“Prudenza, giustizia, fortezza e temperanza”, secondo il catechismo che mi veniva insegnato dall’austero parroco, sono le quattro virtù cardinali. “Corroborate “ dalle tre virtù teologali “fede, speranza e carità” formano quella somma di sette virtù che costituiscono “Le sette lampade della vita cristiana”, diceva papa Giovanni.
Preistoria!
Non occorrono analisi sociologiche accurate per descrivere come nella nostra società questo lineare indirizzo del catechismo sia diventato un reperto archeologico sepolto dai “bunga bunga”, falsi in bilancio, frodi fiscali, impunità …
Certo, questi sono vizi antichi, ora lessicalmente modernizzati. Ma c’è del nuovo. Un tempo questi “costumi” erano vizi privati di persone che, per mantenere l’onorabilità, si davano almeno un contegno pubblico virtuoso.
“Sepolcri imbiancati” aveva definito questi ipocriti, senza incertezze, Gesù nel Vangelo di Marco (XII,2).
Ma ora siamo caduti così in basso da farci recuperare l’ipocrisia come atteggiamento utile almeno per frenare l’esaltazione pubblica di vizi privati.
L’ipocrisia come ottava virtù?
Proponiamo un aggiornamento del catechismo.
SEGNALIAMO…
Domani alle 18.30, il primo incontro del Comitato Municipalità e Cittadinanza, (Hotel Patria, via Torino, 46, Roma).
Un progetto per contribuire a risvegliare le coscienze nel Paese. Attraverso la partecipazione attiva e la consapevolezza dei cittadini, l’impegno perché la politica torni ad essere uno strumento al servizio dello sviluppo della comunità.
Coordina Palmino Ferrante
Buona settimana.
Amedeo Piva