ma se così tanti sono arrivati in Italia, è perché sono stati incoraggiati dai politici italiani. Il precedente governo di centro-destra di Silvio Berlusconi non si avvalse delle restrizioni ai permessi alla Romania nei cinque anni prima che entrasse nell’UE. Anche l’attuale governo di centro-sinistra di Romano Prodi ha scelto di non limitare l’entrata dei lavoratori dalla Romania dopo che questa era diventata un membro dell’UE.
I rumeni furono all’inizio popolari. Parlano un linguaggio di origine romanica e la maggior parte si integra con facilità.
Nonostante la politica braccia-aperte dell’Italia, nessun passo è stato fatto per fornire alloggio temporaneo per i nuovi arrivi. Parte del biasimo deve ricadere sul sindaco di centro sinistra di Roma, Walter Veltroni. Tuttavia è soprattutto sua la responsabilità di aver spinto nel panico il governo dopo l?uccisione di Reggiani.

Veltroni non è solo il sindaco della città più grande d’Italia: il mese scorso è stato eletto capo del nuovo PD, partito che unisce i due maggiori partiti del centro sinistra. In questo modo è divenuto contemporaneamente l’erede di Prodi e il candidato del centro-sinistra per le prossime elezioni. Così, cercando di essere sempre al centro della notizia, si pone come una continua fonte di disagio per Prodi. Inoltre Veltroni offre un’affascinante alternativa all’impopolare e fragile governo che le piccole coalizioni minacciano di far cadere rapidamente.
Dopo che Veltroni ha dichiarato che “nè la politica nè le autorità locali possono affrontare l’emergenza” , il governo ha emanato un decreto che dà ai prefetti il potere di espellere, con la convalida del giudice, i cittadini di altri paesi UE. Una direttiva UE del 2004 legittima queste espulsioni nel caso di minaccia alla pubblica sicurezza.
A Bruselles, il commissario di giustizia, Franco Frattini, e i suoi funzionari sembrano aver accettato i provvedimenti italiani, ma è discutibile se le espulsioni riflettano fedelmente una direttiva che, in base al documento UE, era prevista per “seria e immediata minaccia ai fondamentali interessi dello stato”.
L’aspetto più scioccante del decreto è l?essere apertamente indirizzato ai rumeni. Il preambolo recita: “la proporzione di crimini commessa dai cittadini stranieri è cresciuta, e coloro che commettono più crimini sono i rumeni”. Questo è vero in termini assoluti perché i Rumeni sono gli immigrati più numerosi. Nell’analisi de La Stampa, la proporzione di Rumeni arrestati o fermati dalla polizia nel 2006 era inferiore alla maggior parte degli altri gruppi di stranieri.

Entro 24 ore dalla riunione di governo, 20 persone vengono espulse. Nella periferia romana una banda di teppisti picchia tre rumeni. Il primo di molti accampamenti di immigrati viene abbattuto con i bulldozer. Da questo momento, i Rom diventano l’obiettivo di attacchi violenti.
Gianfranco Fini, il rinnovato leader degli ex neo-fascisti, li accusa di far prostituire le loro donne, di approvare il rapimento dei bambini e di ritenere il furto moralmente giustificabile.

La nuova posizione di Veltroni apre due possibilità a Gianfranco Fini: sindaco di Roma o leader dell’opposizione. L’emergere del 52enne Veltroni nel centro-sinistra rende meno probabile che il centro-destra rimanga ancorato al 71enne Berlusconi. Fini sembra pensare che il tema dell?odio razziale possano aumentare le sue opportunità.
Potrebbe darsi.
Un sondaggio del Corriere della Sera dice che solo il 30% degli italiani pensa che sia possibile integrare i Rom. Questa stessa visione è largamente condivisa in Romania, dove la discriminazione è diffusa.

Il 7 novembre il primo ministro della Romania, Calin Popescu Tariceanu, è venuto in Italia per incontrare Prodi. Il colloquio si è incentrato sul come ?tappare i buchi?. Dopotutto, gran parte di coloro i cui accampamenti sono stati distrutti, ricostruiranno le loro baracche da qualche altra parte. Anche se alcuni sono stati imbarcati in voli verso Bucarest, l’Italia non ha risorse per allontanarne numeri significativi. In futuro i provvedimenti di espulsione si concretizzeranno probabilmente in un semplice ordine di andarsene. E quelli che se ne vanno potranno facilmente tornare: gran parte dei rumeni entra in Italia con gli autobus alle frontiere non controllate.

I due primi ministri si sono accordati per istituire una forza di polizia comune e per mandare più ufficiali di collegamento della polizia rumena in Italia. Hanno anche deciso di richiedere a Bruxelles fondi strutturali aggiuntivi per ciò che loro definiscono “il fenomeno più problematico, quello dei flussi migratori che coinvolgono l’etnia Rom”.
Se sei in un guaio, mani giunte e prega per un po? di denaro. Ed è proprio di questo che tanti accusano gli zingari!

(The Economist, 8 Novembre 2007)

ITALY AND IMMIGRATION

Disharmony and tension

The recent hysteria over Romanian immigrants says much about Italy and the fragile state of its politics.
ITALIAN political leaders are not generally held in high esteem outside (or indeed inside) their home country. Their handling of the country’s first big race-relations crisis has shown why. Among the adjectives that spring to mind are opportunistic, histrionic, irresponsible and, perhaps at best, insensitive.

The trouble began on October 30th, when Giovanna Reggiani, a 47-year-old Italian naval officer’s wife, was returning home along a deserted lane in northern Rome. She was brutally attacked. Early reports suggested that she had been tortured, raped, robbed and ferociously beaten?though, in fact, she was neither tortured nor raped. But it may be that her assailant set about her savagely after she tried to defend herself from sexual assault.
This was a horrifying crime, from which Ms Reggiani died two days later. The man accused of her killing is Nicolae Mailat, a Romanian Roma (gypsy) who lived in one of a string of shacks in a nearby wood. He denies murdering Ms Reggiani, but admits snatching her bag. Fellow shack-dwellers say that he is mentally disturbed.
None of this carried any weight in the outcry that followed.

Mr Mailat is one of hundreds of thousands of Romanians, many of them gypsies, who have flocked to Italy in recent years and now make up its biggest ethnic minority. They have unquestionably brought problems, particularly to Rome, where a disproportionate number live in dreadful conditions under bridges, in copses or in disused buildings. They have made some parts of the city feel distinctly unsafe.
But the reason so many have come is that Italian politicians have encouraged them. The former centre-right government of Silvio Berlusconi waived visa restrictions on Romania five years before it joined the European Union in January. The current centre-left government of Romano Prodi chose not to restrict the entry of workers from Romania after it had become a full member.
Romanians were initially popular. They speak a Romance language. Most integrate easily.
Despite Italy’s open-arms policy, no steps were taken to provide even temporary shelter for the new arrivals. Part of the blame must fall on Rome’s centre-left mayor, Walter Veltroni. Yet it was he who was chiefly responsible for pushing the government into a panic after Ms Reggiani’s murder.

Mr Veltroni is more than just mayor of Italy’s biggest city. Last month, he was elected head of the new Democratic Party, which combines the two biggest parties on the centre-left. As such, he instantly became heir-apparent to Mr Prodi, and the centre-left’s candidate for the next general election. He thereby makes himself a continuous source of discomfort to Mr Prodi, as he seeks to keep himself in the news. He also offers an appealing alternative to an unpopular and fragile government which smaller coalition parties are repeatedly threatening to bring down.

After Mr Veltroni declared that ?neither the police nor the local authorities can cope with the emergency?, the cabinet produced a decree that gave prefects, local representatives of the interior ministry, the power to expel citizens of other EU countries if they had the backing of a judge. A 2004 EU directive legitimised such expulsions in cases where there was a threat to public health or security.
In Brussels, the justice commissioner, Franco Frattini, and his officials seem to have accepted the Italian move (see article). But it is at best debatable whether the expulsions reflect faithfully a directive that, according to the EU’s own summary, was intended for a ? serious and present threat which affects the fundamental interests of the state?.
The most shocking aspect of the decree is that it is aimed so openly at Romanians. The preamble claims that ?the proportion of crime committed by foreigners has increased, and those who commit most crime are the Romanians.? This is true only in absolute terms, because Romanians are the most numerous immigrants. As an analysis in La Stampa has shown, the proportion of Romanians reported to, or arrested by, the police in 2006 was lower than in most other foreign groups.

Within 24 hours of the cabinet meeting, 20 people were expelled. A band of thugs beat up and stabbed three Romanians in a Rome suburb. The first of several immigrant encampments were flattened with bulldozers. Since then, the Roma have been the target of vitriolic abuse.
Gianfranco Fini, the supposedly reformed leader of the former neo-fascists, accused them of prostituting their womenfolk, approving the kidnapping of children and believing that theft was morally justified.

Mr Veltroni’s new position has created two possible openings for Mr Fini?as mayor of Rome (the opposition wants Mr Veltroni to stand down), or as leader of the opposition. The emergence of the 52-year-old Mr Veltroni on the centre-left makes it less likely that the centre-right will stick with the 71-year-old Mr Berlusconi. Mr Fini appears to think that race-hate oratory will enhance his prospects.
He may be right.
A poll in Corriere della Sera suggests only 30% of Italians think it possible to integrate the Roma. That is also the view of many in Romania, where discrimination is common.

On November 7th Romania’s prime minister, Calin Popescu Tariceanu, flew to Rome to meet Mr Prodi. Much of their discussion was about plugging holes. After all, most of those whose encampments have been wrecked will build shacks elsewhere. Although some were put on flights to Bucharest, Italy does not have the resources to remove substantial numbers. Future expulsions will probably consist of no more than an order to leave. And those who go can easily return : most Romanians enter Italy in buses across uncontrolled frontiers.

The two prime ministers agreed to set up a joint police force and to send more Romanian police liaison officers to Italy. They also decided to write to Brussels asking for extra structural funds for what they called ?the most problematic phenomena, like the migration flows involving the Roma ethnic group.?
When in a fix, stick out your hand and beg for cash. It is what so many accuse gypsies of doing all the time.

(From The Economist print edition, Nov 8th 2007)