PD: E. LETTA, RIMPIANGO BERTINOTTI, POLITICA NON E’ NARRAZIONE
(ANSA) – Enrico Letta ha ‘nostalgia’ di Bertinotti e degli incontri ‘riservati’ tra loro e Bersani svolti tra il 2004 e il 2006 in vista della costituzione dell’Unione e del governo Prodi. A raccontare il retroscena inedito e’ stato lo stesso vicesegretario del Pd, durante un incontro con Fausto Bertinotti, organizzato da ‘Praxis’ la scuola di politica che fa capo ad Amedeo Piva. Letta ha pure criticato ‘l’idea di politica intesa come ‘narrazione’.
‘Ho nostalgia – ha raccontato – degli incontri riservati che Fausto, io e Bersani avemmo tra il 2004 e il 2006 a Strasburgo, quando condividevamo tutti l’esperienza di europarlamentari. Ci vedevamo al ristorante La Chaumiere, e ci confrontavamo in prospettiva del futuro governo Prodi’. La ‘nostalgia’ dipende dal modo con cui avveniva il confronto, con ognuno che ‘faceva un passo avanti’.
Passando all’attualita’, e toccando i temi della partecipazione e dell’organizzazione interna dei partiti, Letta ha poi criticato ‘la politica intesa come ‘narrazione’. Il mio maestro Nino Andreatta diceva che invece la politica e’ soprattutto le ‘politiche’, cioe’ le risposte. Nel mondo anglosassone parlano di policies, rispetto alla politics’.
Bertinotti ha spezzato una lancia a favore della concezione criticata invece da Letta: ‘la narrazione – ha osservato Bertinotti – crea l’identita’ che e’ essenziale per un partito. E poi c’e’ differenza tra narrazione e narrazione. Un contro
sono le barzellette del Presidente del Consiglio, un contro e’ un racconto di Cechov’ (ANSA).
PD: E.LETTA, NOI UNICO PARTITO. BERTINOTTI, MA IDENTITÀ?
V.SEGRETARIO, DOPO NASCITA FLI TUTTI ‘PARTITO-LEADER’ TRANNE NOI.
(ANSA) – Dopo la nascita di FLI, il Pd e’ rimasto in Italia ‘l’unico partito vero’, in grado cioe’ di ‘sopravvivere al proprio leader’. Lo ha detto Enrico Letta durante un incontro pubblico con Fausto Bertinotti organizzato da ‘Praxis’ la scuola di politica che fa capo a Amedeo Piva.
L’ex presidente della Camera ha pero’ indicato nella mancanza di una ‘chiara identita’ il difetto essenziale del Pd.
‘La nascita del gruppo dei finiani e del partito di Fini – ha detto Letta – segna un passaggio fondamentale nella politica italiana. Il Pdl si berlusconizza definitivamente, tanto da poter essere indicato come il partito dei berlusconiani. A questo punto il Pd e’ rimasto l’unico partito vero, in grado cioe’ di sopravvivere al proprio leader. Tutti gli altri sono partiti-leader. Noi invece abbiamo una leadership contendibile, e infatti abbiamo avuto diversi segretari’. Questo consente la ‘partecipazione’ reale di chiunque lo voglia.
Bertinotti e’ pero’ tornato a muovere una critica di fondo al Pd, e cioe’ quella della propria identita’, una questione ‘non risolta’. Letta ha obiettato che la questione della identita’ era messa in questi termini nei partiti del Novecento. C’e’ invece una alternativa, ed e’ quella scelta dal Pd: ‘mi interessa il confronto non sulla base di chi siamo, ma sulla base di quello che vogliamo’. Da qui e’ nato il partito: ‘ci siamo messi insieme e abbiamo fatto addirittura un partito, superando il ‘chi siamo’. Per Bertinotti pero’ quella della identita’ e’ una questione ‘ineludibile’, e non e’ possibile ‘risolverla puntando solo sul programma. Perche’ la mia visione del mondo mi detta anche il progetto che ho e il programma’. Per certi versi anche il leaderismo di Berlusconi ‘risolve la questione dell’identita’. Io – ha spiegato – mi identifico totalmente col mio leader, con i suoi successi e anche con le sue barzellette’. ‘Io per esempio – ha proseguito l’ex presidente della Camera – ho una identita’ comunista. Il che non vuol dire che farei un partito comunista. No, oggi sarebbe distruttivo. Ma farei un partito in cui questa identita’ possa sussistere. Ma non farei un partito con una identita’ cosi’ blanda che ci potrebbe stare dentro chiunque’ (ANSA).
PD: LETTA, DOPO LO ‘STRAPPO’ DI FINI E’ L’ULTIMO PARTITO VERO RIMASTO
BERTINOTTI, MA E’ SENZA IDENTITA’ E ACCOGLIE TUTTI SENZA
DISTINZIONI
(Adnkronos) – “Oggi per costruire un partito bastano un leader, un tesoriere, un ufficio stampa ben organizzato e un gruppo dirigente nominato dal leader”. Enrico Letta ‘recita’ il de profundis dei partiti tradizionali, quelli nati nel 900 che hanno
ormai lasciato campo aperto alle forze politiche con un ‘uomo solo al
comando’.
L’occasione per ragionare su cosa siano diventati i partiti dopo l’irruzione di Berlusconi e del berlusconismo nella politica, l’ha offerta il dibattito tra il vice segretario del Pd e l’ex leader di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti alla presentazione del libro “Coltiviamo il cambiamento”, scritto a quattro mani da Stefano Medori e Aldo Fabio Venditto.
C’era una volta la ‘svolta’ dalla quale sono nati il Pds o An. Oggi, invece, c’e’ lo ‘strappo’, il piu’ clamoroso dei quali e’ stato quello consumato da Gianfranco Fini che ha portato alla nascita di Futuro e Liberta’. Il divorzio a destra ha fatto pero’ maturare una convinzione che Letta racconta cosi’: “con la nascita di Fli e la definitiva e completa berlusconizzazione del Pdl, il Pd e’ rimasto l’unico partito politico italiano veramente democratico, nel quale esiste una competizione per la leadership”. Bersani, infatti, ricorda Letta, e’ stato eletto segretario con le primarie e questa peculiarita’ da’ un vantaggio. “Il Pd continuera’ ad esistere anche quando cambiera’ il segretario”, proprio in virtu’ del suo regolamento che affida agli iscritti e non la scelta del leader.
“Tutti gli altri -aggiunge il vice segretario democratico- sono partiti del leader. Il Pd, invece, vive grazie alla partecipazione ed e’ la modalita’ giusta e corretta di articolare la democrazia. Negli altri partiti la democrazia o e’ positiva, nel senso che approva la linea del leader, o non e’. La partecipazione critica non e’
contemplata. Sei critico? Non approvi la linea del leader? Quella e’ la porta, fatti un tuo partito”, riassume Letta.
Bertinotti condivide le premesse ma non le conclusioni. “Il partito novecentesco, con i suoi pregi e i suoi difetti non ha piu’ ragione di esistere e occorre pensare a una nuova forma organizzativa”. Ma mentre i soggetti politici possono/devono fare a meno dell’ideologia, non possono esistere senza identita’. “Il Pd, dice Letta e’ l’ultimo partito… e si vede -commenta caustico Bertinotti- nel senso che non e’ un partito perche’ non ha un’indentita’ anche se, ammetto, oggi il tema dell’identita’ e’ molto difficile da padroneggiare. Io -conclude- non avrei mai costruito un partito che ha una denominazione cosi’ generica (democratico, n.d.r) che permette a tutti di starci dentro, senza distinzione”.
(Ruf/Pn/Adnkronos)