Il mio amico Alessandro Radicchi, commentando la newsletter della settimana scorsa (Corruzione o disperazione?) mi ha mandato il testo sconvolgente della Ordinanza del Tribunale di Roma che dispone l’arresto di 39 persone nell’indagine che tutti chiamano “Mafia Capitale” o -con la poetica metafora di Carminati- ”Mondo di mezzo”.

Vi invito a leggere per intero la riflessione di Alessandro (QUI)  che si spinge oltre il disgusto per i fatti emersi e, mettendosi in gioco, si chiede: “… non so se leggere questa ordinanza mi mette paura, mi fa incazzare o mi spinge a buttarmi in politica”.

Il testo dell’ordinanza è di 1228 pagine e, se fosse una fiction, sarebbe certamente il caso di segnalarla come ‘riservata ad un pubblico adulto’,  raccomandando in alcuni passaggi l’uso del sacchetto posto sotto il sedile…

Leggendo quello che si dicevano i personaggi coinvolti e come si spartivano soldi ed appalti, mi sono venuti in mente i tanti operatori “veri” del sociale che lavorano con passione e convinzione, e tutti gli amici che partecipano onestamente ai bandi attenti a produrre il DURC, a trasmettere la PEC, a migliorare la coerenza tra azioni e obiettivi, a controllare il curriculum di ogni operatore, a valutare l’efficacia dell’intervento….

No, non è come dice Carminati: “ci stanno vivi sopra e i morti sotto e noi stiamo nel mezzo”, è che da una parte ci stanno i ladri che si spartiscono il bottino e dall’altra chi cerca di fare miracoli con le briciole rimaste. Far credere che fra ladri e derubati non c’è tanta differenza è sempre stata la tesi dei ladri.

Il rischio più grave è che alla fine vinca la tentazione di fare di ogni erba un fascio, di non riuscire più a distinguere chi è pulito da chi pulito non è. E non è una bella notizia per i puliti.