Quanti mali affliggono la nostra povera Terra: guerre, carestie, siccità, fame, malattie, la violenza dei fenomeni atmosferici, l?inquinamento ecc. ecc.; e quanti di questi, purtroppo, sono generati dall?uomo.
Ritengo il problema più preoccupante e che maggiormente affligge la nostra esistenza quello ambientale; infatti i mutamenti climatici, con le loro catastrofiche conseguenze, riguardano tutti noi indistintamente, l?intero nostro pianeta.
È infatti sufficiente leggere, ogni anno, le allarmanti relazioni degli scienziati per comprendere la gravità della questione ambientale e la necessità di mutare il nostro modo di vita per prevenire ed arrestare future catastrofi.
Temo la feroce reazione della sempre più offesa ed oltraggiata Natura! Si tenta, in verità, se pur in modo sterile, di risolvere la questione ambientale, ma tali sforzi cozzano contro il nostro modo di vita sempre più frenetico ed opulento, sempre rivolto alla ricerca del benessere e dell?agiatezza. È chiara la stoltezza e la vanità degli uomini, i quali si combattono, si sottomettono, si sfruttano reciprocamente per ottenere beni e ricchezze, che non giovano, ma, al contrario, procurano alla nostra esistenza solo infiniti affanni, preoccupazioni e danni.
Ed è evidente ed inquietante che, solo dinanzi ad imminenti, reali e concrete tragedie-pericoli, l?uomo possa ravvedersi; ma è nella sua stessa natura: esso è un essere egoista, dedito a soddisfare i propri appetiti senza preoccuparsi delle relative conseguenze; esso non comprende che tanto più rincorre una felicità materiale ed illusoria, tanto più si allontana da quella vera.
Il problema ambientale fa ormai parte della nostra vita, ma è affrontato, come detto, con leggerezza: si pensi alle, se pur piacevoli, inutili domeniche ecologiche; alla parziale ed insufficiente raccolta differenziata, ed alla conseguente inefficacia del riciclaggio; allo scarso ricorso a fonti d?energia alternativa.
L?unica soluzione è cambiare il nostro modo di vita; vivere in modo più austero con minori sperperi e minori consumi.
E che dire dell?intollerabile spreco della carta? Le nostre città, le nostre vite, oramai sono sommerse, invase, da una quantità infinita di carta; e poi si parla del pericolo del disboscamento e della necessità di salvare e tutelare le nostre foreste! Che esseri egoisti e contradditori siamo! L?uso della carta potrebbe facilmente esser ridotto utilizzando maggiormente i mezzi informatici, oggi alla portata dei più.
Quanti sprechi! Quanta cecità! Quanta incoscienza!
Nell?esporre questi miei pensieri, mi è tornata alla mente una breve poesia di J. Prevert:
?Tante foreste strappate alla terra
massacrate

finite
rotativizzate.
Tante foreste sacrificate per fornire la carta
ai miliardi di giornali che ogni anno attirano l?attenzione
dei lettori sui rischi del disboscamento?. ( J. Prevert, Tante foreste? ).
Comunque se da una parte credo che la Natura si stia ribellando alle oltraggianti offese dell?uomo (che esso compie anche contro se stesso ), dall?altra sono convinto che essa agisca sempre incurante dell?uomo e di tutte le altre creature che abitano questo mondo: o folle umanità che, nella tua cieca superbia, ti illudi di poterla controllare, dominare, addomesticare ed aggiogare al tuo volere, ingannandoti che il mondo sia stato creato per te sola; ma limitati ad osservarla, contemplarla e rispettarla; trema ed inchinati al suo cospetto; rassegnati alla sua supremazia; infatti la Natura è del tutto estranea ed indifferente alla tua esistenza: ?che tu sei nemica scoperta degli uomini, e degli altri animali, e di tutte le opere tue; che ora ci insidi ora ci laceri, e sempre o ci offendi o ci perseguiti; e che, per costume e per istituto, sei carnefice della tua propria famiglia, dei tuoi figliuoli e, per dir così, del tuo sangue e delle tue viscere. Per tanto rimango privo di ogni speranza:?.. ma che tu, per niuna cagione, non lasci mai d?incalzarci, finché ci opprimi? ( G. Leopardi, Dialogo della Natura e di un Islandese, in Operette Morali ).