Per parlare di questo libro, si potrebbe parafrasare Amleto (atto 1°, scena 5a) ?Ci sono più cose in cielo e in terra di quante se ne possano immaginare?, e leggendo il volume ?Valutare il non profit: Per una misurazione condivisa delle attività associative? a cura di Nadio Delai per le edizioni Bruno Mondadori, può venire subito alla mente la famosa frase del bardo di Stratford.
Stiamo parlando dell?universo del non profit, del volontariato sociale, del sistema associativo in Italia, in una fotografia nitida e per certi aspetti inattesa ?scattata? da Unidea, centro di ricerca delle Fondazione Unicredit.
Certo, il titolo e il suo presumibile contenuto non fanno pensare ad una lettura estiva e avvincente; scorrendo velocemente le pagine, il numero di tavole e tabelle contenute nel volume possono indurre il pur volonteroso lettore a riporlo nella biblioteca di casa in attesa di momenti più propizi; l?argomento specialistico può far recedere il possibile consumatore di carta stampata dall?acquisto, ma dopo aver vinto pigrizia e cautela, il panorama che questi fogli, dati e tavole svelano può risultare davvero sorprendente e se possibile anche coinvolgente: un arcipelago di associazioni, cooperative, patronati, comitati, fondazioni sparse su tutto il territorio; una società civile in movimento e viva; una cultura e una prassi della solidarietà diffusa e ramificata.
Sorprendente, è questo l?aggettivo che, anche ad una lettura superficiale, si presenta spontaneo. Di sorpresa è pure la reazione che Giuseppe De Rita fa emergere dalla sua prefazione ?Si può ben dire che il sociale ne ha fatta di strada! E? questa la reazione di fondo che suscitano le pagine di questa ricerca?il mondo dell?intervento sociale ha saputo stare nelle cose; ha seguito l?evoluzione della società e dei bisogni dei cittadini; si è reinventato nel tempo non perdendo però il valore di fondo di essere soggetto fondamentale della coesione sociale e civile?.
Ma che cosa è qui sorprendente? Che cosa può meravigliare il lettore, anche quello non addetto ai lavori? Cosa emerge dall??aridità? dei tanti cataloghi proposti?
Semplicemente un mondo, una topografia, una visione a tutto schermo composta da oltre 230.000 organizzazioni non profit, con circa 500.000 addetti e un coinvolgimento di oltre 3.000.000 di volontari (tab. 3 pag. 36). Un cosmo sociologico in continuo movimento e in perenne mutazione e adeguamento al mondo, alla società e ai bisogni di quanti nella società risultano in difficoltà, marginali, esclusi, abbandonati.
Stiamo vivendo un evidente mutamento di segno del ciclo economico, si afferma nell?introduzione, con gravi segni di rallentamento e stagnazione e i meccanismi di creazione della ricchezza non bastano più a dare continuità certa alla crescita; le tante delusioni provocate dalle ?nuove economie? costringono azioni e pensiero a misurarsi con i temi concreti dell?economia reale e della società reale; si avverte con forza la necessità di accompagnare i processi della competizione economica con quelli della crescita di una coesione sociale come bene in sé, ma pure come parte dell?operare d?impresa per bisogno di consenso, di motivazione, di fiducia; le componenti etiche e sociali risultano ormai inscritte nell?agenda dell?operare economico e d?impresa. Dopo un lungo periodo tutto centrato sul fronte delle logiche del profitto, della competizione e del mercato, anche il mondo economico, produttivo e finanziario dedica attenzione e un significativo spostamento verso quelle che vengono definite le componenti sociali dello sviluppo e del vivere collettivo.
Economia e solidarietà si incontrano a questo punto, e proprio a questo punto riemerge la constatazione di De Rita: l?associazionismo sociale ha saputo stare nelle cose; ha seguito l?evoluzione della società e dei bisogni dei cittadini; si è reinventato nel tempo.
Ed è proprio questa capacità di reinventarsi e di adeguarsi creativamente alle novità e agli stimoli della società che sorprende e incuriosisce i più. Lontani i tempi di un operare per lo più giocato sullo slancio emozionale, per altro straordinario, la sfida che oggi si gioca è quella di una sempre maggiore consapevolezza del ruolo e della presenza del sociale in Italia e di una sempre maggiore responsabilità nella reale efficienza ed efficacia dei risultati rispetto ai beneficiari, ai donatori, alla società civile.
Le ricchezze, le tensioni etiche, le capacità ormai acquisite e le pratiche dell?universo non profit, devono oggi, e necessariamente, passare attraverso la fase di un puntuale riscontro della loro qualità e della loro coerenza. Sono troppo preziose perché possano correre il rischio di una loro svalutazione per ?insufficienza di indizi?, per ?mancanza di prove?, ovvero sommerse da tentazioni particolaristiche e dal pericolo di genericità nel modo di approcciare i problemi?.
E? in atto un cambiamento culturale che rivela una profonda modificazione nei rapporti tra stato e cittadini, fra istituzioni pubbliche e società civile, quest?ultima sempre più capace di partecipare, organizzarsi, rispondere ai bisogni emergenti, occuparsi dell?interesse generale e di essere presente sul territorio, e che ha determinato vitali processi di innovazione sociale.
Il ?terzo settore?, il ?sistema associativo?, il ?mondo del sociale? è in larga parte uno dei protagonisti di questa trasformazione e se ne deve assumere quindi anche la responsabilità.
Oggi il grande sviluppo di questo universo (tanto differenziato per tipi, ambiti di intervento, forme giuridiche), richiede dunque la consapevolezza di essere ?un attore partecipe della governace nell?ambito del welfare plurale?, e dunque politicamente e socialmente coinvolto anche in scelte strategiche di respiro nazionale.
Anche per questo, ed è l?invito e il senso del libro, in questa fase di passaggio ad una nuova maturità, emerge l?esigenza di una nuova attenzione e di un rinnovato impegno per quanto riguarda gli aspetti organizzativi e gestionali delle singole associazioni, e la necessità di cercare criteri valutativi condivisi di efficienza ed efficacia dei risultati raggiunti.
Il sottotitolo del volume ?Per una misurazione condivisa delle attività associative? svela quindi il suo intento: mettere a punto un pacchetto di strategie, di strumenti e di procedure di misurazione capaci di rispondere alle nuove sfide a cui hanno partecipato attivamente molte associazioni dimostrando inoltre disponibilità a sperimentare direttamente gli strumenti proposti, ritenendo che l?introduzione di standard condivisi giovi a loro stesse, agli enti finanziatori e ai progetti.
Dalla ricerca, lo abbiamo più volte rilevato, emerge un magma fluido di capacità, creatività, risorse, valori, impegno, cui deve corrispondere una sempre maggior consapevolezza del ruolo sociale e politico acquisito, della responsabilità nelle scelte, di una sempre più rilevante capacità gestionale, organizzativa e valutativa.
E?, quello proposto dalla ricerca e come si legge nell?ultima di copertina, ?una sperimentazione di strumenti aperta a tutte le realtà del non profit nel quadro di un passaggio graduale verso una fase maggiormente evoluta delle Associazioni, così da rendere evidente all?interno come all?esterno, la capacità di produrre effettivo valore sociale da parte dei protagonisti del non profit?.
Certo, puntare una così particolare e puntigliosa attenzione sugli aspetti organizzativi, gestionali e valutativi, non è immune da rischi, anche seri, per un settore che fa risuonare parole chiave come: volontariato, impegno civile, solidarietà umana, gratuità.
Non è immune da rischi, essendo ben consapevoli che le tecniche dell?organizzazione e della gestione hanno di per sé come fine, null?altro che l?aumento esponenziale e indefinito dell?organizzazione e della gestione rischiando così di soffocare tutto il resto e rispondendo ?solo tecnicamente? a bisogni e richiesta di valori.
Non è immune da rischi, ma è questa una strada che è necessario percorrere per poter rispondere a questa nuova sfida che vede impegnati una moltitudine di attori sociali, economici, produttivi, finanziari.
Il mondo non profit deve saper rispondere, soprattutto oggi, a questa ardua sfida per quel titolo, tanto caro al filosofo Hans Jonas, che suona lapidario nella sua semplicità: principio di responsabilità.

Nadio Delai (a cura di); con una prefazione di Giuseppe De Rita
Valutare il non profit: Per una misurazione condivisa delle attività associative
Bruno Mndadori, Milano, 2005 ? p. 271, 22 Euro.