Berlusconi è un fuoriclasse dello schermo: lo sappiamo tutti. Cercare di sconfiggerlo su questo campo è pura utopia, è fargli un favore. Anche Santoro ne ha fatto le spese, pensando più all’auditel che ai danni politici che avrebbe causato. Concordare gli argomenti da trattare –cosa che tutti coloro che hanno un minimo di dimestichezza con la comunicazione, davano per scontato- è stata la più sciagurata delle operazioni per legittimare l’avversario, che, ovviamente, ha preteso che non venissero trattati gli argomenti più scabrosi che lo riguardavano. Figurarsi se Berlusconi avrebbe accettato di farsi processare al buio da Travaglio & Company! Spuntate così le armi degli avversari, il Grande Comunicatore ha potuto facilmente mangiarsi la preda. Altro che alzarsi e andarsene! Santoro è sembrato a più riprese la spalla di Berlusconi, gli lanciava la battuta, un po’ come Totò e Peppino.

Santoro non mi piaceva prima, mi piace ancor meno adesso. Ha piegato la politica a suoi interessi personali e professionali: in fondo la stessa operazione che ha fatto Berlusconi quando è ”sceso” in campo.

Anche in questa campagna elettorale, almeno finora, l’agenda degli argomenti li ha dettati Berlusconi, onnipresente o meglio ubifrequente (presente cioè su ogni possibile frequenza radio/TV). E tutti gli fanno da cassa di risonanza, compresi i giornali che gli sono contrari, come il Corriere e Repubblica. Tutti concorrono, anche gli avversari, a fare il suo gioco (come Santoro). Così Berlusconi parla la mattina in una qualsiasi radio o televisione e per tutto il pomeriggio si commenta a reti unificate quello che ha detto, compresi gli atteggiamenti più astrusi e cabarettistici (il gesto delle manette, lo spolverare la sedia di Travaglio, le finte botte in testa al giornalista dell’Espresso). Poi quando i commenti si sono esauriti, ecco che il Grande Comunicatore riparla la sera e la mattina successiva dai di nuovo tutti a commentare quello che lui ha detto la sera prima e via via così ogni giorno. 

Ma la politica non è spettacolo: chi lo vuole sconfiggere deve parlare di politica.

Parlare solo di tasse è un modo per trasformare le elezioni in una grande operazione di voto di scambio (vietato per legge): se mi voti ti pago, come? Non potendo in soldi cash, non facendoti pagare IMU, bollo auto, ticket sanitari ( e aggiungerei io : perché non anche la licenza di pesca e il tesserino di raccolta funghi, due attività che mi stanno molto a cuore?).

Da un primo bilancio di questo inizio di campagna elettorale, bisogna dunque affermare che Berlusconi ha ancora una volta guadagnato la posizione di centralità, sta indicando l’agenda elettorale per tutti. E tutti dietro a parlare di come trasformare l’IMU. Ognuno con le sue proposte: ma il furbacchione come al solito, dettato l’argomento su cui dibattere,  ha anche la soluzione migliore da proporre. Così mentre tutti si affannano a indicare scaglioni di reddito in alto e in basso, da cui farla partire, cifre, coperture finanziarie, lui ha anche la soluzione più semplice da comunicare:  aboliremo l’IMU ! Mi sembra di averlo già sentito.

Possibile che dopo vent’anni ancora la sinistra non abbia capito che se lo segue su questi argomenti rischia di riperdere o di far la fine del 2006?

E la disoccupazione giovanile? E gli investimenti nella scuola e nella ricerca? Qual provvedimenti per rilanciare l’economia? L’ambiente? La green economy? Quale modello di sviluppo? Le spese militari? Le pensioni? La sanità? Chi ne parla? Non sono questi argomenti più sensibili per le famiglie rispetto alle tasse?

Basta con questo richiamo al portafoglio! Chiedo alla sinistra tutta di non rispondere più a domande sulle tasse! Di porre al centro argomenti più seri. Chiedo a tutti i giornalisti e media liberi di non dare più risalto al cabaret del Grande Comunicatore! Insomma non cadete in trappola e parliamo dell’Italia che verrà.