La banana è buona perché si sbuccia, la mela è buona perché si sbuccia, il latte non si beve e il pallone deve essere lavato dopo aver giocato a calcio.
Questa era la cantilena che i bambini di Chernobyl nel 1993 cantavano quando venivano in Italia.
I programmi di solidarietà sono iniziati in quell?anno in Italia e quello che oggi dalla mia famiglia viene considerato un figlio o un fratello è arrivato il 12 dicembre 1994.
Aveva sei anni e cantava questa cantilena.
All?inizio è stato complicato vivere insieme perché esistevano abitudini e usi diversi.
Ma sin dall?inizio noi famiglie affidatarie abbiamo sempre saputo due cose fondamentali.
Una detta dal governo di Minsk: ?i bambini a fine soggiorno devono tornare in patria perché sono il nostro futuro?.
L?altra, sin dall?inizio compresa da tutte le famiglie italiane coinvolte nell?affidamento, il contrasto tra il nostro stile di vita e il loro stava creando nei bambini problemi psicologici.
Quello che dagli esperti viene conosciuto con il nome di sindrome dello scaffale vuoto.
Però si è sempre pensato che tra questa sindrome e una morte per tumore era preferibile soffrire della sindrome.

Dal 1994 ad oggi in Italia sono stati curati grazie al contributo delle famiglie 539.377 bambini.
Per fortuna non tutti negli ospedali.
Infatti per loro curarsi spesso vuol dire anche cambiare aria, il periodo estivo ed invernale di risanamento che proponiamo serve per eliminare dal loro corpicino le radiazioni accumulate nel periodo in cui vivono in ambiente contaminato.
Ancora oggi le maestre bielorusse si lamentano della salute cagionevole della scolaresca, inoltre vi è un facile affaticamento psicologico. Molte fonti concordano che le difese immunitarie si sono abbassate nei bambini e nei ragazzi che vivono nelle terre colpite dal fall out nucleare.
Grazie alla campagna di esami e al registro del cancro fondato in Bielorussia è stato rilevato un aumento dell’incidenza del cancro alla tiroide sui bambini residenti nelle aree di Bielorussia, Ucraina e Russia colpite dal disastro.
Test recenti hanno dimostrato che il livello di cesio-137 negli alberi continua a crescere.
Questo ancora oggi quindi, non ci consente di abbassare la guardia e ci costringe a continuare con quelle politiche sociali di accoglienza che ci hanno visto protagonisti negli ultimi anni.

Le associazioni no profit che in Italia lavorano a questo progetto sono circa 300 ed eseguono anche lavori nelle sedi bielorusse degli orfanotrofi o negli ospedali.
Oggi questo progetto si sta incrinando, il governo bielorusso ha sospeso momentaneamente gli affidi in base ad un mancato rientro di una di queste bambine.
In questi anni abbiamo affrontato ogni genere di situazione, con bambini malati gravi di tumore o che già sapevamo di non poter rivedere l?anno successivo perché ormai maggiorenni.
Da questo punto di vista i genitori affidatari italiani hanno sempre mantenuto un comportamento esemplare, comprendendo fin da subito quale fosse il loro compito.
Dare tanto amore quanto potevano e poi quando arrivava il momento lasciarli andare.
I problemi li abbiamo sempre affrontati con le autorità Bielorusse che spesso si sono dimostrate comprensive e affidabili.
Ci auguriamo che anche in questa situazione gli organi politici collaborino a pieno ritmo per trovare una soluzione al problema.

Vorrei tanto, prima o poi, vedere una delegazione della mia città andare in Bielorussia a trovare questi bimbi per capire le vere problematiche che devono affrontare tutti i giorni.
E vorrei anche vedere i miei amministratori farsi parte operativa nel processo di sblocco delle adozioni verso l?Italia.
Non sarebbe male se la città di Minsk e quella di Roma trovassero un accordo (prima dei governi) tra loro per aiutare questi bimbi; oggi ce ne sono 5000 adottabili per i quali è stata già fatta richiesta.
Sono sicuro che il nostro Sindaco e i nostri amministratori e Lei che tanto ha lavorato nel sociale possa capire il dramma che vivono molte famiglie italiane e molti bimbi stranieri.
Spero inoltre che la famiglia di Genova, che son sicuro volere il bene della bimba, sarà spinta da quell?amore che già noi tutti abbiamo sperimentato permettendo alla bambina di essere curata in una struttura adeguata e reintegrata nel suo paese.
E ringrazio tutti coloro che in questi anni si sono sempre adoperati per il bene di chi è stato colpito dalla stupidità nucleare umana.