In queste settimane che stanno registrando la crescita apparentemente inarrestabile del Movimento 5 Stelle -la maggior parte dei sondaggi sulle intenzioni di voto lo accreditano del 20 % a ridosso del PD – mi sono ricordato della lectio magistralis del filosofo tedesco Peter Sloterdijk tenuta nel 2007 al Festival di Filosofia di Roma.
Sloterdijk aveva parlato delle banche dell’ira, cioè i grandi contenitori – cristianesimo e socialismo nelle sue varie forme – che avevano consentito nel secolo scorso di stoccare il risentimento delle masse promettendo una soddisfazione più o meno differita. Contenitori capaci di mantenere la pentola del rancore sociale in ebollizione senza però farla esplodere.
Secondo Sloterdijk la crisi economica e sociale, derivata dalla globalizzazione, oggi ha portato alla disgregazione dei grandi gestori istituzionali che avevano gestito il rancore sociale convogliandolo nelle banche dell’ira. Si è ridotta, e a volte annullata, la loro capacità di raccogliere risparmio ed erogare credito.
In Italia, fanalino di coda dei paesi OCSE per la crisi delle istituzioni e le mancate riforme, le banche dell’ira sono da tempo fallite. Grillo grazie ad una comunicazione vincente, la cui efficacia è aumentata di anno in anno, è diventato il più importante broker sul territorio dell’economia del risentimento.
Cercherò di analizzare l’evoluzione della comunicazione di Grillo per spiegarne la sua efficacia partendo da una ricerca che avevo realizzato nel lontano 1984. Come responsabile dell’allora settore Indagini Qualitative della Rai, e con la consulenza di alcuni ricercatori del CNR e della Facoltà di Psicologia della Sapienza, avevo sviluppato un indice elettronico di gradimento simile a quello che i grandi networks televisivi americani e l’industria di Hollywood da tempo utilizzavano per valutare il gradimento dei personaggi del mondo dell’entertainment. Questo indice, tarato tra 0 (nessun gradimento ) e 100 (massimo gradimento ), consentiva di valutare i livelli di gradimento dei personaggi dello spettacolo da parte di un significativo campione di pubblico durante le loro performances televisive. Mi ricordo che ,mediamente, nel caso di massimo gradimento, questo indice non superava il livello di 60. Raramente raggiungeva il livello di 70. Nel caso di Beppe Grillo, il programmo testato nel 1984 era stato Te lo do io il Brasile.
In questo programma, durante il quale il comico raccontava l’ esperienza personale legata alla sua visita in Brasile, l’indice di gradimento elettronico si era costantemente posizionato sopra il livello di 90 . Successivamente avevamo sottoposto lo stesso campione di pubblico ad interviste in profondità psicologi specializzati. Gli intervistati avevano motivato l’alto gradimento nei confronti di Grillo per il modo anticonvenzionale e ironico con cui riusciva sempre a coinvolgere il telespettatore facendolo immergere in modo divertente nella cultura, negli stili di vita e nelle bellezze di questo paese.
Questo nuovo modo di comunicare anticonformistico e fuori dalle linee rispetto agli ingessati conduttori di allora, Grillo lo aveva già sperimentato in un precedente programma di successo del 1982 Te la do io l’America-
Grazie a questi due programmi e agli sketch di satira fulminante con cui aveva animato, come ospite, altri programmi televisivi di grande ascolto, Grillo aveva allargato la sua popolarità.
La sua base di notorietà e successo si era ulteriormente ampliata con la partecipazione al film di Luigi Comencini Cercasi Gesù (David di Donatello e Nastro d’Argento come miglior attore protagonista). Nel 1988 come testimonial degli spot della Yomo aveva sconvolto, con la sua straordinaria vis comunicativa, i canoni classici della pubblicità di allora. Vincendo una serie di premi prestigiosi Leone d’oro di Cannes (per la prima volta assegnato ad un testimonial italiano), il premio ANIPA, l’ART Director’s Club, il Telegatto, lo Spot Italia pubblicità.
Nelle successive esibizioni televisive alla Rai la comicità di Grillo aveva incominciato a prendere di mira i partiti, provocando molti mal di pancia ai commissari politici dell’Ente di stato.
Ma anche i mostri sacri del giornalismo non erano stati risparmiati dalle sue battute. Memorabile quella su Scalfari L’unico che dice no a Craxi…ma sì a tutti gli altri.
Con Craxi Presidente del Consiglio,nel 1986, durante una trasmissione di Fantastico 7 Grillo dedica ai socialisti un battuta al vetriolo « .. in Cina… c’erano tutti i socialisti, A un certo momento Martelli ha chiamato Craxi e ha detto: “Ma senti un po’, qua ce n’è un miliardo e son tutti socialisti?”. E Craxi ha detto: “Sì, perché?”. “Ma allora se son tutti socialisti, a chi rubano?”.
Scoppia un putiferio e Craxi impone alla Rai di allontanare immediatamente Grillo dal programma.
Bandito dalla TV pubblica rigidamente controllata dai partiti di governo (e da quella privata monopolizzata dal craxiano Berlusconi), Grillo gira l’Italia come protagonista di torrenziali monologhi nei teatri. Forte ormai di una grande notorietà e popolarità non risparmia più nessuno.
La satira politica si trasforma in un’aspra denuncia sociale che è quasi sempre corredata da dati che gli forniscono esperti anche di fama internazionale. Come Stefano Montanari, uno dei maggiori esperti internazionali soprattutto per quanto riguarda l’inquinamento da nano particelle e le nano patologie. Nel 1993 grazie alla Rai dei professori torna brevemente in televisione con il programma in due puntate Beppe Grillo show. Il duplice show di Grillo era potuto andare in onda perché la Rai in quel periodo beneficiava di un vuoto di potere determinato dall’agonia dei partiti della Prima Repubblica e dal crescente favore popolare per l’inchiesta di Mani Pulite.
La satira di denuncia sociale di Grillo con questi due spettacoli esce dalla ristretta (e colta) platea dei teatri raggiungendo lo sterminato,incolto e poco informato pubblico televisivo (le due puntate avevano fatto registrare un record di ascolto di 15 milioni di telespettatori).
Per la prima volta grazie alle aspre denunce di Grillo veniva squarciato il velo d’ignoranza che la classe politica e il sistema dei media avevano costruito per tenere i cittadini all’oscuro su tematiche di grande attualità: dalle ruberie politico affaristiche di Tangentopoli, alle incongruenze di un’economia fondata sul consumismo, agli sprechi che producono danni all’ambiente, alle mistificazioni della pubblicità, dall’informazione omologata, ai giornali ridotti a veicoli pubblicitari, dalla telefonia truffaldina,alla mercificazione dell’acqua, alle contraddizione nell’uso della tecnologia, all’inquinamento.
Ricordo che Padre Claudio Sorgi sull’Avvenire scriveva (profeticamente)a proposito del successo del Beppe Grillo show:
In due puntate Grillo ha fatto invecchiare la televisione, senza fare prediche,con differenza di stile e contenuti, rispetto a personaggi della nuova spocchia Tv come Funari ,Sgarbi, Ferrara, Santoro.
Il settimanale Epoca scriveva: Da solo dopo 5 anni di esilio in due ore e mezzo di monologo costringe gli italiani ,facendoli ridere a prendere sul serio i controsensi, le truffe, le assurdità sotterranee e quindi le più minacciose di cui siamo vittime inconsapevoli Solo sul palco sotto l’occhio della telecamera Grillo da prova di un potere straordinario Dirompente .Pericoloso?
Le forze di potere che il 13 maggio 2001 avevano vinto per la seconda volta le elezioni con il centro destra berlusconiano (ex democristiani, ex socialisti, socialdemocratici, leghisti, post fascisti, massoneria deviata, cattolici business oriented) instaurano un ferreo sistema di censura mediatica a cui si adegua,con accordi sotterranei, la sinistra.
Proseguendo l’azione inaugurata già nel 1993 con il primo governo Berlusconi attraverso Rai e Mediaset (e i loro satelliti mediali) agli italiani vengono propinate massicce dosi di intrattenimento, pubblicità e disinformazione. Vengono taciute agli italiani le reali condìzioni sociali ed economiche del nostro paese.
Per Grillo, che vari sondaggi accreditano come personaggio più amato dagli italiani e il rappresentante dei diritti dei cittadini, si chiudono ovviamente tutte le finestre televisive.
Ma il comico non sembra eccessivamente preoccupato. Non sento la mancanza della televisione perché io sono una piccola televisione in cui non è l’elettronica ma lo spazio aperto di un teatro, di una piazza ad avvicinarmi al pubblico (dopo qualche anno questo spazio sarà ampliato a dismisura dal suo blog).
Una televisione, aggiungiamo noi, ricchissima di contenuti informativi (quasi sempre documentati ) privi del velo della censura preventiva.
Un esempio.
Quando scoppiò lo scandalo Parmalat, qualcuno si ricordò che Grillo, un anno prima che scoppiasse lo scandalo dei conti falsi, in uno dei suoi celebri spettacoli in un teatro davanti ad un pubblico attonito aveva snocciolato una serie di dati devastanti sulla truffa che i vertici della Parmalat, con la complicità di banche politici e giornali italiani, avevano perpetrato ai danni di migliaia di risparmiatori. Guardia di finanza e magistratura convocarono Grillo per sapere la fonte di questi dati poiché né giornali e né televisione ne avevano parlato.
Grillo dichiarò che questi dati gli erano stati forniti dall’allora direttore generale della Parmalat.
Nel gennaio 2005 Grillo apre un blog caratterizzato da dinamicità, comunicazione orizzontale e un forte richiamo alla partecipazione sociale. Attraverso il blog, che tra l’altro pubblica anche testimonianze di premi Nobel e di scienziati di fama mondiale, inizia con la consulenza della Casaleggio Associati un’attività di editore multimediale riuscendo in questo modo a saltare il filtro degli editori.
Il blog e l’attività editoriale, caratterizzati da contenuti di forte denuncia sociale e politica riscuotono immediatamente un enorme successo. Al blog viene assegnato il Premio WWW del Sole 24 Ore come miglior sito web italiano nella categoria news e informazione. Sotto l’occhio indifferente dei partiti, in particolare quelli di sinistra, il 16 luglio 2005 Grillo organizza attraverso il suo blog e con la regia della Casaleggio Associati il social networks Meetup. Grazie alla rete nell’arco di pochi mesi i Meetup si moltiplicano in modo vertiginoso. Vengono organizzati decine e decine di gruppi di lavoro su tematiche dal forte coinvolgimento sociale: tecnologia e innovazione, ambiente, consumo critico. Attualmente si stima che siano circa 200.000 gli iscritti al movimento.
Nel 2008 il blog di Grillo figura al numero 28 della classifica mondiale dei blog più popolari e influenti del mondo. Con accessi stimati pari a 300.000 contatti unici giornalieri
Sempre nel 2008 viene invitato,come rappresentante dei diritti dei cittadini, dal parlamento europeo: in una sala gremita Grillo parla per due ore e mezzo del potere delle banche, dei conflitti di interessi di consiglieri di amministrazione di molte società quotate in Borsa.
Nel 2009 con la consulenza strategica della Casaleggio Associati fonda il MoVimento 5 Stelle.
Le cinque stelle rappresentano i temi, non certo cari alla destra, delle battaglie che Grillo aveva condotto negli ultimi 30 anni: acqua pubblica, trasporti, sviluppo,connettività, ambiente.
La delusione e il rancore verso la vecchia classe politica, non più amministrati dalle banche dell’ira, offrono al Movimento 5 Stelle un bacino politico potenzialmente enorme.
Con il suo linguaggio duro, aspro, spesso volgare ma corredato da informazioni ricavate da rapporti di ricerca, statistiche ufficiali, nazionali e internazionali, Grillo parla di un paese dal profilo piatto, posizionato nei livelli inferiori della graduatoria europea, di una società con settori sempre più estesi di declassamento, disgregazione e povertà
La comunicazione di Grillo va di traverso a molti politici e rappresentanti delle istituzioni perché troppo a lungo abituati ad un altro tipo di linguaggio fantasmagorico, ammiccante, spesso criptico che proiettava sull’immaginario collettivo la rappresentazione rassicurante di un benessere e di una modernità da piani alti. Linguaggio perennemente alimentato in questi anni dal sistema mediatico e dal suo indotto politico.
Un linguaggio che ha fatto credere al paese attraverso la narrativa allucinatoria e ottimistica della televisione berlusconiana (Rai compresa) di crescere mentre invece stava inesorabilmente declinando. La grande narrazione politica mediatica di questi anni posizionava il nostro paese ai primi posti in Europa per la produzione di ricchezza e consumo, per benessere e coesione sociale. Invece lentamente ma inesorabilmente ci stabilizzavamo ,secondo le gelide statistiche ufficiali, tra gli ultimi .
Statistiche a lungo taciute, ma che illuminano di una luce sinistra l’arretratezza del nostro sistema industriale, della nostra pubblica amministrazione, della nostra infrastruttura educativa.
Non siamo stati informati in questi anni dei bassi livelli di produttività del nostro paese, della mancanza di innovazione. La quota dei profitti delle nostre imprese destinata agli investimenti è costantemente diminuita a partire dal 1980. Il sistema delle nostre imprese ha preferito investire una quota rilevante dei profitti in impieghi speculativi nei circuiti finanziari globali invece che nella modernizzazione tecnologica. Con il conseguente crollo della competitività del nostro sistema paese e pesantissime conseguenze in termini di occupazione giovanile.
Ma non basta. Gli italiani hanno ignorato in questi anni alcuni vergognosi primati del nostro paese (neanche con i governi Prodi e D’Alema ne era stato fatto alcun cenno). Da anni siamo primi per indici di corruzione, primi per la penetrazione di organizzazioni criminali in apparati sensibili dello stato, primi per il ferreo controllo esercitato dalla criminalità su larghe zone del paese (Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania e in parte la stessa Lombardia ).
Siamo ai vertici della classifica per l’iniqua distribuzione della ricchezza. Per cui ilo 10 % della popolazione costituita da strati sociali e ceti privilegiati controlla il 50% della ricchezza di questo paese. Questa ricchezza, con la complicità del sistema politico e delle istituzioni, è diventata intoccabile.
I siti web della nostra pletorica, inefficiente e corrotta pubblica amministrazione sono censiti, in termini di efficacia comunicativa nei confronti del cittadino, agli ultimi posti nelle classifiche internazionali.
La preparazione dei nostri studenti di scuola media lascia molto a desiderare se, come risulta da ricerche internazionali, si posizionano al di sotto della media OCSE per i test di comprensione di matematica e di brani di lettura.
Le nostre università, i cui docenti non sono mai stati sottoposti in questi anni ad un controllo sulla qualità del loro insegnamento, si posizionano nei ranking internazionali a livelli modestissimi.
Potrei proseguire nell’elenco dei misfatti che sono stati perpetrati in questi anni ai danni dei cittadino. Ma sarebbero necessarie molte altre pagine.
Un’ombra tuttavia copre il personaggio Grillo e suscita non poche perplessità .
I soci della Casaleggio, la società che imposta le sue strategie di comunicazione, provengono da una precedente esperienza in Webegg, azienda del gruppo Telecom che gestisce la comunicazione su internet. Telecom ricordiamo era stata spesso al centro degli attacchi di Grillo. Fra i partners internazionali della Casaleggio, figurano la società di informatica americana Enamics e la Bivings Group, la compagnia leader del web marketing negli USA. La Bivings Group si occupa dell’immagine delle grandi corporations americane usando il web e, in particolare, i social network come Facebook o Twitter per orientare l’opinione pubblica. Fra i suoi clienti ci sono: la Monsanto (altra azienda che nel passato era stata oggetto degli attacchi di Grillo), la Philip Morris e la Lorilland Tobacco e infine la BP AMOCO, nota industria petrolifera. Presupposti questi non proprio ideali per una “rivoluzione dal basso”.
In un paese che sembra avere perso la memoria Grillo, comunque, sta cercando di ricostruirla attraverso internet per creare una società migliore con l’aiuto dei cittadini. Stati Uniti permettendo.