L?attesa è stata lunga, ma si è giunti a una svolta. A meno di sorprese clamorose, domani emergerà nell?Assemblea regionale il profilo di un Partito democratico più solido e ordinato. L?intesa prevede che alla presidenza vada un esponente – forse una donna per rispettare le quote rosa ? della componente (Area democratica) riferibile a Franceschini e Morassut, mentre l?altra (area Marino-Argentin) dovrebbe assumere la presidenza della Commissione di Garanzia, nonché la vice-presidenza del partito regionale. La novità di fondo consiste nel passaggio dei Popolari (Marini-Fioroni) al fronte della maggioranza. Anzi, con l?ingresso dei Popolari il segretario può finalmente contare su una maggioranza politica, rimanendo ancora sull?uscio tutto il complesso di forze chiamate ad assumere funzioni più che mai protocollari nella vita democratica interna. Il gesto dei Popolari di Roma e del Lazio anticipa una linea di marcia destinata nelle prossime settimane a diffondersi in tutte le altre regioni come naturale espansione di un progetto politico. Dopo l?avventura delle primarie, condotte affianco di Franceschini nella logica impervia di un veltronismo senza Veltroni, ciò che si afferma è il desiderio di riprendere un?iniziativa capace di condizionare lo svolgimento di una linea politica riformista e popolare, lontana dalle senescenti ambizioni di un ?partito del lavoro? industrialista e socialdemocratico. Questo disegno prende forma con un atto di generosità, ma soprattutto d?indipendenza, nel contesto vieppiù interessante di un nuovo laboratorio politico. Di fronte al rischio di frammentazione, s?afferma in via prioritaria l?intento di stabilizzare un nocciolo duro nella gestione del partito. Una volta tanto l?organigramma passa in second?ordine, come pure la scansione degli obiettivi di potere: anche Zingaretti deve rinunciare all?ipotesi di assoggettare la nuova dirigenza allo schema – stile modello Roma – di un partito meramente funzionale alle scelte e alle dinamiche di un gruppo di comando esterno. Ora Alessandro Mazzoli è solo di fronte alle sue responsabilità o meglio, stando alla composizione molto articolata e composita della già vecchia Mozione Bersani, appare solo di fronte ai rischi d?implosione di una minoranza a cui si regala con eleganza il diritto di diventare maggioranza. Avrà più bisogno lui dei Popolari di quanto, in realtà, avranno questi bisogno di lui.