L?industria dell?intrattenimento indiana è entrata in un?epoca d?oro e sta pilotando la rapida modernizzazione di questo Paese.
Il settore, che comprende cinema, televisione, multimedialità, musica, è caratterizzato da un tasso di crescita annuo del 18.5 %. In questo momento il più alto a livello mondiale.
Con l?aumento della popolarità dei suoi contenuti, l?industria indiana dell?entertainment sta conquistando quote crescenti sui mercati mondiali.
Con i forti progressi tecnologici, con l?aumento del potere di acquisto e con l?occidentalizzazione dei modelli di consumo, si sono registrati significativi cambiamenti nella produzione, distribuzione e marketing dell?industria di Bollywood, asse portante dell?industria dell?intrattenimento.
Il crescente successo dell?intrattenimento indiano sui mercati internazionali si basa non solo sui film ma anche sui cartoni animati.
Il trend di sviluppo dell?animazione in India
Sino al 1993 l?India ha prodotto film di animazione solo sporadicamente.
Nel 1935, mentre gli Studios della Walt Disney producevano Biancaneve e i 7 nani , Dadasaheb Phalke produceva in modo rudimentale,utilizzando una serie di fiammiferi, il primo cortometraggio di cartoni animati in bianco e nero. L?India per alcuni decenni non ha avuto centri specializzati di formazione nell?animazione ,come ne esistevano già negli anni ?30 negli Stati Uniti, nè erano attivi contatti con gli Studios americani ed europei. Questi probabilmente i motivi principali che hanno impedito per alcuni decenni lo sviluppo di questo settore.
Negli ultimi 15 anni questa tendenza si è invertita . l?India ha fatto passi da gigante nel campo dell?animazione e sta per diventare uno dei grandi protagonisti mondiali del settore.Grazie ad una vision che ha coinvolto il governo,il settore industriale e il settore educativo.
Questi i fattori che hanno favorito il decollo:
? Enorme potenziale di content developers grazie ad un vasto settore dell?intrattenimento
interno
? Content developers che hanno accesso allo sterminato patrimonio culturale della letteratura
e mitologia indiana, piattaforma strategica per sviluppare contenuti in partnership e
autonomamente.
? Larga disponibilità di Studios equipaggiati con i più avanzati hardware e piattaforme di
software altamente sofisticate.
? Presenza di una forza lavoro qualificata con una buona conoscenza della lingua inglese
? Costi competitivi rispetto a Stati Uniti, Canada, Europa: produrre mezz?ora di animazione
in India costa mediamente 60.000 dollari rispetto ai 250.000-400.000 di Canada e Stati
Uniti.
Ulteriori fattori che hanno favorito lo sviluppo rapidissimo dell?industria dell?animazione in
India sono stati:
? forte domanda interna ed internazionale da parte delle reti televisive e da parte di altri settori emergenti (rendering per architettura, piattaforme per cellulari e PDA, playstations, etc.).
? La diffusione di centri di formazione di eccellenza per l?animazione sia a livello
universitario che privato.
? La nascita di nuovi centri di produzione di cartoni animati favoriti da una intelligente
politica governativa simile a quella che aveva consentito il decollo dell?industria IT.
Gli Studios americani ed europei che avevano utilizzato sino all?inizio degli anni 90 come outsourcing Filippine, Corea, Cina e Taiwan, hanno successivamente privilegiato in modo crescente gli skills indiani per i livelli superiori in termini di creatività e professionalità.
A metà degli anni 90 esistevano 15 studios di animazione distribuiti tra Mumbai, Hyderabad, Chennai e Delhi; tre su quattro utilizzavano tecnologie IT. Tra questi, Silvertoon Studio e Crest Animation avevano iniziato a lavorare con importanti Studios americani ed europei come subcontractors acquisendo una grande esperienza per quanto riguarda non solo design, sceneggiature, personaggi, ma anche per quanto riguarda le tecniche di marketing per attrarre audience internazionali.
L?infrastruttura produttiva dell?animazione indiana è basata oggi su 200 case di produzione di animazione, 40 di VFX e 35 di game development.
Lo sviluppo in tempi relativamente rapidi del settore dell?animazione digitale è stato possibile grazie alla creazione di centri di formazione.
Un esempio della proiezione internazionale di questi centri di formazione è la Toonz Academy emanazione della Toonz Animation di Trivandrum in Kerala che ha recentemente firmato un accordo di cooperazione con l?Università Carlo Magno di Bruxelles, a sua volta collegata ad un network internazionale di università.
Ma nonostante il proliferare dei centri di formazione, il settore indiano dell?animazione si sta confrontando con il problema di una crescente mancanza di skills.
Secondo stime recenti sono 300,000 gli studenti che seguono attualmente training in tecniche di animazione digitale nei vari centri di formazione e che dovrebbero consentire, almeno tra qualche anno, di colmare in parte questo gap. Molti di questi studenti sono figli di artigiani, pittori e scultori: un enorme patrimonio di cui ancora dispone l?India. Questi ragazzi avranno la possibilità di portare nell?animazione digitale la creatività e l?eredità culturale dei loro padri.
Outsourcing e coproduzioni
Secondo stime americane nel 2010 il valore del mercato mondiale dell?animazione digitale raggiungerà i 75 miliardi di dollari. I film animati con tecnologia digitale hanno dimostrato di essere una enorme fonte di profitto. Secondo la rivista Variety i film animati hanno fruttato al box office americano fino a 225 milioni di dollari a film contro una media di 33 milioni di dollari per i film di azione.
La forte competizione mondiale per creare animazioni sempre più sofisticate e caratterizzate da elevati livelli di attention getting in grado di conquistare target trasversali (bambini, ragazzi e famiglie) unita alla necessità di abbassare i costi -un film di animazione è ancora labor intensive per circa il 70% della sua realizzazione e richiede 2 anni per la sua produzione, contro 1 anno di un film normale- hanno spinto, come si è detto all?inizio, aziende americane come Dream Works, Disney, Crest, Warner Pixar, Sony Entartainment ma anche inglesi come Virgin Animation, BBC e francesi come Thomson Entertainment Technicolor Services ad utilizzare in modo crescente la rete di Studios di animazione indiani attraverso l? outsourcing. Il ragionamento delle case di produzione è stato semplice quando un lavoro che viene normalmente pagato 40.000 $ all?anno può essere fatto da uno skill indiano che viene pagato 2700 $; non ci sono esitazioni nello scegliere la seconda strada.
Il fatturato dell?industria indiana dell?animazione si basa, secondo stime Nasscom, per il 70% sull?outsourcing. Questa quota si prevede che nei prossimi anni andrà decrescendo a favore delle coproduzioni e delle produzioni originali. L?industria dell?animazione indiana, caratterizzata come si è detto da tassi di sviluppo elevatissimi tra il 25% e il 35% pari a quelli del settore IT, dovrebbe raggiungere nel 2010 un valore di circa 950 milioni di dollari con un ulteriore balzo a 2.0 miliardi di dollari nel 2015.
Diamo qui di seguito alcuni esempi significativi di coproduzioni:
1. La BBC ha scelto l?India come partner in quello che è forse il progetto di animazione più ambizioso della sua storia. Freefonix è una serie animata di 40 episodi dedicata al target di 7-11 anni basata sulla storia di tre ragazzi appassionati di musica rock che combattono una forza oscura e terrificante in grado di piegare le menti e lo spazio.
Con un budget di10 milioni di sterline che è il più grande investimento della BBC nell?animazione.
Creata dalla fantasia di Magnus Fiennes, fratello di Ralph, questa serie è stata finanziata da diverse fonti: in parte dalla BBC, dall?Isle of Man Film Fund e da un Venture Capital indiano. La sceneggiatura è stata realizzata negli Stati uniti e nel Regno Unito Le voci dei vari personaggi sono state registrate in UK. Musica e work production nell?isola di Man . Un team a Parigi ha disegnato i vari personaggi e il background. Infine tutto questo lavoro è stato inviato al Toonz in India per l?animazione. La post produzione è stata realizzata in Irlanda
2. DreamWorks Animation che ha prodotto attraverso l?outsourcing: Shrek, Antz, Shark Tale di Steven Spielberg, ha recentemente firmato una collaborazione con il gruppo francese Thompson Entertainment, per creare in India un centro mondiale dell?animazione. Questo accordo ha permesso alla Thompson di acquisire il gruppo Paprikaas Studios di Bangalore. Paprikaas è noto per avere ricevuto il prestigioso premio FARM kids all?Australian Effects and Animation Festival di Sydney.
La Dream Works ha inoltre firmato un accordo di coproduzione con il gruppo Reliance Entertainment che prevede oltre alla coproduzione di film tradizionali, anche lo sviluppo dei segmenti gaming, online, animazione e musica.
3. La Disney ha da tempo uno stretto rapporto con l?India. King Lion e Nemo per fare un esempio, sono stati realizzati attraverso l?outsourcing in India. La serie The Chronicles of Narnia, prodotta dalla Disney che ha coinvolto la creatività di 50 animatori indiani di Mumbai, è tratta da un classico della letteratura infantile di CS Lewis che ha venduto 100 milioni di copie in 41 paesi ed è un esempio della crescente importanza dell?India, per la Disney, come outsourcing location.
Per la Disney l?India è una priorità strategica: possiede 3 canali televisivi due dei quali trasmettono in hindi.
Attraverso un accordo con la casa di produzione indiana Yash Raj Film coprodurrà un film di animazione ogni anno. Obiettivo della Disney è quello di replicare il modello di marketing sperimentato con successo sia negli Stati uniti che a livello internazionale. Catturare l?attenzione delle nuove generazioni di bambini indiani per tradurla nel desiderio di acquistare i gadgets che troveranno nelle centinaia di Disney store che il gruppo americano sta creando attraverso accordi con produttori locali di giocattoli, abbigliamento etc..
Il punto di svolta
Negli anni scorsi molti fra i più importanti Studios indiani di animazione hanno intrapreso una politica di acquisizione di talenti, soprattutto sceneggiatori statunitensi, canadesi, europei per offrire progetti validi sia per la coproduzione sia per produrre materiali originali in grado di competere sui mercati internazionali. L?industria indiana dell?animazione si è accorta che per competere a livello mondiale non doveva ripetere l?errore di Bollywood, i cui film avevano avuto problemi notevoli a penetrare nel ricco mercato occidentale per lo scarso valore dato alle sceneggiature: i film più che sulla storia erano centrati sulle canzoni e sulle stars.
L?acquisizione di talenti stranieri e il proliferare di nuovi centri di formazione di eccellenza potrebbero fungere da detonatore per valorizzare il potenziale ancora largamente inespresso della creatività indiana.
JadooWorks uno dei più importanti studios di animazione indiani, ha deciso di produrre una serie sull?infanzia di Krishna. Per confezionare un prodotto in grado di essere venduto con successo sul mercato internazionale ha ingaggiato Jeffrey Scott uno dei migliori talenti internazionali del settore, vincitore dell?Emy Award per la sceneggiatura di un film di animazione.
La musica è stata scritta a Londra. Le voci dei personaggi sono state registrate da attori americani a Los Angeles. I concept design dei computer games sono stati realizzati a Londra e negli Stati uniti. L?hardware ed il software per l?animazione sono stati importati da Stati Uniti e Canada.
Hanuman è il primo lungometraggio di animazione realizzato in India con personaggi e trama indiana prodotto da Sahara Entertainment e animato da Silverstoons. Ha rappresentato nel 2005 (è in corso di realizzazione il sequel Hanuman Return) quello che può fare l?India nel settore del mercato mondiale con prodotti propri competendo testa a testa con Pixar, Disney, Sony Entertainment, Dream Works e altri grandi players. Il film ha ottenuto buone recensioni e un significativo successo. Secondo molti osservatori entro 5 anni l?India potrebbe essere in grado di competere ad armi pari con i colossi americani dell?animazione.
D?altro canto sta emergendo in India l?esigenza di contrastare stili di vita veicolati dall?industria dell?intrattenimento americana e occidentale che possono distruggere come accaduto in altri paesi asiatici il patrimonio di cultura millenaria del paese.
Oggi in India esistono circa 550 milioni di giovani con meno di 18 anni e il 70% ha una grande voglia di leggere e di apprendere.
Partendo dalla constatazione del successo avuto nel mondo occidentale da prodotti asiatici come i Pokemon e dalla ulteriore constatazione che l?India dopo soli 8 anni aveva raggiunto e superato quello che Giappone e Corea avevano realizzato negli ultimi 25 anni nel settore dell?animazione, molti addetti al settore sono convinti di essere pronti per creare una serie di prodotti di animazione che competano con successo, attraverso la carica e l?energia creativa degli animatori indiani, sui mercati mondiali.
L?idea è quella di lavorare alla frontiera di una nuova India globale che consenta ai giovani indiani di riappropriarsi delle proprie radici e della propria identità. La sfida è quella di portare le storie e la favole tradizionali, attraverso i cartoni animati non solo in India ma in tutta l?Asia (in Asia esistono più di 1 miliardo e mezzo di giovani con meno di 18 anni) e successivamente in tutto il mondo. Le storie dovranno essere molto forti perché dovranno sfidare le storie occidentali, ma soprattutto creare una nuova mitologia. ?La società è in gran parte i suoi miti? come afferma Chopra un grande visionario che ha stretto un accordo di coproduzione con la Virgin Comics per produrre fumetti e animazione basati sulle favole e le tradizioni indiane che sono senza tempo come Ramayana, Mahabarata, Panchatantra. Molti indiani, visionari come Chopra, ritengono che sia necessario dare ai giovani di tutto il mondo delle risposte globali, basate sulla tolleranza e la comprensione per metterli in grado di affrontare prima che sia troppo tardi i problemi del nazionalismo, del riscaldamento globale, dello sfruttamento dell?uomo a causa degli eccessi di un capitalismo spesso disumano.