Gentile signora Bonino,
molti sono convinti che essere cattolici sia – di per sé – un connotato politico.
Noi no.
Noi riteniamo che il nostro essere cattolici riguardi le nostre convinzioni religiose sulle quali fondiamo alcuni valori che vorremmo ispirassero le regole della convivenza sociale e le leggi.
Siamo abbastanza convinti della validità di questi valori da difenderli e sostenerli come possiamo (come peraltro chiunque sia convinto di qualcosa); tuttavia siamo abbastanza laici da capire che le regole e le leggi sono frutto di mediazioni che devono tener conto delle convinzioni di tutti.
Essere cattolici dunque, riguarda certamente il nostro impegno politico ma non lo connota a senso unico, piuttosto lo ispira e lo affida alla nostra capacità di mediazione.
Ecco perché siamo aperti a votare per lei che cattolica non è.
Abbiamo fiducia nella sua capacità di tenere distinto il piano delle convinzioni personali da quello della rappresentanza politica di quanti la sostengono e siamo anche sicuri che non strumentalizzerà il ruolo istituzionale che – speriamo! – si troverà a ricoprire come presidente della nostra regione.
Alcune delle battaglie che hanno contraddistinto la sua vicenda politica le abbiamo condivise, altre no; ma abbiamo sempre apprezzato la sua fede nella democrazia e il rispetto delle idee che non condivide.
Preferiamo sostenere qualcuno con cui non condividiamo alcune singole convinzioni, ma la cultura del rispetto delle regole democratiche, della trasparenza e dellagire solidale; piuttosto che un impianto complessivo che non ci appartiene e ci appare molto più asservito a logiche di potere e di interesse.
La sosterremo con convinzione: siamo certi che con altrettanta convinzione lei rispetterà le nostre convinzioni e i nostri valori.
Amedeo Piva