L?argomento ? voto agli immigrati ?, sollevato nel nostro paese negli ultimi tempi dal centro destra, sta scaldando molto la scena politica italiana ed europea e non potrebbe essere altrimenti visti i continui arrivi di nuovi lavoratori stranieri con al seguito le proprie famiglie, sia in Italia sia nel resto del Vecchio Continente. Nel mondo, secondo gli ultimi dati ONU, ci sono circa 175 milioni di immigrati, l?Europa accoglie una quota decisamente consistente, circa un terzo, in Italia questa comunità raggiunge i due milioni e mezzo di persone ed il loro numero raddoppia ogni 10 anni. Sono convinto che e? giunto il momento di modificare le nostre politiche di integrazione, puntando più? al riconoscimento dei diritti civili che all? accoglienza.
Il riconoscimento dei diritti civili pone l?uomo al centro dell?attenzione e riconoscere agli individui pari diritti e doveri è l? espressione più? autentica dei principi che ispirano la ?democrazia?. Il diritto al voto proposto anche se limitato, perché? concesso solo per le consultazioni amministrative, rappresenterebbe certamente un primo collante in grado di integrare sempre di più? le diverse culture, tradizioni e religioni. E? indubbio che chi contribuisce in una comunità a produrre ricchezza pagando anche le tasse, abbia il diritto di partecipare alle decisioni che direttamente lo coinvolgono e votare alle amministrative renderebbe questi cittadini più consapevoli e responsabili. Diversa e? la questione del voto politico, quest? ultimo è legato strettamente allo stato giuridico di cittadinanza.
Estendere in Italia il diritto di voto amministrativo agli immigrati regolari e sicuramente utile, ma in linea con quanto discusso in Europa, implicherebbe l?adozione di un parere approvato dal Comitato Economico e Sociale Europeo, circa la possibilità di concedere la ?cittadinanza civica europea? a quei cittadini di paesi terzi che abbiano lo status di residenti di lungo periodo.
La proposta di concedere il diritto di voto amministrativo agli immigrati regolari formulata in Italia dal centro destra, rappresenta sicuramente un avanzamento verso l?integrazione, ma lascia rilevare elementi di strumentalità e da sola e? insufficiente a risolvere il problema, lasciando stretto il nodo della questione fondamentale della cittadinanza. Sono ? particolari ? poi alcuni requisiti richiesti agli immigrati per vedere riconosciuto il diritto di votare: essere poveri, o non avere una casa con certe dimensioni e caratteristiche precluderebbero il voto.
Ottenere la cittadinanza in Italia e? molto difficile, ed anche se si vive e si lavori da molti anni nel nostro paese e si parli correntemente l?italiano l?unica strada, a volte discutibile, resta il matrimonio od avere lontane origini italiane.
La ?cittadinanza? resta quindi una questione fondamentale e non può? essere risolta senza intervenire sul nostro Codice Civile, con la dovuta attenzione anche agli orientamenti presi a livello europeo. In conclusione sarebbe un ottimo segnale iniziare con il rendere più omogenee sul nostro territorio le norme per concedere il permesso di soggiorno, ed ove possibile, il riconoscimento dei titoli di studio e l? accesso agli ordini ed alle libere professioni.