?Stefano, non parlare della nostra infanzia, sennò ti metti a piangere!?. Esordisce in questo modo un divertito Daniel Pennac nei confronti dell?amico di sempre, Stefano Benni, giornalista e scrittore.
L?autore del Signor Malaussène ha colpito ancora, moltissimi sono intervenuti alla presentazione del nuovo libro ?Diario di scuola? presso la Feltrinelli di via Appia Nuova. Tra il divertito e il serioso lo scrittore, mette a nudo le sue incapacità adolescenziali, la sua lentezza nell?apprendimento, la sua pigrizia virale. ?Ero una sorta di oggetto di stupore in famiglia?, sostiene, ?Perché gli anni passavano senza apportare il benché minimo miglioramento al mio stato di ebetudine scolastica?.
Sul palco, Pennac non si risparmia, racconta la sua adolescenza di ragazzo duro di comprendonio, che a suo dire ?non macinava?, ed ora che è diventato un insegnante vede in alcuni dei suoi ragazzi quella stessa goffaggine e inettitudine, con pazienza rinnovata. Parla delle sue incapacità da giovane a volte con giudizio triste e sconsolato, a volte con simpatica autoironia, come quando in un passo letto da Stefano Benni racconta che i genitori avrebbero considerato il loro cane più sveglio del proprio figlio:?Io e il mio cane fummo comparati per anni, personalmente ne trassi l?insegnamento che anche il cane di casa afferrava più in fretta di me?.
La verità è che il nuovo libro di Pennac, ?Diario di scuola?, racconta in prima persona il disagio dell?autore per essere più lento dei suoi coetanei, un disagio condiviso da molti anche ai giorni nostri e che non necessariamente deve trasformarsi in un fallimento.
C?è una forza, dice l?autore, che rende liberi, ma liberi davvero: è l?amore. L?amore per una ragazza, l?amore dei genitori, la complicità dei fratelli. ?L?amore ci rende intelligenti, non la scuola?, continua poi, ? l?amore apre un?infinità di porte nella vita, e l?identità dei ragazzi non si gioca nei consigli di classe?.
Il corso della vita è scandito da molte situazioni, sono le istituzioni affettive che modificano un ragazzo nel corso della vita. ?Ci sono 5 tipi di ragazzi?, dice, ?nella nostra società c?è quello istruito, quello depresso, il consumatore, il combattente ed il violento?. A questi ragazzi, l?autore spiega che si può sempre girare pagina e cambiare le proprie inettitudini, ricordando che il fallimento è un atto umano, naturale, che non diminuisce le nostre capacità, semmai il contrario. Pennac ringrazia infine il padre che a dispetto della madre non gli ha mai parlato del suo avvenire, di quello che sarebbe potuto diventare, lo ha lasciato crescere e sbagliare in pace, e sono indirizzati proprio a lui gli omaggi più autentici. Stefano Benni lo osserva, si scambiano uno sguardo complice e la sala scoppia in un applauso consolatorio. In fondo siamo stati tutti degli inetti e siamo ancora qui.
Cranaca dell?incontro tra Daniel Pennac e Stefano Benni alla presentazione del libro ?Diario di scuola?