La nostra amica Veronica Arpaia, consigliere comunale di Grottaferrata, ci ha scritto per dirci tutta la sua amarezza  e la sua delusione. L’articolo apparso su un giornale locale la dice lunga sul clima politico e aiuta a capire le ragioni di tanta amarezza.

Cari amici,

ieri qui c’é stato un direttivo brutto, molto brutto. Il PD muore, muore perché ha paura di dibattere, muore perché le persone non sono migliori del centro destra, muore perché chi dissente viene additato come nemico ed anche invitato a dimettersi. Muore perché vuole controllare mettendo nel partito familiari che garantiscano il silenzio sull’operato delle amministrazioni…

Muore perché non fa quello che dice e perché questo iato si fa canyon.

Muore perché non riconosce le diverse posizioni ma afferma le correnti che sono posizioni di potere.

Amedeo tu continui a dire: “allora che fare?” Beh, penso che la battaglia interna non sia neanche più meritata, che non meritino il mio tempo e la mia attenzione, il mio dolore. Mi dispiace tanto, ho un nodo in gola. A forza di stringere la morsa si rompe la morsa stessa.
Non denunciare più tutto questo e’ connivenza.
Con affetto e riconoscenza per la vostra cortesia e fiducia
Veronica


Cinque tipi strani si aggirano tra la politica di Grottaferrata

Rita Consoli, Veronica Arpaia, Lorenzo Bongirolami, Jacopo Basili, Ruggero Capulli: ecco chi sono “i cinque” che non hanno capito nulla della politica di Grottaferrata. Pensate che sono cinque consiglieri del PD che vogliono condividere con il Sindaco le scelte amministrative. Incredibile! Naturalmente non vengono ascoltati, ci mancherebbe altro che un sindaco, con tutto quello che ha da fare, perda tempo ad ascoltare qualcuno che vuole soltanto fare quello per cui è stato eletto: il consigliere comunale.

Ultimamente “i cinque” sono usciti allo scoperto e hanno denunciato un modo poco democratico di procedere da parte del sindaco. Ecco un’altra cosa che non hanno capito: anche se nessuno vi ascolta e, di fatto, non riuscite a svolgere il ruolo di consiglieri, state buoni e “confessate”, senza far troppo rumore, i vostri dubbi (ma che parola forte) a papà Mori e a zio Broccatelli e vedrete che una pacca sulle spalle non ve la nega nessuno. Comunque la cosa più importante che non vi è chiara, se mi posso permettere, è che la politica “a voce alta” va usata soltanto ed esclusivamente per avere qualche postarello. Prendete esempio da consiglieri più smaliziati di voi che hanno agitato nobili principi per avere in cambio poltroncine e strapuntini: provate a far fallire qualche consiglio comunale importante, comportatevi come un gruppo a parte, fate interventi con mille sottintesi e avvertimenti in consiglio comunale, parlate e straparlate in piazza e nei bar…

Fate questo e vedrete che si apriranno per voi le porte del cuore di Gabriele. Naturalmente non vi aspettate nulla di quello per cui state combattendo attualmente, aspettatevi il sorriso bonario del sindaco e una domanda diventata famosa nella Prima Repubblica, ma ancora tanto attuale: “A Fra’, che te serve”? (Luigi Fortini)

Da “Il Segno” mensile indipendente dell’Ass.ne Culturale Terre Sommerse Castelli – Febbraio 2012