Caro Amedeo,

la tua newsletter giunge proprio a fagiolo, e prendendo spunto da
questa, vorrei provare a rispondere, anche sulla scorta delle ultime
piacevoli chiacchierate.

Dici in sostanza che è troppo facile criticare l’attuale sistema
politica e sociale e non provare a fare nulla di concreto. A titolo
ovviamente assolutamente personale ti rispondo che il mio mestiere, la
mia professione, non è quella di fare il politico. Non in questo
momento della mia vita. Ho una famiglia, ho altri interessi.
Esiste un diritto, che è quello di voto, che implica un secondo
diritto, ossia di delega. Li faccio valere entrambi.
Votare è l’unica cosa, che, al momento, mi sento di poter fare come
cittadino per esprimere la mia posizione in questa società, per fare
politica (senza gli elettori non si fa politica, ma solo discussioni)
e per fare la mia parte.
Gesù diceva ai suoi apostoli di essere il sale della terra, ma se
diventiamo tutti suoi apostoli tutta la terra diventa sale, e nemmeno
questo va bene (Cartagine ne sa qualcosa).
Così non puoi certo aspettarti che tutti partecipino attivamente alla
vita politica, altrimenti non fai democrazia, fai solo confusione.
Allora, cogliendo il tuo invito a fare qualcosa di concreto, mi
domando in che modo potrei partecipare alla vita attiva. Sono aperto
ad altri suggerimenti, ovviamente.
Entrare nelle liste del PD, mi dirai tu.
Spero che ti ricordi la mia mail che tanto ha fatto discutere di
qualche tempo fa. Nella seconda parte parlavo anche del PD nascente.
Le mie perplessità non sono scemate e il mio punto di vista è sempre
quello. Lo spettacolo della politica attuale e di quello che ha saputo
proporre il PD fino ad oggi, mi ha dato per ora ragione.
Attivarmi in qualche comitato/lista/attività. No, di sicuro non ora.
Ricordo fin troppo bene quando ero piccolo, mio padre che usciva una
sera sì e l’altra pure per andare alle riunioni delle ACLI, lasciando
me e mamma a casa. Mia madre indubbiamente accettava e supportava,
anche ideologicamente, quelle scelte, io no, da bambino perché non le
capivo, da adulto perché non voglio che i miei attuali figli abbiano
la stessa tristezza ed amarezza che ho provato io e che ancora ricordo
nel non vedere il proprio padre a casa la sera. Non dico che abbia
fatto una scelta sbagliata, sicuramente all’epoca gli era parsa la più
corretta, ma è una scelta che io non condivido.
Come non condivido questa necessità di essere parte attiva a tutti i
costi. Rivendico la possibilità di avere una mia vita slegata dalla
politica attiva, di aver fatto delle scelte di appartenenza alla
Società che non contemplino necessariamente scendere in piazza o al
circolo politico ogni settimana, l’umiltà di dire semplicemente che
alcune attività non fanno per me, che il mio ruolo nel tessuto sociale
si può esprimere anche in altro modo, fosse anche soltanto quello di
fare il bastian contrario, e di non sentirmi per questo svilito o
sminuito da chi invece ha deciso di fare della politica la sua vita.
Mi trovo d’accordo con il sondaggio Eurispes, un po’ meno con la tua
chiosa finale: anche fare la rivoluzione non è facile, e ci vuole
fegato e coraggio.
Proprio per questo ribadisco la mia valutazione, non ancora maturata
in scelta, di votare scheda bianca o nulla. Perchè dal mio punto di
vista, scusami se ti giro la frittata, è troppo facile votare qualcosa
pur di poter dire ‘ho fatto la mia parte’, quando la nausea per il
sistema politico e per i politici stessi è ormai insopportabile.
Di sicuro voglio esercitare il mio diritto di voto e altrettanto di
sicuro non voglio più votare per il ‘male minore’, come troppo spesso
si sente dire. Purtroppo non trovo nessuno che incarni più, anche
minimamente, un qualche ideale di ‘politica’ o che proponga e sappia
mantenere un programma, delle idee e delle riforme che mi soddisfino,
nè a destra, nè a sinistra e tanto meno in centro. E allora, se
comunque voglio esercitare il mio diritto di votare e di fare
politica, che fare?
Votare una frangia estremista? Votare un qualsiasi partitucolo che
domani si alleerà con il più forte rimangiandosi tutta o quasi la
campagna elettorale pur di avere mezza poltrona? E chi mi garantisce
che il giovane tanto promettente che si sta facendo strada, una volta
entrato nel ‘giro del palazzo’ non si mescoli con il malcostume
imperante e tradisca le sue stesse origini, dovendo scendere a patti
sempre più capestri con coloro che l’hanno aiutato, in un modo o
nell’altro?
O non è forse meglio votare appunto scheda bianca? Certo, il mio voto
non porterà alla costruzione di nulla, a mala pena sarà percepito come
un segno di dissenso, ma un voto valido, il mio voto valido, non lo
voglio dare a nessuno, perchè in questo momento nessuno se lo merita.
E io mi sono stancato di turarmi il naso, voglio respirare al momento del voto.
E se devo respirare, per una volta preferisco farlo con la
tranquillità di non aver regalato nulla a nessuno.

Sicuramente l’Italia è popolata da gente in gamba, da persone
meritevoli, che condividono i miei stessi punti di vista e desiderosi
di fare politica attiva. Quando le avrò trovate, non mancherò di dare
loro il mio supporto e il mio voto come ho sempre fatto fino ad ora,
ma fino a quel momento, mi arrogo il diritto di poter scegliere non
solo a chi dare il mio voto, ma se darlo proprio o meno.

Sono certo che saprai cogliere il mio pensiero anche oltre i
riferimenti ed i passaggi forse un po’ duri di questa lettera. Come
sai, la discussione e lo scambio di idee sono per me il succo
dell’esistenza.

Un abbraccio.