Istituire su tutto il territorio nazionale un “reddito minimo di garanzia” per contrastare gravi situazioni di povertà: è una delle proposte formulate dalle Acli nel loro manifesto ?Fare welfare?, presentato oggi nel corso del convegno ?Welfare: una porta aperta sul futuro?, svoltosi a Palazzo San Macuto-Camera dei Deputati.

?Oggi circa il 12% della popolazione italiana, cioè quasi 8 milioni di persone, si trova in una situazione di povertà relativa, e più di 3 milioni in condizioni di povertà assoluta – ha ricordato Luigi Bobba, presidente nazionale delle Acli -. Il reddito minimo di garanzia è un intervento finalizzato alla concessione temporanea di benefici economici, accompagnati da programmi di attivazione per l?inserimento sociale e lavorativo?. Lo strumento prevede una regolamentazione ?con normative regionali, la programmazione e la gestione locale attraverso la pianificazione zonale ? recita il Manifesto -. La concessione del beneficio deve essere collegata alla ?prova dei mezzi? della famiglia e deve avvenire sulla base della costruzione di progetti individualizzati di inserimento sociale e lavorativo?. Un?operazione che impegnerebbe complessivamente circa 2.300-3mila milioni di euro.
Si tratterebbe, quindi, di una misura ?non opportunistica né facile, gestita non a livello centralizzato, ma attraverso Regioni e Comuni ? ha spiegato Bobba -. Il reddito minimo d?inserimento è stata una buona esperienza e non condividiamo la denominazione del futuro ?reddito di ultima istanza?: sarebbe meglio definirlo di ?terza istanza?, perché non è né un reddito di lavoro, né un?indennità di disoccupazione?.
“Nel Libro Bianco sul welfare si smantella il reddito minimo d’inserimento con giustificazioni mistificanti: ma l’Italia spende meno di tutti gli altri paesi dell’Unione europea per sussidi di disoccupazione e contrasto alla povertà, i cosiddetti ammortizzatori sociali”, ha dichiarato Tito Boeri, docente di economia del lavoro presso l?università ?Bocconi?, aggiungendo: ?Obiettivo primario di un sistema di protezione sociale è contrastare la povertà, nel nostro paese sempre più persistente, mentre aumenta la disoccupazione: l?attenzione al pilone più debole della società dovrebbe essere la priorità assoluta?. Secondo Boeri il reddito minimo garantito sarebbe una misura analoga a quella di tutti gli altri paesi dell?Unione: infatti attualmente non esiste soltanto in Italia e Grecia, ha riferito. ?Il reddito minimo d?inserimento ha messo in luce risultati positivi, di cui si sa ancora poco; il Governo lo definisce un?esperienza fallimentare e il Libro Bianco non lo prevede, se non a carico delle Regioni ? ha rilevato l?economista -: ma il 70% dei poveri vive nelle Regioni del sud, che hanno meno possibilità di garantire questo strumento?. Quanto alle ?giustificazioni mistificanti?, Boeri ha spiegato: ?Il Libro Bianco afferma che la riforma fiscale agevolerà i poveri: e gli incapienti che non pagano comunque le tasse? Pur stimolando la crescita economica del paese, la povertà esisterà sempre: chi cade nelle crepe della società non viene raggiunto dagli strumenti di sviluppo economico?.
Il manifesto delle Acli sul welfare intende collocarsi ?nella distanza tra le dichiarazioni di principio enunciate dal Libro bianco e gli atti di governo in materia di politiche sociali e fiscali?, ha precisato Bobba. ?Fare Welfare?, infatti, è la prosecuzione ideale del manifesto delle Acli sulla flessibilità sostenibile e della loro recente proposta di legge sul riconoscimento dei diritti individuali di formazione, e continua a segnare l?impegno delle Acli per la tutela dei diritti e la protezione sociale di chi lavora, ma anche di chi cerca un lavoro atipico o di chi lo ha perso all?interno di una società in profonda trasformazione. L?incontro di Roma segna, inoltre, l?apertura dell?iniziativa Acli ?Welfare: una porta aperta sul futuro?, che culminerà sabato 7 giugno con una serie di eventi locali in oltre 60 città italiane. A Bari è previsto un incontro dal titolo ?Il Welfare visto dal Sud?, con la partecipazione del Ministro del Welfare Roberto Maroni, centrato sulla necessità di conciliare equità e sussidiarietà, durante il quale saranno presentati i primi dati per la costruzione di una mappa dei servizi di Welfare realizzati dai Comuni italiani.