Il 17 novembre Amedeo Piva, nel corso della presentazione della programmazione di Praxis 2005-6, ha sottolineato che l?emergenza più grave che sta vivendo il nostro paese è quella demografica. Il trend registrato dall?indice di vecchiaia negli ultimi 40 anni è eloquente. Il censimento del 1961 aveva registrato un indice di vecchiaia pari a 38,9 erano stati cioè rilevati ogni 100 giovanissimi 38,9 anziani. Nel 2001 questo indice era salito a 131,4 e tutte le previsioni per il 2025 sono concordi nell?indicare che il valore dell?indice di vecchiaia subirà una ulteriore accelerazione raggiungendo un valore pari a 194.

Già nel 1971 si potevano cogliere nella maggior parte delle regioni italiane i primi segnali di un processo di invecchiamento favorito dalla diminuzione dei tassi di natalità e dall?aumento della longevità. Tale processo, fin dall?inizio, è stato caratterizzato da sensibili differenze a livello geografico che si sono accentuate nel tempo.Oggi, la maggior parte delle regioni del Nord (Liguria,Emilia-Romagna, Friuli-VeneziaGiulia, Piemonte) e del Centro(Toscana,Umbria,Marche) hanno una piramide demografica ormai compromessa. Le regioni del Sud ,in particolare la Campania,hanno invece mostrato di essere in grado di contenere più efficacemente i processi di invecchiamento.

L?Italia è un paese vecchio e deve quindi imparare a contare sui vecchi. Tuttavia quello che preoccupa forse di più nel nostro paese è l?assenza di un adeguato sostegno pubblico agli anziani ( ma anche ai giovani,una base che si sta drammaticamente assottigliando )
L?aumento della longevità e il miglioramento della diagnostica e delle cure sposteranno certamente in avanti la soglia della vecchiaia e della dipendenza. Si tratta di un positivo traguardo a cui, però, dovrà corrispondere una parallela crescita delle strutture di servizio. Pensiamo, tra gli altri, ai servizi di assistenza basati sulla telemedicina che consentirebbero,se correttamente applicati,di realizzare significative economie di scala. In questo senso si potrebbe guardare all?esperienza del Giappone che registra indici di senilità pari a quelli italiani e dove da tempo sono stati fatti forti investimenti sulla telemedicina come supporto agli anziani. Da qualche anno questo paese ha sviluppato con successo una serie di prodotti e servizi per la cura della vita quotidiana di un anziano a casa. Ad esempio la Synclayer di Nagoya,specializzata in reti locali LAN e televisioni via cavo, ha sviluppato uno strumento che registra, ad intervalli regolari, dati sulla pressione del sangue e la temperatura dell?anziano e li invia ad un database locale. Il servizio medico interviene immediatamente se i dati ricevuti segnalano qualcosa fuori dalla norma. Sinclayer ha anche sviluppato un sensore che può essere inserito nella porta del frigorifero. Ogni volta che la porta del frigorifero viene aperta un messaggio viene inviato attraverso la LAN al data base centrale del centro sanitario locale; il centro trasmette un segnale di allarme per gli operatori e per i parenti se il sensore per un lungo periodo non segnala alcuna attività proveniente dal frigorifero. Analogamente un’altra azienda, la Zoijurushi, ha sviluppato uno strumento wireless, iPot, che consente di inviare un sms o una mail al data base centrale ogni volta che viene utilizzato il bollitore per preparare il tè.

Sarebbe quindi opportuno che anche in Italia venissero studiate queste best practices e venissero soprattutto avviati piani di formazione per una rapida alfabetizzazione informatica dedicata alla terza età. In questo settore c?è ancora moltissimo da fare.
Secondo un rapporto Federcomin, L’Italia dell’e-Family, le persone di età superiore ai 65 anni che nel 2002, navigavano su internet erano appena il 2.5%, rispetto ad una media della popolazione del 18.1% Mentre l?utilizzo di internet tra le classi più giovani continua ad un ritmo abbastanza sostenuto l?utilizzo di internet da parte degli anziani,rispetto al 2002, non ha registrato variazioni significative.
Internet si sta invece dimostrando, in paesi caratterizzati da tassi di espansione e di modernizzazione superiori a quelli italiani, una risorsa preziosa per togliere gli anziani da una condizione di emarginazione. Negli Stati Uniti,ad esempio, il target anziani è in questo momento caratterizzato da tassi di incremento nell?utilizzo di internet pari al 25% annuo,tasso di incremento significativamente superiore a quello fatto registrare dai target più giovani. Internet è uno strumento a portata di mano, fonte d?informazioni immediate, disponibili ovunque. Per questo potrebbe diventare un valido aiuto per individui con difficoltà di movimento, persone sole, anziani. Internet potrebbe diventare per gli anziani una finestra sul mondo,uno strumento per promuovere nuovi contatti personali,l?inizio di un nuovo cammino per alleviare solitudine e disinformazione. Un mezzo per comunicare con parenti amici spesso lontani per condividere interessi ma anche problemi e per arricchirsi interiormente e relazionalmente.
Il nostro sistema sociale,purtroppo,non ha ancora trovato il modo di utilizzare l?enorme patrimonio di esperienza e di saggezza delle persone anziane che spesso si trovano emarginate in una deprimente condizione di inutilità. Molti anni fa i vecchi della famiglia erano la maggiore fonte di informazione e di eredità culturale per le nuove generazioni.
Oggi potrebbe essere Internet ad offrire a giovani ed anziani la possibilità di scambiare esperienze e conoscenze tra le generazioni, a dare voce al racconto e alla memoria di eventi significativi per la costruzione della propria storia personale e collettiva.
Ma per promuovere una vera alfabetizzazione digitale della terza età occorre superare delle reali barriere di accesso con strategie adeguate.
La senilità e le malattie minano molte delle abilità acquisite in un passato anche recente. Ulteriori barriere sono costituite dai costi. Le barriere più resistenti sono rappresentate,però, da ostacoli di tipo psicologico e attitudinale, legate all’alfabetizzazione dei mezzi informatici e dei nuovi strumenti di comunicazione ed informazione. Per superare queste barriere all?estero si sono formate equipes interdisciplinari che hanno consentito, in tempi relativamente brevi, di avviare con successo campagne di alfabetizzazione informatica nei confronti della terza età. All?estero è stato quindi possibile disegnare siti web per anziani che corrispondono pienamente alle esigenze psicofisiche di questo tipo di utenti e ne consentono la più efficace usabilità. Spesso infatti i siti web sono realizzati dai giovani per i giovani. Forse anche in Italia queste best practices potrebbero essere introdotte e, insieme ad altre iniziative che guardano alla terza età come ad una fase ancora evolutiva della vita, dare avvio a percorsi di alfabetizzzazione che si intersechino con tante altre possibilità di ampliare e diffondere la comunicazione e la conoscenza intergenerazionale oltre la realtà della comunità locale.