1. È in fase di avanzata attuazione la riconversione a carbone della centrale Enel di Civitavecchia. Contro questo progetto sta dilagando la protesta di tutti i comuni circostanti. La riconversione a carbone, viene considerata una vera e propria aggressione alla salute delle popolazioni dell?Italia Centrale ed un colpo mortale per le attività economiche del territorio.
Studi e ricerche a livello internazionale hanno dimostrato che il ?carbone pulito?è una pura utopia. In tutti i grandi Paesi europei si è raggiunta una maggiore consapevolezza sulla necessità di applicare Kyoto. In Italia, al contrario, come afferma Roberto Della Seta Presidente di Lega Ambiente, in troppi continuano a fare finta di niente. Gli unici grandi interventi energetici che vanno avanti sono le riconversioni delle centrali a carbone. Cosa ci si aspetta per il futuro? Greenpeace ha realizzato una classifica oltre che delle emissioni degli impianti esistenti, anche di quelle degli impianti in costruzione, in fase di approvazione o di progetto di cui si ha notizia. I due principali progetti sono quelli di Civitavecchia e Porto Tolle. L?aumento potenziale delle emissioni che si avrebbe se tutti i progetti presentati o in discussione si realizzassero (40 milioni di tonnellate di CO2 con un utilizzo a pieno regime) rappresenta un sostanziale raddoppio delle emissioni attuali da carbone, per un totale di 89,3 milioni di tonnellate: una cifra quasi equivalente a quella che l?Italia dovrebbe tagliare per rientrare dentro i parametri di Kyoto.
Le conseguenze di questa strategia sarebbero estremamente negative sia sul piano economico che su quello della salute. Per quanto riguarda le conseguenze sul piano economico, va ricordato che l’Europa ci chiede il taglio del 20% sulle emissioni di gas serra Dato che le nuove centrali a carbone faranno aumentare sensibilmente le emissioni nel nostro Paese, a chi si pensa di fare pagare le multe, certamente salatissime, che l?Unione europea imporrà al nostro Paese? Non certo all?Enel ma sicuramente a tutti i cittadini. Molti rappresentanti del settore agricolo sono inoltre convinti che la riconversione a carbone determinerebbe uno stravolgimento delle attività agricole costrette a riconvertire le colture alimentari di qualità, colpite da inquinamento da arsenico e mercurio, in prodotti no food, con conseguente ricaduta su tutte le attività produttive
2. Le conseguenze sul piano della salute sarebbero poi gravissime. Secondo il dott. Giovanni Ghirba, pediatra e coordinatore dei medici del comprensorio di Civitavecchia, i moderni filtri utilizzati dall?Enel per la futura riconversione a carbone della centrale se bloccheranno le PM10 non bloccheranno certo le particelle ultrasottili che arriveranno, per l?effetto dei venti, a 300 km di distanza 12 ore dopo dalle emissioni. Si stima che saranno 8,4 milioni i metri cubi di fumi all?ora che si dirigeranno verso l?Argentario e verso Roma (già caratterizzata da un pericoloso livello di inquinamento). Ma i danni maggiori alla salute avverranno entro i 48 Km dalla centrale: tutto il litorale coinvolto, ma anche i paesi dell?entroterra compreso Viterbo. Già oggi Civitavecchia ha il bollino rosso per l?incidenza di malattie tumorali e per le leucemie, al secondo posto Tarquinia. Mercurio, arsenico ed altro sono tra i più pericolosi inquinanti, cause e concause di cancro ai polmoni, ai reni, all?intestino. Ma quali sono gli altri effetti degli inquinanti del carbone e delle annesse polveri sottili e sottilissime?
Uno studio appena pubblicato sull?ultimo numero di una delle più famose riviste neurologiche, Stroke, ha dimostrato che le polveri ultrafini possono provocare un ictus cerebrale. In precedenza numerosi studi avevano già dimostrato una relazione causale tra apoplessia cerebrale e materiale particolato, tuttavia, le nanopolveri non erano mai state prese in considerazione.
Alla luce dell?effetto serra e delle sue conseguenze climatiche, assume particolare importanza il fatto che l?ictus si manifestava prevalentemente in estate, probabilmente in rapporto ad una maggiore tossicità degli inquinanti a temperature più elevate.
Le preoccupazioni della popolazione che potenzialmente può essere raggiunta dalle nanoparticelle dovrebbero essere numerose.
Secondo uno studio realizzato negli Stati Uniti sono 67 le sostanze inquinanti del carbone. 55 provocano un?alterazione nel sistema nervoso, 24 sono legate al cancro. Le polveri sottili sono altresì la causa principale della mortalità infantile (4-6%). Secondo gli studi del Prof Oberdorster dell?Università di Rochester in 24 ore le polveri ultrafini arrivano al cervello tramite il lobo olfattivo: gli effetti di ciò sono ancora sconosciuti. Già oggi i dati rilevati a Civitavecchia e sulla spiaggia di Sant?Agostino, a ridosso della centrale, sono inquietanti: dai 10 alle 40 unità giornaliere in più rispetto al limite consentito. Secondo il dott Ghirba che con altri esperti ha valutato l?impatto ambientale che avrà la centrale di Civitavecchia, l?uso del carbone produrrà un aumento di migliaia di volte in più delle polveri sottili e da qui il mercurio, che provoca tra le altre cose, un grave ritardo mentale del feto. Secondo il prof. Giuseppe Nascetti, direttore del Dipartimento Ambiente dell?Università della Tuscia, una centrale a carbone mette un marchio a un territorio, producendo danni economici enormi, disincentiva il turismo, incide sull’agricoltura e nuoce alla salute. Non a caso la Gran Bretagna e la Germania hanno ridotto l’uso del carbone del 40% mentre il Canada lo eliminerà del tutto entro il 2007.
(il video con la testimonianza del dott,Giovanni Ghirba può essere scaricato da