Sono residente a Roma da due anni quindi io Marino l’ho visto nascere. Bambino precoce: a un anno aveva già la barba. Bambino difficile, sindrome da primo della classe, conseguenza naturale: ha fatto incazzare tutti i bambini più grandi di lui. I tassisti che non possono scorazzare tra i Fori Imperiali, gli impiegati dell’azienda dei trasporti che devono timbrare il cartellino tutti i giorni, i passeggeri della metro C che devono timbrare il biglietto pure in uscita, i bagnini di Ostia che devono levare il seggiolone dal lungo mare, i giga-ristoranti e i mega-stabilimenti balneari che devono levare le tende, i castagnari di Piazza di Spagna, i furgoncini davanti al Colosseo, le bancarelle di piazza Navona che devono levarsi dalle balle, gli spazzini che devono farsi domande complicatissime davanti a ogni cassonetto dell’immondizia, la guardia di finanza che vorrebbe continuare a non farsi nessuna domanda ma, porcoboia c’è sempre uno che disturba a ore pasti, i vigili che devono vedersela con un capo poliziotto, gli omofobi che devono vedersela con i matrimoni gay, la chiesa che deve vedersela con la coppie di fatto e tutti i mafiosi maledetti (per sempre siano maledetti) che stavano tanto bene, malimortaccisua. Tutti in fila davanti all’ufficio del preside a dire che Marino disturba in classe, rallenta la classe, va sospeso. Tutti a lamentarsi. Sempre così a Roma, un lamentone senza fine e poi nessun provvedimento. Ma il preside stavolta non lascia passare. Eh no. stavolta interviene. Ah sì. gliela fa vedere lui a quel lazzarone indifendibile! Intanto niente più merende da 20.000 euro e poi nell’angolo con la faccia al muro. Solo non si capisce chi sta voltando le spalle a chi.