La storia dell?umanità è piena di leaders, di uomini forti che ad un certo punto della loro vita hanno avuto la capacità ed il coraggio di prendere in mano le redini di un intero popolo, e nel bene o nel male hanno provato a traghettare la nazione in un futuro che essi avevano certamente immaginato migliore. Fra questi c?è chi ci è riuscito e chi no. Chi è diventato un eroe ancora oggi osannato e chi invece è rimasto solo un visionario, un pazzo che ha trascinato milioni di esseri umani in un baratro senza fondo. Ma indistintamente tutti questi uomini comunque alla fine hanno lasciato un segno indelebile nella storia del loro paese e del mondo, risultando indubbiamente dei leaders indiscussi, degli uomini al di sopra degli eventi stessi che hanno determinato e dei popoli che hanno condotto.
Questa forza, frutto di un?alchimia misteriosa, è una grande magia capace di sedurre, convincere e trascinare milioni di persone. Per alcuni uomini è una capacità innata, intrinseca come l?anima e radicata in una profonda convinzione in se stessi. E quando questa è in buona fede, donata da Dio, è radiosa e speciale, e dà l?abilità a chi la possiede di saper realizzare cose meravigliose. In altri invece questa forza è costruita, artefatta con mostruosa bravura. Capace solo di fare disastri e indurre in cose terribili chiunque ne viene in contatto.
Ma non è facile riuscire a distinguere nell?uomo che si presenta come un leader se le sua forza, la sua micidiale seduzione, è benigna o maligna. E solo per prendere in considerazione la storia del secolo scorso, chiediamoci come avrebbe mai potuto un contemporaneo di Hitler, Mussolini, Stalin, Pol Pot, Hussein, o di chiunque altro abbia determinato negativamente il destino di un paese nel XX° secolo, a capire da subito se c?è del bene o del male nel suo leader. Egli stesso vive a contatto con il suo leader. Per quel uomo il suo leader è il traghettatore, l?unica persona capace di riscattare il suo onore e quello di tutto un popolo. E il suo leader non può fallire, perché ha la forza e la convinzione di raggiungere gli obiettivi che ha promesso.
Questo feeling tra il leader e il suo popolo dura fino a quando non saranno gli interessi stessi di tutti ad essere messi in discussione. Poi il leader sarà costretto inevitabilmente a fare un altro incantesimo che affascini l?opinione pubblica, che ammali i cuori e le menti dei suoi sostenitori. Ma è un inganno. Una mistificazione. Una fine astuzia da parte del leader negativo per mantenere il potere illimitatamente nel tempo. Per non abdicare politicamente quando tutto è perduto, quando la sua carica di energia si è inesorabilmente esaurita, quando il raggiro è palesemente scoperto.
Porre rimedio immediato agli sfracelli che un leader sbagliato ha arrecato ad una nazione è uno sforzo che va al di là di ogni possibilità presente. Perché i cambiamenti errati che un leader può apportare ad una società che lo segue non sono solo di natura economica o politica, risolvibili con la modifica di una legge o con un sforzo collettivo, ma sono soprattutto di natura sociale e comportamentale che risultano essere ben più profondi e nocivi per l?intera comunità ed anche i più difficilmente estirpabili.
Ciò non toglie che, se capito l?inganno, è un dovere della collettività mandare a casa il leader sbagliato e sostituirlo immediatamente prima che sia troppo tardi. Ma questo può avvenire solo alla precisa condizione che la società stessa, espressa negli elettori che determinano la scelta del leader, abbiano raggiunto la maturità e la consapevolezza necessaria ad invertire il cammino della propria storia scegliendo finalmente un leader giusto, capace di far ripercorre i propri passi alla nazione e di condurla fuori dal guado.