L?uccisione di Pellegrino Rossi, avvenuta il 15 novembre del 1848, poneva termine all?esperimento del Papato Costituzionale (in cui il Pontefice Pio IX era sia capo della chiesa cattolica sia sovrano degli stati pontifici). Poco dopo il Papa abbandonò Roma rifugiandosi a Gaeta sotto la protezione di Ferdinando II. Alla fuga di Pio IX seguì un periodo di incertezze che ebbe termine il 12 dicembre del 1848 con un decreto del Consiglio dei Ministri con cui veniva costituita una Giunta di Stato, provvisoria. Tale Giunta, composta da tre persone, doveva esercitare gli uffici pertinenti al capo del potere esecutivo. La Giunta, il 29 dicembre, convocava a Roma un?Assemblea Nazionale, che doveva rappresentare lo Stato Romano; quindi la Costituente Romana fu eletta a suffragio universale il 21 gennaio del 1849 ed inaugurò i suoi lavori il 5 febbraio presso la Cancelleria. La Repubblica Romana del 1849 ebbe vita breve. Il suo decreto costitutivo fu approvato dall?Assemblea Costituente il 9 febbraio. Tale decreto stabiliva che: Art. 1 ?Il papato è decaduto di fatto e di diritto dal governo temporale dello Stato romano?; Art. 2 ?Il Pontefice romano avrà tutte le guarentigie necessarie per l?indipendenza nell?esercizio della sua potestà spirituale?; Art. 3 ?La forma del governo dello Stato romano sarà la democrazia pura, e prenderà il glorioso nome di Repubblica Romana?; Art. 4 ?La Repubblica Romana avrà col resto d?Italia le relazioni che esige la nazionalità comune?. Tale decreto fu proposto dal deputato bolognese Quirino Filopanti, e l?articolo più votato fu il primo che sanciva la fine del potere temporale. La fuga del Papa a Gaeta e la successiva nascita della Repubblica aveva destato preoccupazioni nelle potenze cattoliche; lo stesso Pio IX aveva richiesto l?intervento di una spedizione armata per distruggere l?eretica Repubblica, che aveva osato dichiarare decaduto il potere temporale dei pontefici. La Costituente Romana, composta da uomini moderati, come detto il 9 febbraio proclamò la Repubblica, e affidò il potere a un triunvirato provvisorio. In molti giunsero a Roma che era divenuta il centro ideale d?Italia. Vi accorsero Garibaldi, il Mazzini,il Mameli, Bixio, Giacomo Medici, il Pisacane e una legione lombarda guidata da Luciano Manara in cui militavano i fratelli Dandolo.
All?appello di Pio IX risposero insieme all?Austria , Napoli, la Spagna, ma anche la Francia che era guidata dal nuovo presidente della repubblica Luigi Napoleone che voleva accattivarsi la benevolenza del partito clericale francese. Luigi Napoleone, mentendo ai democratici e ai repubblicani dell?Assemblea legislativa,inviò a Roma un corpo di spedizione guidato dal generale Oudinot, assicurando che questi avrebbe fatto solo opera mediatrice. Ma gli ordini impartiti al generale erano ben altri: ?abbattere la Repubblica Romana e restaurare il governo di Pio IX?. La Repubblica aveva i giorni contati!
Mentre l?Austria si incaricava di spezzare la resistenza democratica delle legazioni ( conquista di Bologna il 27 maggio e di Ancona il 19 giugno 1849 ), il 24 aprile sbarcarono a Civitavecchia le truppe francesi. Il Mazzini, comunque, confidava in un risveglio della democrazia francese alle successive elezioni dell?assemblea legislativa, che doveva succedere all?assemblea costituente del 1848. Ma non fu così, in quanto le elezioni di maggio videro prevalere i conservatori francesi pronti a distruggere la Repubblica Romana. Oudinot sbarcato a Civitavecchia mosse verso Roma, ma il 30 aprile fu messo in rotta da Garibaldi uscito da Porta San Pancrazio. Con la vittoria del ?30 aprile si determinò un aspro conflitto tra Garibaldi e Mazzini: infatti Garibaldi avrebbe voluto inseguire i francesi e buttarli a mare da Civitavecchia, ma il Mazzini lo trattenne sia per non esasperare l?orgoglio nazionale francese, sia perché sperava nell?aiuto dei democratici francesi. Alla vittoria del 30 aprile seguì una tregua coi francesi: Oudinot attendeva rinforzi dalla Francia, mentre Mazzini attendeva l?esito delle elezioni per la nuova camera francese, augurandosi la vittoria delle forze repubblicane. Luigi Napoleone , per calmare le apprensioni dell?Assemblea costituente, inviò a Roma Ferdinando de Lesseps, col pretesto di cercare un accordo, ma in realtà per poter inviare a Oudinot i rinforzi necessari. Con tale accordo, onorevole per entrambe le parti, le forze armate della Repubblica Romana, libere per il momento dai francesi, poterono pensare ad opporsi ai Napoletani, che sotto la guida dello stesso Ferdinando II, si erano spinti fino a Velletri e agli Spagnoli, che, sbarcati a Gaeta il 27 maggio, si erano inoltrati nello Stato Pontificio fino a Terracina. Ma né i Napoletani, né gli Spagnoli potevano spingersi oltre, per volontà della Francia di riservare a se la conquista di Roma. Il re Ferdinando battuto a Palestrina dai garibaldini (9 maggio), iniziò la ritirata, tramutatasi in rotta quando le schiere garibaldine piombarono a Velletri sulla sua retroguardia (19 maggio). Garibaldi pensò di spingersi fino a Napoli. Ancora una volta il Mazzini lo trattenne. Il 13 maggio in Francia l?Assemblea legislativa succedeva alla Costituente; la sua composizione era di destra ( prevalse l?elemento clericale e bonapartista cioè i conservatori ). Ferdinando de Lesseps, che il 31 maggio aveva concluso un armistizio con i rappresentanti della Repubblica Romana, venne richiamato a Civitavecchia il primo giugno. Oudinot sconfessando Lesseps, che promise di non attaccare prima del 4 giugno, attaccò di sorpresa nella notte fra il 2 e il 3 giugno occupando Villa Corsini, in cima al Gianicolo. La città sotto il tiro dei cannoni francesi resistette fino al 30 giugno, scrivendo pagine eroiche con la difesa al Vascello da parte di Giacomo Medici, con la morte di Angelo Masina al Casino dei Quattro Venti, con le morti di Mameli, Manara, Dandolo.
L?Assemblea Costituente Romana, che sedeva permanente in Campidoglio, ascoltò in tragico silenzio le ultime proposte di Mazzini che la esortava a scegliere fra la capitolazione, la difesa ad oltranza della città, l?abbandono di Roma da parte del governo e dell?esercito per tentare di ravvivare l?entusiasmo nelle province, mantenendo alta la bandiera della libertà.
All?Assemblea apparve fugacemente anche Garibaldi, il quale dichiarò impossibile difendere la città; propose di uscire da Roma col governo e l?esercito per continuare la guerra fuori dalle mura.
Il primo luglio l?Assemblea accettò di capitolare votando in modo unanime la seguente mozione: ?In nome di Dio e del Popolo, l?Assemblea Costituente Romana cessa da una difesa ormai divenuta impossibile. Ella rimane al suo posto? .
Il 3 luglio le truppe guidate dal generale Oudinot fecero il loro ingresso a Roma , lo stesso giorno la Costituente proclamò la nuova Costituzione: ?la più avanzata, in senso democratico, di tutte le Costituzioni del Risorgimento?.
L?obiettivo della Repubblica era rinnovare e democratizzare lo Stato Romano eliminando ogni forma di privilegio.