Quanto lavoro ci sarebbe da fare per costruire un’Europa differente! Noialtri in Italia, poi, dovremmo avere un ruolo tutt’affatto differente nel costruire la rete dei mercati trai piccoli produttori – commercianti – consumatori europei connessa con quella dell’Africa. Bisogna riferirsi non più alle masse che soffrono e agli individui che speculano. Occorre invece aver riguardo ai bisogni delle persone e a quello che le persone stesse debbono fare per alleviarli. Ma c’è qualcuno che possa fornire supporto politico, di convinzione, di comunicazione, di rappresentanza, verso coloro che essendo persone che lavorano e che consumano debbono diventare i veri attori protagonisti del mondo di domani (altrimenti, affidandoci ai grandi processi accentrati, il mondo un domani non ce l’avrà)?
Questa sarebbe la via per il riformismo, cattolico e laico, di dare conferma alla voglia di cambiamento e rinnovamento totale nei rapporti umani, così diffusa dappertutto nel mondo. Ma quando e come potremo attrezzarci per poter fare quest’operazione in mezzo al ciarpame in cui ci muoviamo? C’è di che disperarsi più che se fossimo totalmente al buio. Ma siccome al buio non siamo e la realtà nuova è lì davanti, siamo ancora più disperati per non sapere che cos’è che ci tiene legati. Perché ci sentiamo così prigionieri? Perché la fede che c’era qualche decennio fa (anni Sessanta e Settanta tutto sommato) non si decide a tornare fuori? La distribuzione della ricchezza funziona male. Ecco perché il mondo sfiduciato si limita, nei furbi che lo possono fare, alla speculazione, all’acquisizione e alla difesa di rendite di posizione. Che cosa produco a fare ricchezza (e quale ricchezza poi è giusto produrre) se poi questa non viene a me? Anche negli anni Cinquanta c’era precariato e lavoro “gratis”. Ma c’era da un lato chi era capace di dare un limite chiaro a quella fase. E dall’altra parte stava chi ci ha creduto. E, bene o meno bene che possa essere andata, alla fine quella gente ha avuto ragione nel credere. Potessimo avere noialtri la forza di dire “Soffriamo per passare questa nottata ma domani staremo sicuramente meglio”. Come facciamo, Amedeo?