Una perdita secca di due milioni e mezzo di elettori del PDL non ha impedito a Berlusconi di

vincere politicamente le ultime elezioni Molti osservatori ritenevano che Berlusconi per la crisi

economica del paese, per gli scandali sessuali e le inchieste giudiziarie che lo vedevano da

tempo protagonista, sarebbe andato incontro alla stessa sconfitta di Sarkozy in Francia. Cosi

non è stato. Ancora una volta Berlusconi ha dimostrato una straordinaria capacità di sapere

utilizzare al meglio la sua pluriennale esperienza nel campo del marketing politico.

Il marketing politico,nato negli Stati Uniti negli anni 50 , si è evoluto con il progressivo

indebolimento dei partiti Non essendo più in grado di basarsi sugli appelli alla classe, alla

religione e all’ideologia, i partiti politici negli Stati Uniti erano stati costretti ad ampliare le

proprie basi di sostegno in maniera trasversale ai differenti gruppi di potenziali elettori .

L’interesse verso questa forma di marketing proveniva, poi, dalla scientificità dei mezzi che

metteva a disposizione dei candidati, caratteristica sconosciuta all’epoca. Attraverso una serie di

analisi e ricerche condotte su basi scientifiche il soggetto politico era in grado di conoscere

desideri ed aspirazioni dell’elettore Una volta acquisite queste informazioni, veniva

successivamente elaborato un progetto politico in grado di raccogliere il consenso necessario

alla conquista del potere .

Berlusconi all’inizio degli anni 90 aveva capito perfettamente che Tangentopoli e la caduta del

Muro di Berlino avevano stravolto il sistema politico italiano con la scomparsa o il netto

ridimensionamento di tutti i partiti di governo e il cambiamento di nome del principale partito

d’opposizione. La grande intuizione di Berlusconi fu che tale stravolgimento aveva

improvvisamente creato un enorme mercato costituito dalla grande maggioranza degli italiani

orfani di quei partiti che avevano votato per quarant’anni. Questo mercato potenziale poteva

essere catturato con un’iniziativa politica senza precedenti. Costruita con gli strumenti e le

metodiche di marketing politico già sperimentate con successo negli Stati Uniti: sondaggi di

opinione, focus group, panel group, neuro marketing, multilevel marketing ,pianificazione

multicanale.

La sinistra, purtroppo, non è mai stata in grado di fare una seria riflessione, traendone le dovute
conseguenze, sulle tecniche e gli strumenti di marketing politico che avevano consentito a
Berlusconi di creare nel 1994 , in pochi mesi e dal nulla, un nuovo partito: Forza Italia In quegli
anni la classe dirigente di quello che rimaneva dei tradizionali partiti era totalmente priva della
cultura necessaria per capire che con la discesa in campo di Berlusconi era cambiata
radicalmente la comunicazione politica perché erano stati utilizzati nuovi strumenti e tecniche
particolarmente sofisticate di comunicazione per la raccolta e il mantenimento del consenso. Ma,
fatto ancora più grave, non era stato compreso dai dirigenti politici di allora, molti dei quali si
trovano ai vertici dell’attuale PD, che questi nuovi strumenti mediatici sarebbero stati a loro volta
utilizzati da Berlusconi per sradicare le ideologie di appartenenza degli elettori dei tradizionali
partiti immergendoli in una nuova narrazione in cui erano state concentrate l’idea di bene
(Forza Italia, poi PDL ) e di male (gli altri competitor politici) e, con la tecnica del framing,
saldamente incardinati i propri slogan e i propri messaggi. Attraverso una comunicazione
sostanzialmente priva di informazione ma ricca di intrattenimento, consumo e pubblicità
Berlusconi è riuscito, nel corso degli anni, a veicolare nuovi valori che hanno di fatto plasmato, e
ipnotizzato, un nuovo elettorato privandolo della memoria e soprattutto del senso critico. Tra
l’altro questa nuova comunicazione -pianificata scientificamente attraverso strumenti sofisticati-
largamente utilizzati dal Partito repubblicano negli Stati Uniti come il MLM (multi level marketing) e Voter Vault (uno sterminato database degli elettori)- gli ha consentito di rivolgersi anche a
gruppi apparentemente a lui remoti come operai e disoccupati, e di indirizzare

contemporaneamente i suoi messaggi “trasversali” a nicchie di opinion leader significativi a livello
quantitativo e qualitativo. Dopo una lunga marcia iniziata nel 1994 Berlusconi oggi è all’apice di
un apparato mediatico che non trova riscontro nel panorama politico mondiale Dalla televisione
(Rai, Mediaset, networks di TV locali- di cui condiziona i palinsesti attraverso la raccolta
pubblicitaria), alla radio (Rai, networks di radio locali- di cui condiziona i palinsesti attraverso la
raccolta pubblicitaria), alla stampa quotidiana (Il Giornale, Libero) a una casa editrice la
Mondadori a cui fanno capo il settimanale più venduto d’Italia Tv Sorrisi e Canzoni e Chi. Queste
due testate non sono una asettica guida televisiva e un semplice rotocalco di gossip, ma anche
strumenti per la formazione del consenso e per la propaganda dell’ideologia berlusconiana. Va
anche ricordato che Mondadori diffonde oltre a Panorama una ventina di altre testate con contenuti
(salute, cinema, cucina, arredamento, salute, scienze, giardinaggio, moda) destinati a precisi target di
nicchia. Il colpo grosso per quanto riguarda la carta stampata Berlusconi potrebbe tentarlo il
prossimo anno cercando di entrare nel patto di sindacato che controlla Il Corriere della Sera e la
Gazzetta dello Sport. Attraverso questa straordinaria piattaforma mediatica, e utilizzando una
fortissima semplificazione degli slogan e delle promesse (“meno tasse per tutti”, “magistrati
comunisti”, “un milione di posti di lavoro”, “le tre I Impresa, Inglese, Internet”, “nuovo miracolo
italiano”, “liberalizzazioni, sburocratizzazione”,ecc) in modo che siano comprensibili ai cittadini di
ogni livello culturale, è riuscito di fatto ad inoculare sostanze linguistiche perfettamente dosate che
hanno cambiato il senso comune, saturando come si è detto attraverso dosi massicce di pubblicità,
intrattenimento e slogan i circuiti dell’attenzione. Berlusconi ha cambiato completamente il senso
delle parole che “tenevano” la politica a livello tradizionale. Infatti utilizzando e travisando il
significato di queste parole è riuscito a costruire la sua invincibilità politica, poiché è lui nella
narrazione mediatica il custode della libertà e della democrazia in Italia. E’ assurdo che la sinistra
non abbia compreso questo cambiamento del linguaggio continuando ad usare un linguaggio
spesso complesso e poco adatto ad essere compreso da persone cresciute in un mondo condizionato
dalla pubblicità, dall’intrattenimento e dalla narrazione mediatica costruita quotidianamente da
Berlusconi. Ma allora è tutto perduto di fronte allo strapotere mediatico di Berlusconi? Forse no.
Due milioni e mezzo di elettori del PDL in meno alle ultime elezioni sono il segnale significativo
che nell’elettorato berlusconiano è in atto una crisi di rigetto. La formazione nel PDL di una
corrente che fa capo a Fini è un altro segnale, a cui vanno aggiunte alcune tensioni con la Lega.
Sarebbe assurdo che il PD non approfittasse di questo scenario politicamente favorevole, ma per
battere Berlusconi il PD dovrebbe avere il coraggio di rifondarsi attraverso una nuova classe
dirigente che sappia soprattutto comunicare ai cittadini. Questa nuova classe dirigente- formata da
persone percepite dagli elettori come oneste e preparate- dovrebbe iniziare un lavoro di lenta,
tenace e capillare diffusione dell’informazione sul territorio; per fare capire quali siano stati in
questi anni le tante bugie e le promesse mancate del governo Berlusconi, di quali interessi reali lui
e i suoi alleati siano stati portatori.