Parafrasando Woody Allen potremmo dire che il centrosinistra è morto, e anche il Partito democratico non si sente troppo bene.
Provando per una volta a mettere da parte il ?di chi è la colpa? ed il ?ma come siamo finiti a questo punto?, qualche riflessione su una situazione la cui gravità merita, a mio avviso, uno sforzo straordinario di competenza e progettualità, pena l?avvitarsi verso un inevitabile precipizio.
Il contesto è fin troppo chiaro (purtroppo):
1- questa volta Berlusconi davvero ?non ha fatto prigionieri?: nel governo ha inserito nei posti chiave suoi fedelissimi: in pratica, è lui il ministro della giustizia, quello dell?economia e (importante per l?immagine) quello dell?istruzione e quello degli affari sociali;
2- da vero e indiscutibile professionista dell?acquisizione e del mantenimento scientifico del consenso, ha operato in modo estremamente furbo (e non improvvisato): dall?evoluzione (non casuale) del look (senza cravatta, con camicia nera, sic!), ad una prassi di governo oggettivamente cattura-consenso: taglio dell?Ici sulla prima casa, riduzione di adempimenti in materia di lavoro (eliminazione di molti libri in favore del libro unico), tolleranza zero sulla sicurezza, ritorno dei voti a scuola, elemento determinante del voto in condotta, eliminazione fisica dell?immondizia a Napoli, e potremmo andare avanti a lungo, fino alla eliminazione fisica anche delle prostitute da Via Salaria e zone limitrofe;
3- elemento determinante di tale prassi di governo è naturalmente l?informazione, come ben sa chi nasce pubblicitario e come già decenni fa teorizzava la P2: non importa che l?immondizia sia effettivamente sparita da Napoli, basta che lo si dica; non importa che al taglio dell?Ici corrispondano inevitabilmente minori servizi comunali, basta che non si sappia; non importa che si sfasci l?unico (?) elemento della nostra scuola che secondo molti esperti funzionava (il maestro plurimo): basta che non si dica;
4- potremmo andare avanti a lungo: Alitalia è salvata, e non fallita; i 18 imprenditori della cordata Cai sono ?benefattori? e non animati da interessi spesso in conflitto con quelli della stessa compagnia aerea; gli esuberi saranno migliaia di più rispetto all?ipotesi di accordo con Air France che i sindacati (soprattutto quelli dei piloti, targati An) e soprattutto il fantasma della cordata italiana agitato da Berlusconi in campagna elettorale fecero naufragare;
5- aggiungiamo un solo punto: il governo è ?amico della famiglia?: ma com?è che nè nella finanziaria triennale, nè nel d.d.l. sul federalismo fiscale c?è alcun riferimento al quoziente familiare che pure campeggiava nel programma di governo? O forse il programma di governo è la bibbia per ciò che davvero interessa qualcuno, mentre su altri aspetti può essere carta straccia?E poi: qual è la risibile spiegazione di tale palese contraddizione fornita ai rappresentanti delle associazioni delle famiglie cattoliche che avevano fortemente sostenuto misure fiscali come quelle inserite nel programma (e che a marzo avevano raccolto un milione di firme)? ?non ci sono i soldi?!
6- Già: i soldi ci sono per gli interessi strategici: alcune firme ?pesano?, altre no; ma questo è un governo amico della famiglia (e della Chiesa?): o no?
Si potrebbe andare avanti: certamente il contesto non è facile.
In più, e veniamo al punto, la maggioranza ?offre il dialogo? all?opposizione, in particolare al PD: e che vuol dire?
L?ha chiarito molto bene Alfano: se vi interessa parlare di ciò che abbiamo intenzione di fare (es.: riforma della giustizia), bene; altrimenti, bene lo stesso: la responsabilità che sentiamo, che è quella di governare, farà si che comunque prenderemo le decisioni necessarie per il bene dei cittadini italiani.
In pratica: se voi siete d?accordo ci fa piacere; se non lo siete, a noi non interessa, tanto decideremo secondo le nostre convinzioni.
Ma questo è dialogo?
Non è forse una trappola?
Non solo: si dice dalla maggioranza: ?si dialoga solo se vi smarcate da Di Pietro.? Se lo seguite, niente dialogo.
Ecco la tenaglia: se i toni del PD sono blandi, quasi sommessi, gli viene attribuita (ma con che diritto) la patente di ?opposizione buona?, legittimata a dialogare con la maggioranza (ma senza alcuna reale possibilità di incidere sul serio).
Se il PD prova ad alzare la voce, è già pronta la dichiarazione di Bonaiuti: ?Veltroni segue la strada di Di Pietro?.
Chiuso.
Finito.
Non interessa cosa ha detto Veltroni: ha seguito Di Pietro, quindi neanche merita risposta un simile giustizialista; il PD sta seguendo una brutta china, e il dialogo così finisce.
E? una tenaglia.
Cosa fare?
Ribattere colpo su colpo?
Chiarire che non è la maggioranza a dover dare patenti su come fare l?opposizione?
Tentare comunque di accondiscendere alle richieste di toni bassi per ottenere non si sa bene che?
Un accreditamento come buona opposizione? Educata? Rispettosa? Non sgradevole?
Mi sembra che di fronte a tali alternative, il PD sia oggi timido, sommesso, incerto, timoroso.
La conseguenza è che l?opposizione sembra farla davvero Di Pietro.
E? che sembrano più efficaci molti articoli sul sito lavoce.info (addirittura qualche articolo sul Sole-24 ore) di molte dichiarazioni di esponenti di primo piano del PD.
E le alleanze? Ricucire con la sinistra estrema? Abboccamenti con Casini? E con Di Pietro? un pasdaran, dunque niente contatti?
Ecco così realizzato quanto scientificamente programmato da Berlusconi: l?assenza di una reale opposizione; essa è in questo momento – non c?è, oggettivamente. I consensi sono alle stelle (?imbarazzanti? egli stesso li ha definiti).
Il manovratore non può essere disturbato. E in queste condizioni, uno Stato come sappiamo non può dirsi realmente democratico.
Ma ora: cosa fare?
Credo che su questo (non su poltrone, correnti, incarichi, e altri ammennicoli) si debba interrogare con chiarezza il PD, se necessario a congresso. Ma presto!
Quale linea scegliere? Come tornare a fare opposizione?
E (ma solo dopo fatta la scelta): Quale classe dirigente più idonea a realizzare la strategia?
Io mi permetto di indicare una pista:
1- martellare Berlusconi sui contenuti: la realtà (sappiamo) è completamente diversa da come la propaganda governativa la dipinge: occorre spiegarlo:
a- con competenza: è necessario che attorno al PD si riuniscano capacità di analisi profonde e professionalmente ineccepibili: spesso le dichiarazioni dei dirigenti oggi sono generiche, banali, prive di qualunque spessore: non arrivano ai cittadini, e sono concettualmente generiche, imprecise, spesso facilmente confutabili con risposte altrettanto generiche;
b- con efficacia: è necessario che la stessa scientificità con cui Berlusconi costruisce il consenso sia adottata da chi intende smascherarne il gioco, nella comunicazione.
2- E? necessario dunque sulla base di elementi tecnicamente ineccepibili di analisi costruire sistematicamente risposte estremamente efficaci sul piano della comunicazione: quotidiane, semplici, dirette, colpo su colpo, finalizzate ad instillare (ogni giorno, su qualunque tema) il dubbio negli italiani che le cose non stiano come vengono raccontate: siamo davvero convinti che gli imprenditori italiani siano così contenti del fatto che non ci sarà nessuna concorrenza nei voli in Italia, e che i prezzi saranno inevitabilmente più alti?;
3- questo non può essere fatto in maniera estemporanea, dilettantesca, volontaristica: ogni volta che i pochi secondi disponibili nei tg sono sprecati con frasi di routine, banali, si regala a Berlusconi l?informazione;
4- ribattere su tutto: con toni equilibrati, ma fermi. E sempre, su ogni provvedimento;
5- capire dalle risposte che arrivano se il nervo è scoperto (lui sa bene ciò che può dargli fastidio) e martellare sul punto, chiedere risposte, dire forte e chiaro ai cittadini che su tale o tal?altro punto la maggioranza non vuole rispondere.
Capisco che non sia semplice: sono però altrettanto convinto che esistono risorse professionali e di elaborazione pienamente in grado di supportare con il necessario grado di scientificità un tale progetto.
La costruzione di un vero think tank è assolutamente fondamentale, anche per elaborare prospettive di volta in volta alternative; sulle quale costruire eventuali successive alleanze.
Ma cominciando, così, a fare davvero opposizione: con orgoglio, senza paura.
L?Italia ne ha bisogno.